Scala, “Serata Contemporanea”: un viaggio immersivo negli stili dei grandi coreografi

Spettacolo

Chiara Ribichini

Foto: Brescia Amisano

Il 7 e l’8 luglio al Piermarini torna la danza con sette lavori firmati dai più importanti nomi del panorama internazionale. Uno spettacolo con tanti debutti e una prima assoluta tra capolavori e gioielli coreografici raramente visti in Italia

Sette grandi coreografi internazionali, cinque debutti e una prima assoluta. Il Teatro alla Scala di Milano presenta “Serata Contemporanea” (FOTO), un altro spettacolo pieno di novità tutte da scoprire dopo la “Serata Quattro Coreografi” con cui la danza ha finalmente riabbracciato il suo pubblico dopo un lungo periodo di streaming a causa del Covid. Pubblico che stavolta potrà tornare a sedersi anche in platea. 760 gli spettatori che potranno entrare a teatro in base alle nuove disposizioni previste. Due le date, il 7 e l’8 luglio, per immergersi negli stili di coreografi di punta del momento come William Forsythe, tra i nomi più importanti al mondo che torna con uno sei suoi capolavori, The Vertiginous Thrill of Exactitude, Philippe Kratz e cinque autori che per la prima volta presentano i loro lavori al Piermarini: Krzysztof Pastor, David Dawson, Patrick de Bana, Natalia Horecna e Simone Valastro.

SENTieri di Philippe Kratz 

 

Il viaggio nel linguaggio contemporaneo inizia con il trio conclusivo di SENTieri, creato da Philippe Kratz (l'intervista nel video in altoper Aterballetto nel 2014 e presentato nel primo spettacolo andato in streaming lo scorso dicembre. Sarà l’occasione per poter vedere dal vivo questo gioiello coreografico sulla Berceuse op. 57 di Chopin, eseguita dal vivo da Marcelo Spaccarotella, con Alessandra Vassallo, Christian Fagetti, Andrea Risso.

 

Árbakkinn di Simone Valastro

 

Per la prima volta alla Scala il talento compositivo di Simone Valastro, diplomato alla Scuola di Ballo e danzatore poi all’Opéra de Paris, con Árbakkinn. Il passo a due, creato nel 2019 per Laetitia Pujol e Alessio Carbone sulla omonima composizione di Ólafur Arnalds che incorpora il testo del poeta e insegnante Einar Georg Einarsson recitato dalla sua stessa voce, vedrà alternarsi due cast: Antonella Albano con Massimo Garon e Emanuela Montanari con Gioacchino Starace.
“Parla un po’ di me e un po’ del vissuto dei ballerini per cui l’ho montato. E’ molto umano, al di là dei passi” confessa Valastro in conferenza stampa. E svela: “Oggi è il mio primo giorno di pensionamento dall’Opéra. Per la prima volta sono qui alla Scala… sembra un po’ il segnale che la mia missione sia finita. Quando si appartiene a una grande compagnia ci si sente protetti come in una culla. Ora è il momento di diventare adulti e sono pronto ad affrontare questa nuova carriera da coreografo".

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A sweet spell of oblivion di David Dawson

 

Debutta alla Scala anche il pluripremiato coreografo britannico David Dawson con il suo A sweet spell of oblivion , creato su una selezione di preludi da Il clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach nel 2007 per il Royal Ballet of Flanders. Virna Toppi e Gabriele Corrado danzeranno il passo a due tratto da questo lavoro. “Bach ha scritto la partitura per permettere ai musicisti di migliorare la loro tecnica, così David ha costruito la coreografia per dare la possibilità ai ballerini di esprimersi liberamente con la tecnica. E’ come un sogno nell’oblio” spiega Christiane Marchant che ha ripreso la coreografia.

