L’attrice ha detto che, quando negli anni passati ha denunciato di essere stata vittima di violenze domestiche da parte di un partner, si riferiva al cantante. “Ha cominciato ad adescarmi che ero ancora teenager. Mi ha lavato il cervello, riducendomi in sottomissione. Ora ho finito di vivere nella paura di rappresaglie, calunnie o ricatti”, ha scritto su Instagram. Nessun commento da Manson
Evan Rachel Wood accusa Marilyn Manson: è lui, ha spiegato, il partner a cui si riferiva quando nel corso degli anni si è dichiarata vittima di violenze domestiche. Nessun commento è arrivato dal cantante. In passato i suoi portavoce avevano negato accuse simili. L’attrice e Manson hanno avuto una relazione diventata pubblica nel 2007: lei aveva 19 anni e lui, 38enne, stava divorziando dall'attrice burlesque Dita von Teese. La coppia nel 2010 aveva anche annunciato il matrimonio, ma poi si era separata pochi mese dopo senza arrivare alle nozze.
Le accuse di Evan Rachel Wood a Marilyn Manson
L’attrice di “Westworld” ha parlato di Marilyn Manson in un post su Instagram. "Il nome è Brian Warner. Ha cominciato ad adescarmi che ero ancora teenager e per anni ha orrendamente abusato di me", ha detto. Brian Warner è il vero nome del cantante. “Manson mi ha lavato il cervello, riducendomi in sottomissione. Ora ho finito di vivere nella paura di rappresaglie, calunnie o ricatti. Sono qui per mettere in piazza il pericolo che rappresenta e avvertire le molte industrie che lo hanno agevolato prima che possa rovinare altre vite”, ha aggiunto.
I racconti dell’attrice e il sostegno a una legge della California
Almeno altre quattro donne, in risposta alle accuse di Evan Rachel Wood, hanno postato le loro esperienze raccontando di aver subito da Manson atti di violenza anche sessuale, abusi psicologici e altre forme di coercizione. L’attrice aveva cominciato a parlare di violenze subite nel corso di una relazione, senza rivelare il nome del partner, in un articolo di “Rolling Stone” del 2016. Nel 2019 aveva sponsorizzato una legge dello Stato della California, il Phoenix Act, che proroga da tre a cinque anni i termini della prescrizione per i reati di violenza domestica. All'epoca, testimoniando davanti al Parlamento californiano, aveva detto di aver cercato più volte di trovare il coraggio di lasciare il partner, “ma lui chiamava incessantemente minacciando di uccidersi. Una volta che tornai per disinnescare la situazione, mi ordinò di inginocchiarmi in un angolo della stanza. Mi legò mani e piedi e cominciò a picchiarmi e a mandare scosse elettriche su parti private del corpo con uno strumento di tortura. Era il suo modo di assoggettarmi. Il dolore era incredibile e una parte di me morì quel giorno". All'epoca della deposizione, sui media era circolato il nome di Manson come possibile molestatore e un giornalista aveva ripescato una vecchia intervista alla rivista "Spin" in cui il cantante aveva rivelato "fantasie quotidiane di spaccare il cranio di Wood a colpi di mazza". Lo scorso autunno Manson aveva bruscamente interrotto un faccia a faccia con la rivista musicale britannica "Metal Hammer" quando l'intervistatore aveva fatto il nome dell’attrice.