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Partita del cuore, Aurora Leone: “Cacciata perché donna”. Si dimette dg Nazionale Cantanti

Spettacolo

L’attrice, insieme al collega Ciro Priello, racconta di essere stata allontanata dal tavolo della Nazionale Cantanti dal direttore generale Gianluca Pecchini, durante la cena ufficiale. Dopo una lunga serie di messaggi di solidarietà, è intervenuto come presidente e capitano della squadra Enrico Ruggeri: "Presi dei provvedimenti, Aurora ti aspettiamo". E infine è arrivato il passo indietro di Pecchini: "Mi dimetto, la responsabilità è mia". La partita si è comunque giocata: calcio d'inizio affidato alle Juventus Women.

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“Sei una donna, tu non puoi stare seduta qui, queste sono le nostre regole”. Aurora Leone, convocata a partecipare alla partita di beneficenza tra Nazionale Cantanti e Campioni per la Ricerca (GUARDA LE IMMAGINI DELLA PARTITA COL CALCIO D'INIZIO DELLA JUVENTUS WOMEN), durante la cena pre match è stata invitata a lasciare il posto che occupava al tavolo della Nazionale cantanti, non perché esponente dell’altro team ma perché donna. Questo è quanto denunciato dalla giovane attrice, comica casertana di 22 anni membro del collettivo comico The Jackal, nelle storie di Instagram con accanto il collega Ciro Priello, altro membro dei The Jackal, vincitore della prima edizione italiana di "LoL". 

Immediate le polemiche e la scia di solidarietà ad Aurora. Così, dopo una prima replica subito rimossa dalla Nazionale dei Cantanti apparsa sui social, in cui prendevano le distanze da ogni forma di discriminazione, in veste di presidente e capitano della squadra è intervenuto Enrico Ruggeri che, in una breve diretta Instagram, ha annunciato che sono stati presi dei provvedimenti e ha invitato l'attrice a scendere in campo. E a stretto giro di posta è arrivata la nota ufficiale di Gianluca Pecchini, dg della Nazionale Cantanti, che ha annunciato le proprie dimissioni: "Mi assumo la responsabilità di quello che è accaduto dimettendomi dal mio incarico in attesa

di parlare personalmente con Aurora Leone. Ci tengo però a sottolineare, a

scanso di equivoci, che nessun artista si è reso conto dell'episodio in questione; i presenti si sono accorti di quello che stava accadendo nel momento in cui Aurora e Ciro si sono alzati per andare via".

LA DENUNCIA SU INSTAGRAM 


“Io non sono l’accompagnatrice di Ciro, sono stata convocata”, ha risposto così Aurora a Gianluca Pecchini, direttore generale della Nazionale Italiana Cantanti che le chiedeva di spostarsi a un altro tavolo come ha raccontato lei stessa su Instagram. Secondo la ricostruzione la replica è stata: “Non mi far spiegare perché non puoi stare qui, alzati!”. Leone ha continuato affermando di aver fatto presente anche a un altro membro dell’organizzazione che le si era avvicinato di avere una convocazione e di aver anche dato la taglia per i completini sportivi da indossare in campo. La risposta: “I completini te li metti in tribuna, da quando in qua le donne giocano”. Aurora e Ciro hanno raccontato di essere stati cacciati dall’albergo, a nulla è valsa la solidarietà di alcuni dei cantanti presenti all’accaduto tra i quali Eros Ramazzotti, tantomeno le scuse del Presidente della Fondazione Piemontese per la ricerca contro il cancro. Leone e Priello, pur sostenendo il progetto che nasce per raccogliere fondi a scopo benefico, non parteciperanno all’evento in programma all’Allianz Stadium di Torino, perché a loro dire sono stati cacciati. I due attori chiedono di donare alla ricerca, bollando l’accaduto come una questione assurda, e medievale. 

LA REPLICA

 

A stretto giro la replica della Nazionale Cantanti arrivata su Instagram ma scomparsa poco dopo di cui si possono trovare degli screenshot in rete. "Non accettiamo arroganza, minacce e violenza verbale - si legge - Alessandra Amoroso, Madame, Jessica Notaro, Gianna Nannini, Loredana Berté, Rita Levi Montalcini sono solo alcuni dei nomi delle tantissime donne che, dal 1985 (anno in cui abbiamo giocato a San Siro, per la prima volta , contro una compagine femminile), hanno partecipato e sostenuto i nostri progetti. Il nostro staff è quasi interamente composto da donne, come quest'anno sono donne le conduttrici e la terna arbitrale della "partita del cuore". E ancora: la Nazionale Italiana Cantanti “non ha mai fatto discriminazioni, di sesso, fama, genere musicale, colore della pelle, tipo di successo, e followers. C'è solo una cosa, prosegue la nota, nella quale non è mai scesa a compromessi: noi non possiamo accettare arroganza, minacce, maleducazione e violenza verbale dai nostri ospiti”.