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The labirinth of solitude di Patrick de Bana

 

Spazio poi all’assolo The labirinth of solitude creato da Patrick de Bana per Ivan Vasiliev come omaggio a Nijinsky sulla Ciaccona in sol min. di Tomaso Antonio Vitali. In scena Mattia Semperboni, appena promosso solista del Corpo di Ballo. “Quando ho ricevuto una telefonata da Vasiliev ero in un museo e stavo osservando il minotauro… ho immediatamente immaginato lui nel minotauro che stavo guardando. Era una bomba già sulla carta. Poi Natalia Osipova (che era la compagna di Vasiliev, ndr), mi chiamò per propormi la musica di Vitali. Mi hanno servito un piatto magnifico e per me è stato molto facile creare questo pezzo. Lo stile? Un classicismo sporco, dove gli assi e le linee si spezzano” racconta de Bana, già Principal al Béjart Ballet e alla Compañia Nacional de Danza con Nacho Duato. E sottolinea: “Quando ho visto Mattia Semperboni ho avuto l’impressione che avesse qualcosa di tutti questi ingredienti”.

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Birds walking on water di Natalia Horecna

 

A Natalia Horecna il direttore del Corpo di Ballo Manuel Legris ha affidato un nuovo lavoro, nato nelle sale ballo con gli artisti della Scala: Birds walking on water su musica di Arvo Pärt (Darf ich…), Jean Sibelius (il secondo e terzo movimento del Concerto per violino e orchestra op. 47) e Vladimir Martynov (Come in!,primo movimento). Una creazione per la quale Horecna firma anche le scene e i costumi.

“E’ un pezzo nato per Mick Zeni, uno straordinario ballerino che sta per concludere la sua carriera” spiega la coreografa free lance che ha danzato con Hamburg Ballett, Nederlands Dance Theatre e Scapino Ballet. E aggiunge: “Mi sono ispirata anche all’idea di Gesù che cammina sulle acque, è un’immagine che rappresenta qualcosa che accade seppur impossibile. Ecco, credo che dopo tutto quello che abbiamo passato con il Covid sia arrivato il momento di trovare dentro di noi qualcosa che possa diventare possibile, una nuova libertà”. Accanto a Mick Zeni sul palco Antonella Albano con Massimo Garon, Chiara Fiandra con Edoardo Caporaletti, Marta Gerani con Gioacchino Starace, e ancora Denise Gazzo, Giulia Schembri, Linda Giubelli, Camilla Cerulli, Serena Sarnataro, Francesco Mascia, Andrea Crescenzi, Domenico Di Cristo, Eugenio Lepera, Marco Messina.

Tristan and Isolde di Krzysztof Pastor

 

Spazio ai sentimenti con il passo a due Tristan and Isolde di Tristan Krzysztof Pastor, dalla sua produzione Tristan. Sette minuti in cui i due primi ballerini Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko devono riuscire a raccontare una complessa storia d’amore esaltata dalla musica di Wagner solo con il corpo, senza usare le espressioni facciali. “E’ una riflessione sulla condizione umana, su ciò che siamo” sottolinea il coreografo che è anche il direttore del Polish National Ballet.

 The Vertiginous Thrill of Exactitude di William Forsythe

 

In chiusura un grande ritorno: dopo oltre dieci anni torna al Piermarini la firma di William Forsythe con The Vertiginous Thrill of Exactitude, uno dei suoi capolavori creato per il Frankfurt Ballet nel 1996 e presentato per la prima volta alla Scala. Sul palco Martina Arduino, Agnese Di Clemente, Gaia Andreanò, Marco Agostino, Nicola Del Freo, sulla musica dell’ultimo movimento della Sinfonia n. 9 di Franz Schubert.

“E’ un balletto che ho ballato molto e che richiede una grande conoscenza della tecnica classica – osserva Stéphane Phavorin che ne ha curato la ripresa – La scuola italiana è basata sul virtuosismo e sono sicuro che i ballerini della Scala potranno interpretarlo al meglio. E’ una dimostrazione di bravura, tecnica, gioia e gioco”.

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