Mi piacciono le persone che quando giocano, e il gioco si fa duro, rispettano le regole, non pretendono di cambiarle o, peggio ancora, vanno via sbattendo la porta. Ecco perché sono del team della duchessa di Cambridge
Kate vs Meghan, Federica Pirchio sceglie Meghan
Se dicessi che si è trattato di amore a prima vista, mentirei.
Per anni l'ho giudicata troppo prevedibile, troppo silenziosa, troppo - orrore! - costruita.
Poi, un paio di anni fa, mi sono scoperta #TeamKate senza se e senza ma. Chi delle due sia cambiata, se lei o io, resta da vedere.
Troppo prevedibile? Diciamo piuttosto che con Kate Middleton "compri quello che vedi". Solida ragazza british fino al midollo, middle class di livello, ottime scuole dove non a caso ha incontrato il suo Principe (FOTO). Waity Katie, la chiamavano con disprezzo, perché per quell'anello ha dovuto aspettare non poco. Ma lei, di quell’attesa, ha fatto tesoro. Per diventare più forte, e anche più consapevole.
Troppo silenziosa? No, o meglio non più. E' vero, nei primi anni post matrimonio (chi se lo dimentica? Aprile 2011, le Olimpiadi all'orizzonte, il lato B della sorella Pippa, la crisi finanziaria alle spalle e nessuna Brexit di cui parlare) di Kate si è saputo ben poco. E quel poco era un po' fastidioso: ossessionata dalla privacy, poco coinvolta nella vita della Firm (l'Azienda, come viene chiamata la Famiglia Reale), senza opinioni, senza passioni. Poi, però, è sbocciata. Magari ha usato i primi anni a imparare cosa fare e cosa evitare; magari ha acquisito sicurezza; magari, semplicemente, anche lei è cresciuta. Ma il suo contributo è stato decisivo per la campagna sulla salute mentale lanciata da William e Harry; e il suo impegno ha garantito luci accese sulle condizioni dei primi 5 anni di vita dei bambini britannici - e ce ne era bisogno. L'ossessione per la privacy è rimasta, ma si è evoluta: e così abbiamo scoperto che sa scattare delle belle fotografie, attraverso le quali ha fatto conoscere al paese i suoi bambini. E un poco del suo mondo.
Troppo costruita? Che poi, non sarebbe neanche "colpa" sua, piuttosto in caso dei suoi genitori. Accusati più volte di aver "programmato" la figlia per "il" salto di classe, "arrampicatori sociali" da manuale. Chissà, difficile fare il processo alle intenzioni. Di certo, Kate è preparata. Fare la Regina non è un gioco, e i principianti non sono ammessi. E prima del trono, sopravvivere alla Royal Family, contribuendo piuttosto che indebolendo, richiede tenacia, perseveranza, conoscenza del ruolo. Kate, oggi, ha tutto questo. E, in una casata segnata dai divorzi - quello di Wallie Simpson dal marito americano all’origine di un’abdicazione dolorosa, quello di Carlo e Diana nell’anno orribile per antonomasia, o quello di Harry e Meghan dalla Famiglia nella frattura più recente - Kate è un elemento che rafforza.
Infine. A me Kate sta simpatica perché è allegra; magari finge bene ma sembra piacerle quello che fa; nonostante tutto riesce a non proporsi, e dunque a non essere vista, unicamente come moglie e madre; ogni tanto perde la pazienza con i figli e anche con il marito, e d'altra parte a chi non capita. Veste come qualsiasi ragazza britannica del suo mondo, anche se sui gioielli ha un certo vantaggio. In questa fase, è la personificazione del motto preferito dalla Regina, che non a caso è una sua fan: never explain, never complain - nessuna spiegazione, nessun lamento.
Ma soprattutto mi piace perché è una commoner, neanche una goccia di sangue blu nelle sue vene. E tra tabloid e corridoi di Palazzo negli anni ne ha dovute sentire e subire di tutti i colori, lei "nipote di minatori" "indegna" di diventare Regina. Anni di insulti e pressioni, "non abbastanza" per Sua Maestà. Si dice che William abbia aspettato così tanto, per chiederla in moglie, proprio per farle capire quale pressione avrebbe dovuto sopportare - Diana docet. Kate, la lezione, l'ha imparata. E ora ne è diventata maestra. Non a caso, è una delle più amate di Casa Windsor.