Carlo Verdone ospite a Stories, "Quella volta che...". VIDEO

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Nel nuovo appuntamento del ciclo di interviste dedicate al mondo dello spettacolo con il vicedirettore Omar Schillaci, il celebre attore e regista romano si racconta tra riflessioni, aneddoti e ricordi. Da Sordi a Fellini, da Gilmour a Plant, dai suoi esordi al suo ultimo film

È Carlo Verdone il protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai protagonisti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, il celebre attore e regista romano si racconta in un’intervista in onda su Sky TG24, su Sky Arte, venerdì 21 maggio alle 18.30 e sempre disponibile On Demand. Con la regia di Francesco Venuto, il programma ne  ripercorre la carriera ultraquarantennale attraverso le passioni private (medicina, musica, burattini e marionette) aneddoti personali e le figure che più hanno influenzato la sua carriera, a iniziare dalla madre che lo costrinse, chiudendolo fuori di casa, a recitare nel suo primo spettacolo teatrale all’Alberichino di Roma (“Vai fregnone, un giorno mi ringrazierai: si vive una volta sola!”) nonostante fosse terrorizzato dalla presenza dei critici (“Non pensavo di poterli sostenere ”). Uno dei quali, Franco Cordelli, fu l’unico spettatore dello spettacolo successivo che però recensì positivamente (“Da quel giorno le repliche aumentarono e per quindici giorni ebbi la sala più grande al posto di Paolo Poli”). Anche se alla fine degli anni ’70, da giovane promessa della comicità italiana, Verdone immaginava che la sua carriera “sarebbe durata molto meno”.

"uno della porta accanto"

“Dopo ‘Un sacco bello’ – racconta il regista parlando del suo esordio e primo grande successo cinematografico - non ci capivo niente, mi facevano interviste, avevo copertine, mi invitavano a dibattiti televisivi con la crema del cinema italiano con al centro il mio film. Ma – ricorda - l’episodio che mi fece capire quanto il pubblico stesse iniziando ad amarmi fu quando andai a vedere un concerto dei Police al Palasport di Roma e 20 mila persone iniziarono a scandire il mio nome. Ebbi un’ovazione più forte che all’ingresso dei Police. Là mi emozionai per la prima volta, e capii che il pubblico mi voleva bene e apprezzava quello che stavo facendo. Mi stavano adottando come uno della porta accanto”. 

 

A proposito dei luoghi comuni che oramai lo accompagnano, ribadisce che non è un ipocondriaco (“Sono solo un appassionato di medicina”), mentre ammette di aver sofferto di attacchi panico solo agli inizi della notorietà quando era uno dei protagonisti più apprezzati di ‘Non Stop’ storico programma tv della Rai, fucina di talenti comici. Precisa di non essere depresso ma “malinconico” (“il depresso non può fare l’attore, non ha creatività”), aspetto del proprio carattere che rivendica con forza: “Essere malinconici è bello, è una coperta sotto la quale provi tanti piaceri che è difficile condividere con gli altri. Fa parte di me”. Verdone ricorda anche come questa cifra personale e stilistica emerga chiaramente in tutti i suoi film degli inizi come ‘Un sacco bello’, ‘Bianco, rosso e Verdone’ e in particolare ‘Compagni di scuola’ (“Una commedia d’autore in cui trionfa la malinconia”). Delle opere realizzate fino ad oggi è generalmente soddisfatto anche se ritiene “forse” l’ultimo ‘Si vive una volta sola’  - in omaggio allo sprone ricevuto dalla madre a non arrendersi – tra i suoi film migliori. Si tratta, spiega, di “una storia di amicizia fra professionisti impeccabili che però hanno una vita privata disastrata”, visibile in streaming su Amazon e attraverso la piattaforma Sky Q.

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tra ricordi e aneddoti

Verdone, noto anche per la sua grande passione e competenza musicale, rivela di non vivere la propria vita “da protagonista ma da fan, a casa mia i cimeli dei mie film sono in disparte – racconta – mentre sono in bella mostra le fotografie di tutte le persone che hanno significato qualcosa per me: David Lynch, Alberto Sordi,  Federico Fellini, Robert Plant, Jimmy Page, Pete Townsend, David Gilmour” e ricorda un aneddoto nel quale interruppe la meditazione di Carlos Santana prima di un concerto per ottenere una foto in sua compagnia. In una vita piena di incontri ed aneddoti divertenti, l’attore ricorda quando da studente aveva la passione per burattini e marionette (“Lavoravo in una compagnia di burattini, mi piaceva interagire con il pubblico dei bambini”) per seguire la quale, grazie al padre, riuscì a frequentare l’Accademia Famu di Praga. Alla fine del corso “decisi di rubare come souvenir una bandierina russa”, ma fu scoperto. E solo grazie all’intervento del padre, che lo schiaffeggiò davanti al funzionario che lo interrogava, riuscì ad evitare l’arresto.

 

Ma ricordando un altro episodio in cui un non più giovane Alberto Sordi, cadendo accidentalmente in strada, fu apostrofato da un parcheggiatore con: “Se semo ‘nvecchiati Albe’ … ”, amaramente ammette come alla “alla fine della carriera ci sia sempre uno sberleffo, come se venisse cancellato tutto quello che è stato fatto e dato”.

 

Durante la messa in onda dell’intervista comparirà in vacanza un QR Code che permetterà, inquadrandolo con la telecamera del proprio smartphone, di accedere a una serie di contenuti speciali dedicati al cantante, disponibili sul sito Skytg24.it. Tutte le interviste di “Stories” sono anche proposte tra i podcast di Sky TG24, sul sito skytg24.it e sulle principali piattaforme di podcasting.

 

STORIES – CARLO VERDONE, IN ONDA LUNEDÌ 17 MAGGIO ALLE 21 SU SKY TG24 (CANALI 100 E 500 DI SKY E CANALE 50 DEL DTT), VENERDÌ 21 MAGGIO ALLE 18.30 SU SKY ARTE (CANALE 120 DI SKY) E DISPONIBILE ON DEMAND E SU SKYTG24.IT

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