Antonello Venditti: “Il ddl Zan ce l’ho dentro. Io bullizzato fino a 16 anni”

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Il cantautore romano, che tornerà a esibirsi dal vivo dal 3 luglio, si racconta in un’intervista a La Stampa: “Cantare è un modo per esprimere me stesso e la mia diversità. Ero complesso e complessato da adolescente”. E sul decreto contro omofobia e discriminazioni: “Mi sembra così normale che mi pare assurdo doverlo scrivere in una legge”

Antonello Venditti, in un'intervista a La Stampa, in cui si racconta a tutto tondo, si schiera a favore del Ddl Zan. “Non ho bisogno di sottoscrivere il decreto Zan: ce l’ho dentro. Nel mio profondo sono un anarchico, per me conta il mio diritto naturale, la mia coscienza. Non ho bisogno di regole. Ma mi rendo conto che in questi tempi confusi c’è bisogno di atti formali che ribadiscano la civiltà. Mi sembra così normale che mi pare assurdo doverlo scrivere in una legge”, dice il cantautore romano.

"Bullizzato fino a 16 anni"

L’artista tornerà a esibirsi dal vivo in tutta Italia con Unplugged special 2021, una serie di concerti con una band di cinque musicisti a partire da sabato 3 luglio allo Stupinigi Sonic Park, . “Cantare - prosegue Venditti - è un modo per esprimere me stesso e la mia diversità. Non so far altro che parlare di me. La musica per me è una compagna di vita da sempre. Sono stato un adolescente molto solo, bullizzato fino a 16 anni. Ero talmente complesso e complessato che ho rischiato il suicidio molte volte. Le canzoni sono nate da quel dolore, anche se a volte, prendi “Marta”, mi nascondevo dietro a un altro nome”.

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"Ci vorrebbe un amico, sempre"

Venditti confessa che quando apprende notizie su ragazzi bullizzati si sente come quando lui stesso da adolescente visse la stessa esperienza e cita uno dei suoi più grandi successi: “Devi essere molto forte dentro, credere in te stesso e credere in quello che sei. Ecco perché c’è bisogno di amici, di una società che si interessi di te anche se sei piccolo. Ci vorrebbe un amico, sempre”.

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