Rita Ora, James Blunt e altri 700 artisti firmano una lettera contro il razzismo

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Artisti, manager, produttori, compagnie: tantissime le personalità dell’industria musicale britannica che hanno firmato una lunga lettera aperta per invitare le persone a “restare unite” e a “spazzare via il razzismo”. Tra loro ci sono anche Lewis Capaldi, Little Mix, Nile Rodgers e tanti altri, tutti insieme per combattere le discriminazioni

Artisti, manager, produttori, compagnie: oltre 700 personalità dell’industria musicale britannica hanno scritto una lettera aperta per invitare le persone a “restare unite” e a “spazzare via il razzismo”. Tra loro ci sono James Blunt, Rita Ora, Lewis Capaldi, Little Mix, Nile Rodgers e tanti altri. Tutti insieme per combattere le discriminazioni. Un’iniziativa arrivata a una settimana da quando il rapper inglese Wiley aveva pubblicato su Twitter alcune frasi antisemite.

“Diamo il peggio di noi quando ci attacchiamo l’un l’altro”

“Diamo il peggio di noi quando ci attacchiamo l’un l’altro”, hanno scritto i firmatari nel testo collettivo. Una lettera aperta per dire che “l'amore, l'unità e l'amicizia, e non la divisione e l'odio, devono e saranno sempre la nostra causa comune”. Una lettera per combattere il razzismo in ogni sua forma: “Sia che si tratti di razzismo sistemico e disuguaglianza razziale, come è stato messo in evidenza dalle continue brutalità della polizia in America oppure l’antisemitismo di cui spesso si legge online, il risultato è lo stesso: sospetto, odio e divisione”.

Hanno firmato in 700

Tra i firmatari ci sono anche The 1975, MNEK, Clean Bandit, Yungblud, Labrinth, Biffy Clyro, Mabel, Years & Years, Jess Glynne, Jonas Blue, Niall Horan, Naughty Boy, Grace Carter e Joy Crookes. E poi ci sono anche il manager di Ed Sheeran, Stuart Camp, e il manager di Stevie Wonder, Keith Harris. Lo hanno firmato, insieme al presidente di EMI ed etichette come Universal Music UK, Warner Music UK e Sony Music UK. Ma gli organizzatori della lettera hanno detto che chiunque voglia aggiungere il proprio nome alla lettera può farlo nella prossima settimana.

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"La musica insegna a essere uniti"

“Tutte le forme di razzismo hanno le stesse radici: ignoranza, mancanza di istruzione e individuazione di un capro espiatorio”, prosegue la lettera. “Noi, l'industria musicale britannica, ci stiamo unendo con orgoglio per amplificare le nostre voci, assumerci la responsabilità, parlare e dare la nostra solidarietà. Il silenzio non è un'opzione”. Per gli artisti è proprio la musica a insegnarci a stare uniti: “porta gioia e speranza e ci connette tutti”. “Attraverso la musica – si legge ancora - l'educazione e l'empatia possiamo trovare unità. Restiamo uniti, per educare e spazzare via il razzismo, adesso e per le nostre generazioni future".

Il caso del rapper Wiley

Il 24 luglio, il rapper Wiley, nome d'arte del 41enne Richard Cowie, ha postato vari tweet contenenti riferimenti a teorie della cospirazione antisemita. Da questo episodio era partito un boicottaggio di 48 ore contro Twitter: il social era accusato di avere aspettato troppo prima di provvedere a rimuovere il post. Una campagna a cui avevano deciso di partecipare diversi personaggi pubblici, dai deputati laburisti David Lammy e Rosena Allin-Khan all cantante Sophie Ellis-Bextor e l'attore Jason Isaacs.

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