"Pride lives on" la HBO pubblica un video per celebrare i diversi orientamenti sessuali. Giugno è da sempre il mese dell'orgoglio omosessuale le cui battaglie per i diritti civili e l'accettazione del diverso parlano la stessa lingua delle manifestazioni del "black lives matter"
"Pride lives on" ossia "l'orgoglio vive". E' con queste parole che la HBO conclude un breve video dedicato alla libertà di poter vivere il proprio orientamento sessuale, anche quando considerato sbagliato, perché diverso dalla maggioranza. In un momento in cui, scoppiata negli Stati Uniti ma rimbalzata in tutto il mondo, si sente sempre più forte l'esigenza di accettare il diverso, passando dal colore della pelle o appunto dall'orientamento sessuale, arriva l'orgoglio arcobaleno. "Il nostro io più orgoglioso" si legge appunto nel video, "tutti dicono come dovremmo essere, sono qui per dirti che tu semplicemente sei", si sente raccontare da una voce fuori campo. Gay, lesbiche, transgender, bisessuali e queer, uomini e donne che lottano prima dentro di sé e poi fuori, nel mondo, per farsi accettare, per far capire che l'amore non ha colore, età, orientamenti. E' l'insicurezza, si sente dire nel video, il sentimento che ti accompagna e con il quale devi prima imparare a convivere e poi superare: "Non permettere agli altri di abbatterti, questo è l'unico modo che hai per vivere". Sembrano parole che troviamo spesso nelle canzoni di Lady Gaga, una delle star da sempre più attive per il riconoscimento dei diritti civili degli omosessuali.
GIUGNO, IL MESE DEL "PRIDE"
Se con il termine "Pride" si include l'intera galassia LGTB+ è proprio nel mese di giugno che con parate, marce e balli si celebrano i diversi orientamenti sessuali. Il perché ha un fondamento storico. Era la notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969 quando la polizia di New York, come era solita fare, irruppe nel locale frequentato per lo più da omosessuali, lo "Stonewall Inn" nel Greenwich Village. La prassi era sempre la solita: vessazioni verbali e fisiche, denigrazioni, umiliazioni, controllo dei documenti, arresti per "atti osceni" "infrazione al buon costume" o "indecenza". Ma non quella notte. Quella volta uomini e donne trovarono il coraggio di ribellarsi e la stessa cosa accadde fuori dal locale, per la strada dove oltre 2000 persone riunitesi spontaneamente impedirono agli agenti di polizia di muoversi. Violenza, botte e feriti, 13 arresti: fu quello il bilancio della nottata ma l'orgoglio gay era definitivamente nato con i moti di "Stonewell" e non si sarebbe più fermato. L'attuale situazione di emergenza sanitaria probabilmente non permetterà in questo mese le classiche marce e parate. Appuntamenti spostati o cancellati, in alternativa si terrà il 27 giugno un "Global Pride" in streaming.