Campania Teatro Festival, un mese tra teatro, musica e letteratura

Spettacolo

Sabrina Rappoli

Dal 12 giugno all'11 luglio va in scena il Campania Teatro Festival, una rassegna multidiscilpinare che punta sul contemporaneo, senza dimenticare i collaudati autori classici.

Lo dirige con entusiasmo e passione Ruggero Cappuccio, scrittore e regista tra i più interessanti della scena contemporanea. Il Campania Teatro Festival è pronto ad aprire il sipario, dopo i mesi difficili della pandemia, che hanno costretto i teatri a restare chiusi, in attesa di una sospirata ripartenza.

"E' una rassegna che privilegia le scritture contemporanee”, afferma il direttore, "perché è necessario che gli italiani e non solo gli italiani, vivano le loro possibilità di esplorazione attivando le loro scritture in teatri, sperimentandole con attori, con registi e con un pubblico”.

otto palcoscenici nel parco della reggia di capodimonte

Otto saranno i palcoscenici all’aperto, nel bellissimo Parco della Reggia di Capodimonte, trasformato in una sorta di cittadella teatrale; mentre il progetto in cartellone, che si intitola “Il sogno reale”, attiva un’azione relativa al pensiero culturale dei Borbone.

“Il teatro”, sostiene Cappuccio, “è un’Arte singolarissima, perché dimostra l’esistenza di fatti mai accaduti, mai accaduti all’esterno di noi, ma dentro di noi”.

Di più. “Cosa ci spinge a sintonizzarci con una storia di duemila e più anni fa?  A commuoverci per quella storia, a partecipare a quella storia? E’ il cosiddetto avvenimento interiore, le cose che accadono dentro di noi e che non sono visibili superficialmente, all’esterno”.

il teatro non guarisce le nostre ferite, le cura

“Andare a teatro è una sfida, una lotta, una battaglia, è conservazione del proprio equilibrio psichico”, spiega Cappuccio. “Ci siamo tutti molto preoccupati di proteggere il corpo, in questo periodo. La mente chi l’ha protetta, noi come l’abbiamo protetta?”, si chiede.  

“Il teatro non ha il compito di guarire le ferite, ma di leggerle, di capirne l’essenza, di mettere al servizio del mondo il valore della ferita, per rendere tutti più forti”.

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