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È morto Paolo Beldì, regista dei dettagli: ha firmato programmi cult di Fazio a Celentano

Spettacolo
©Ansa

Avrebbe compiuto 67 anni il prossimo 11 luglio: si è spento all’improvviso nella sua casa di montagna a Magognino, una frazione di Stresa. In trent’anni di carriera, sua la firma di tante trasmissioni televisive di successo: da Quelli che il calcio, ad Anima Mia a tre Festival di Sanremo, fino a Francamente me ne infischio e Rockpolitic. Amava indugiare sui particolari: da un calzino abbassato a una scarpa. Celebre il caso di quando riprese uno spettatore addormentato nella platea di Sanremo

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Il regista Paolo Beldì si è spento venerdì sera all’improvviso nella sua casa di montagna a Magognino, una frazione di Stresa (provincia del Verbano-Cusio-Ossola). Avrebbe compiuto 67 anni il prossimo 11 luglio. Beldì è stato l’anima di tante trasmissioni televisive di successo: sua la firma in programmi iconici di Fabio Fazio come Quelli che il calcio, Anima Mia e i Festival di Sanremo, ma anche di Adriano Celentano e di tantissimi altri.

È morto il regista Paolo Beldì

Beldì è stato trovato senza vita nella sua casa di Magognino. A dare l’allarme è stata un’amica. Il regista, nella serata di venerdì 2 luglio, era atteso al circolo di Levo per seguire la partita della nazionale italiana contro il Belgio, ma non si era fatto vedere.

Chi era Paolo Beldì

Paolo Beldì era nato l’11 luglio 1954. Novarese, figlio di un pubblicitario, super appassionato di calcio e tifoso sfegatato della Fiorentina, aveva esordito come comico in radio. Negli anni Ottanta, poi, era passato alla regia nella neonata Fininvest per programmi di intrattenimento e sportivi, da Banzai a Mai dire Mundial. Nello stesso periodo aveva firmato come autore, con Roberto Negri, le musiche originali di Drive in per quattro anni e aveva poi esordito nel varietà grazie ad Antonio Ricci, che lo aveva chiamato a dirigere prima Lupo solitario e dopo Matrjoska. Negli anni Novanta era passato alla Rai: regista, tra gli altri, di Mi manda Lubrano e poi di Svalutation con Celentano.

Il regista dei dettagli

È proprio con una trasmissione Rai, Diritto di replica, insieme a Fabio Fazio e Sandro Paternostro, che viene fuori quella che sarà sempre la sua firma: l'indugio sui dettagli. Da un calzino abbassato a una scarpa. Particolari che spesso creano il caso, come quando riprese uno spettatore addormentato nella platea di Sanremo.

I programmi storici

In trent'anni di carriera è stato dietro la macchina da presa di tantissimi programmi storici. Non solo quelli di Fazio, ma tante volte anche con Celentano: Francamente me ne infischio (1999), Rockpolitic (2005), La situazione di mia sorella non è buona (2007). Sua la regia di tre Festival di Sanremo, i due condotti da Fazio e poi nel 2006 per Panariello. Ha scritto anche tre libri: il primo nel 1996 ("Perché inquadri i piedi?") dedicato proprio alla sua scelta di curare i particolari, gli altri alla sua passione viola.