Cara Delevingne annuncia: "Resterò sempre pansessuale"

Spettacolo

La sessualità di Cara è fluida, da sempre. E lei, in copertina per Variety, ribadisce quanto sia importante la libertà

Tempo fa, Cara Delevingne aveva svelato ai suoi fan la sua sessualità fluida. Oggi, intervistata da Variety, lo ribadisce: “Rimarrò sempre pansessuale, credo”.

La modella è stata protagonista di una lunga intervista, in cui ha parlato di diritti civili e di eguaglianza.

Cara Delevingne e la pansessualità

L’occasione? Una chiacchierata via Zoom, che Cara Delevingne ha fatto con Variety dalla sua villa di Los Angeles. «Ci sono volte in cui mi sento molto femminile, altre in cui mi sento più uomo», spiega. «Penso che resterò sempre pansessuale. Non importa come ci si definisce, se lei, lui o loro: io mi innamoro della persona, sono attratta dalla persona». Cosa significa essere pansessuali? Amare, punto. Al di là che - la persona di cui ci si innamora - sia un uomo una donna, eterosessuale o omosessuale, transgender o meno.

Con 45 milioni di followers su Instagram, Cara Delevingne sa far sentire la sua voce. Ed è spesso al centro dei media, per il suo lavoro come per le sue relazioni. L’accettazione di sé non è però stata sempre semplice per lei. Paladina dei diritti civili, impegnata per sensibilizzare l’opinione pubblica circa la salute mentale dei giovani LGBTQ+, ha raccontato: «Harvey Weinstein mi disse che non potevo stare con una donna e al tempo stesso essere un’attrice». Così, nel 2017, con un post su Instagram lo smascherò. Confessò di essere stata invitata nella sua stanza d’hotel, per ottenere un ruolo in “Tulip Fever”.

Nel 2018, poi, è arrivata la confessione sulla sua sessualità. «Non ho mai pensato di dover fare coming out. Non credevo di dover dire per forza ciò che provo». Ora, però, il suo impegno è forte: ha deciso di lanciare una linea d’abbigliamento (in collaborazione con Puma) coi colori dell’arcobaleno, donando parte del ricavato ad associazioni che difendono la comunità LGBTQ+. E ha convinto l’azienda a donare 1 milione di dollari al The Trevor Project, una ONG impegnata a prevenire il suicidio tra i giovani transgender.

Principessa? Mai

Nel 2019, Cara Delevingne è finita al centro dell’attenzione per una sua dichiarazione circa il mondo Disney. Cresciuta (per sua stessa ammissione) in un ambiente privilegiato, fatto di film e di libri, ha raccontato: «Ho imparato molto, anche grazie ai film Disney e alle fiabe. Non riuscivo però ad accettare la mia sessualità. Ai tempi, vedevo che tutte le principesse Disney amavano solo uomini. Così ho capito non sarei mai potuta essere una di loro».

Così, ha deciso di lanciare un appello: «Gli studios possono fare la differenza a livello mondiale, a patto che abbandonino gli stereotipi di genere ed escano dalle zone dell'etero-normatività».

Del resto, per Cara accettarsi è stato un lungo percorso. E parte della “colpa” va alla famiglia altolocata in cui è cresciuta. «Era una famiglia repressa, ma io non volevo turbarla o deludere con le mie scelte personali. Ero profondamente depressa e infelice. Quando non accetti una parte di te stessa e non ami te stessa, è come se non esistessi proprio». Ora, Cara esiste. E il mondo lo sa.

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