50 anni di Pippi Calzelunghe, l’intervista all’attrice Inger Nilsson

Spettacolo

Camilla Sernagiotto

In occasione dell’anniversario dei 75 anni dall’uscita del libro e dei 50 anni dalla prima messa in onda italiana della serie, DeaJunior festeggia con la maratona “Pippi sei mitica” e con il documentario “Ecco sono qui - In viaggio alla scoperta di Pippi Calzelunghe” (in onda il 5 e il 6 settembre). Abbiamo chiacchierato con Inger Nilsson, l’attrice che ha interpretato il mitico personaggio nato dalla penna di Astrid Lindgren. Ecco cosa ci ha raccontato

Dirompente, anticonvenzionale, precorritrice dei tempi. In una parola, anzi due: Pippi Calzelunghe.

Il mitico personaggio nato dalla penna della scrittrice svedese Astrid Lindgren e diventato più famosa di Peter Pan (senza nemmeno bisogno di vedersi intitolata una sindrome) compie quest’anno due anniversari importanti.

Il 2020 è un anno cruciale per Pippi Långstrump, come si chiama nella versione originale svedese: si festeggiano i 75 anni dall’uscita del bestseller della Lindgren e i 50 anni dalla prima messa in onda italiana della serie, avvenuta il 6 settembre 1970 sulla Rai.

Per augurare tanti auguri a lei, la mitica bambina dai capelli rossi piena di lentiggini e joie de vivre (ma vivre fuori dagli schemi), DeAJunior, il canale 623 in esclusiva su Sky dedicato ai ragazzi e ai genitori del gruppo De Agostini Editore, manderà in onda il 5 e il 6 settembre a partire dalle ore 13.05  “Pippi Sei Mitica”, una programmazione speciale con tutti gli episodi della serie in maratona.

La serie sarà poi trasmessa a partire da lunedì 7 settembre, dal lunedì al venerdì, ogni giorno alle ore 9.10 sempre su DeAJunior.

In occasione dei due compleanni di Pippi, quello letterario e quello televisivo, abbiamo chiacchierato con l’attrice Inger Nilsson, colei che ha dato i natali alla Calzelunghe della serie. Nonché quella che ormai è entrata a pieno titolo nell’immaginario comune.

Incredibilmente ci ha svelato che in lei non c’è moltissimo di Pippi… Chi l’avrebbe mai detto? Nessuno, nemmeno Pippi stessa. « Mi sentivo più come Annika, l’amica di Pippi che se ne stava con la madre. Ero timida, il contrario del mio personaggio insomma».

Ma l’onore di avere incarnato una bambina-icona del calibro della Långstrump è ciò che fa bruciare d’orgoglio il cuore di Inger: «Tutti vorrebbero essere come Pippi perché è fantasiosa, cortese, spontanea e soprattutto perché fa ciò che vuole. Inoltre la Svezia è stata conosciuta internazionalmente negli anni Settanta attraverso gli ABBA e Pippi. Quindi per me non può che essere un onore incarnare un simbolo della mia Nazione».

Non si sbilancia nel rivelarci come sarebbe oggi Pippi Calzelunghe, in questo strano (per non dire assurdo) 2020: «Molti mi chiedono come sarebbe da adulta Pippi ma per me è un eterna bambina, così deve essere e rimanere. Lei addirittura prende delle pillole per non crescere, non vuole diventare grande quindi non facciamole questo torto. Anche se in qualcosa ricorda Greta Thunberg, dalle trecce al coraggio di parlare con gli adulti senza remore, il personaggio di Astrid Lindgren è nato per fare divertire, in piena leggerezza».

Se per tanti bambini-prodigio dello show-biz è risultato a dir poco problematico (spesso devastante) essere travolti dalla fama da giovanissimi, per la Nilsson invece non è stato così: «La popolarità è sempre stata parte integrante della mia vita. Sono stata e continuo tutt'ora a essere assediata da giornalisti e da fan eppure mi ci sono abituata velocemente. È diventato normale per me, anzi: questa per me è la normalità, non conosco altro. Contate che in Svezia al tempo esisteva un solo canale televisivo e quindi tutti guardavano Pippi Calzelunghe. Chiunque mi riconosceva in giro e anche oggi è così. Alcuni hanno cercato di collegare al mio precoce successo qualcosa di negativo, ad esempio una delle fake news peggiori uscite sul mio conto sosterrebbe che io abbia avuto un problema con l’alcol, cosa non vera. Una volta una giornalista mi ha spiazzato domandandomi perché io bevessi così tanto e le ho risposto che non era affatto vero».

Come però spesso succede agli attori che interpretano personaggi assai iconici e caratterizzati, Pippi per Inger Nilsson è stata pure una gabbia. Dorata, d'accordo, ma comunque sempre con sbarre limitanti. «I registi non volevano lavorare con me perché dicevano che ero troppo riconoscibile, immediatamente riconducibile a Pippi. Ho dovuto lottare di più rispetto a colleghi la cui carriera non è incominciata con interpretazioni del genere».

Oggi l’attrice si divide tra teatro e televisione, lavorando con la stessa passione di quando era giovanissima e interpretando i più svariati personaggi. Perfino il genere crime l'ha accolta a braccia aperte, impegnandola nei panni di una anatomopatologa: «Quest’estate ho recitato solo all’aperto a causa del Covid-19. Ho fatto tante cose in un piccolo teatro en plein air in Svezia. Tra due settimane invece riprenderò a girare una serie poliziesca in cui recito dal 2006».

Nel suo cuore continua però a pulsare quel mitico set che l’ha lanciata, quello che ha condiviso con i colleghi Maria Persson e Pär Sundberg, rispettivamente interpreti di Annika e Tommy Settergren. «Siamo rimasti in ottimi rapporti io, Maria e Pär. Ci sentiamo spesso, soprattutto via internet dato che entrambi si sono trasferiti in Spagna. Un’amica che porto nel cuore è anche Astrid Lindgren, l’autrice di Pippi Calzelunghe. Veniva quasi sempre sul set, anche quando giravamo all’estero. Addirittura a volte suggeriva lei le location in cui sarebbe stato meglio girare, ad esempio Dubrovnik, una sua idea perché se ne era innamorata in vacanza. Essere amica di Astrid è stato un privilegio. Ti faceva sentire speciale, al centro dell’universo. Siamo state molto legate fino alla sua scomparsa e la ricordo con un enorme affetto. Sono stata tanto fortunata ad averla avuta come amica».

E a chi chiedere cosa direbbe Pippi alle bambine di oggi se non a lei, alla bambina che è stata davvero Pippi?

Con quegli occhi azzurri e vispi che ancora sprigionano tutto l’entusiasmo e l’energia della rossa Calzelunghe, nonostante siano passate non poche primavere (addirittura mezzo secolo tondo tondo), Inger Nilsson ci ha regalato un messaggio che vogliamo riportare a tutte le bambine e i bambini di oggi e di domani:

«Pippi vi direbbe: siate voi stessi, vestitevi come vi pare, fate quello che volete. Siate quello che siete».

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