Eros NON SCENDE IN CAMPO. Ruggeri: "Aurora ti aspettiamo"

 

A nome della squadra ha preso subito posizione Eros Ramazzotti. "Noi della NIC (Nazionale italiana cantanti) - scrive il cantante sul proprio profilo Instagram - non siamo stati coinvolti direttamente nella vicenda scaturita dal comportamento di due persone dello staff. Stavamo parlando tra di noi mentre cenavamo, abbiamo sentito delle voci alzarsi senza capire cosa stava succedendo. Io ho provato a recuperare la situazione - racconta ancora Ramazzotti - che era oramai precipitata". E nelle ore successive Ramazzotti ha annunciato su Instagram il proprio forfait dalla Partita del Cuore: "Sono da sempre contro ogni forma di violenza e mi dissocio completamente da ogni atteggiamento discriminatorio. La Nazionale Cantanti nasce su altri presupposti e con l’ambizione di essere un modello positivo ma a queste condizioni, con questa dirigenza, non me la sento di scendere in campo". E sono molti i cantanti che sono intervenuti sui social, esprimendo le loro perplessità, da Ermal Meta ad Andro dei Negramaro. Oltre a Ramazzotti degna di nota la story su Instagram di Alberto Cazzola dello Stato Sociale: "Non posso accettare il clima che si è creato e le mancanze evidenti nella comunicazione: non ho alcuna serenità nello scendere in campo stasera, quindi non lo farò". E nel primo pomeriggio era intervenuto anche uno dei leader storici della squadra, Enrico Ruggeri, Presidente e Capitano della Nazionale Cantanti, che in una breve diretta Instagram aveva annunciato i primi provvedimenti contro chi ha allontanato Aurora Leone e la invita a scendere in campo. "Quello che posso fare è mostrare la maglia di Aurora e se qualcuno la conosce ditele che noi la stiamo aspettando in campo per cercare di porre rimedio a questo incidente per il quale abbiamo preso provvedimenti. Ma la cosa importante è ritrovarci tutti assieme perche' tutto questo è più importante di qualsiasi altra cosa. Aurora, se vuoi noi siamo pronti: abbiamo un posto per giocare e per renderci utili".

 

Il caso di Aurora ha suscitato un coro di solidarietà. La sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali su Twitter: "Quanto denunciato da Aurora Leone è l'ennesima triste attestazione di quanta strada ci sia ancora da fare. 'Da quando in qua le donne giocano a calcio' evidenzia la necessità di tanta cultura sportiva. Si punta al cuore, ma qui bisogna ricominciare dal cervello!". 

Su Facebook la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro si è schierata a difesa di Aurora: "Viviamo la vicenda con profondo rammarico. Portiamo avanti da sempre i valori della solidarietà e della condivisione  e anche questa volta vogliamo ritrovarci tutti insieme in campo, uniti in un unico obiettivo: sostenere la Ricerca. La lotta contro il cancro non si può fermare: proprio come dice #AuroraLeone dei The

Jackal niente deve in alcun modo contrastare la causa meravigliosa per cui si organizzano queste partite!". Anche uno dei fondatori della Partita del Cuore, Gianmarco Mazzi, non ha fatto mancare il suo appoggio ad Aurora Leone: "Mi associo alla decisione di Eros Ramazzotti presa a tutela dei 40 anni di storia del progetto". E anche Fedez (che con i The Jackal ha recentemente condiviso l'esperienza a "LOL") ha espresso la sua solidarietà ad Aurora, scrivendo in una story su Instagram: "Sconcertante che un evento benefico si trasformi nella saga del machismo. Onestamente fa specie il silenzio dei partecipanti all'iniziativa che hanno assistito alla scena. Ciro, organizziamoci noi una partitella di basket benefica, quando volete". Messaggi di condanna anche da parte di Rula Jebreal ("La discriminazione delle donne in Italia è una pandemia che contagia tutti"), della sindaca di Torino Chiara Appendino ("Un episodio fuori dalla storia") e dell'ex Presidente della Camera Laura Boldrini: "A tutti coloro che dicono che nel Paese non esistono misoginia e maschilismo, ecco che puntuale arriva l'ennesima vicenda a smentirli. Le donne vogliono giocare in ogni ambito da protagoniste. Mettetevi l'anima in pace. Non molliamo". Ma la partita si è giocata ugualmente: a dare il calcio d'inizio, alle 20:45, la squadra femminile della Juventus, appena laureatasi campione d'Italia con 22 vittorie su 22 in campionato, in campo per i primi minuti del match prima di lasciare il posto alla Nazionale Cantanti. E intorno alle 17 era arrivato anche il tweet di condanna di Gianluigi Buffon: "Una raccolta di beneficenza, inclusiva per definizione, non può trasformarsi nel teatro di assurde discriminazioni sessiste. Sono senza parole di fronte a tanta idiozia".