Il teatro è chiuso ma i danzatori cercano modi alternativi per tenersi in allenamento: in giardino, in camera o sul balcone. Esercizi creativi raccolti in un filmato che si chiude con il messaggio simbolo dell’Italia che combatte contro il coronavirus: #andràtuttobene
E’ chiuso il sipario del Teatro alla Scala. Lo sarà, come tutti gli altri teatri, sicuramente fino al 3 aprile ma le misure restrittive decise dal governo per contrastare il coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI) potrebbero essere prorogate. Così, in attesa di poter tornare in scena, il corpo di ballo si unisce al messaggio #iorestoacasa senza smettere di danzare. Dove? In sala, camera, nel proprio giardino o balcone. Ogni maniglia, sedia, parete o comodino possono essere trasformati in una sbarra per continuare ad allenarsi. Ogni giorno. Nel video, che è stato pubblicato sui social da alcuni dei protagonisti, i danzatori si esercitano nei loro plié e tendu quotidiani, in salti, pirouette ed esercizi di stretching. I due primi ballerini Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, che sono una coppia anche nella vita, provano una presa in cortile. C’è chi si lascia andare a movimenti più liberi e contemporanei e chi utilizza le porte come quinte improvvisando entrate e uscite di scena. E ogni tanto spuntano spettatori inconsueti: bimbi, cani o gatti.
#iorestoacasa, #andràtuttobene
Il video, creato dal ballerino Marco Messina sulla musica dance “Rhythm is a dancer” degli Snap!, si chiude con i due messaggi simbolo dell’Italia che combatte contro il coronavirus: #iorestoacasa e #andrà tutto bene. Sullo sfondo gli applausi di Bolero, capolavoro di Béjart andato in scena lo scorso autunno. E in una suggestiva analogia tornano in mente le parole dello stesso coreografo nella VI lettera a un danzatore: “Ho imparato a danzare con dei grandi maestri, ho imparato a danzare camminando nella natura, ho imparato a danzare sudando in sala prove, ho imparato a danzare guardando i miei gatti, ho imparato a danzare scoprendo il mondo, ho imparato a danzare meditando nella mia camera…”
La campagna social #WeAreLaScala
Il coronavirus ha interrotto le prove di Madina, la nuova coreografia firmata da Mauro Bigonzetti con l’étoile Roberto Bolle su composizione musicale di Fabio Vacchi e libretto di Emmanuelle de Villepin dal suo romanzo La ragazza che non voleva morire, storia di una kamikaze che decide di non farsi saltare in aria. Una nuova produzione e un incontro tra le arti: danza, musica e recitazione. La prima sarebbe stata il 22 marzo. Chiuso il teatro e chiusa la sala prove. Non solo, insieme agli spettacoli, come si legge in un comunicato appena diffuso, si interrompe la consuetudine di ritrovarsi ogni giorno anche nei corridoi o nel foyer. Per questo, per tenere unita una comunità fatta di artisti, addetti ai lavori e pubblico, è nata la campagna social #WeAreLaScala. Il teatro stesso posterà immagini e storie ma, soprattutto, chiederà a tutti, protagonisti e non, di condividere ciascuno sui suoi social i momenti in cui essere al Piermarini ha rappresentato un’esperienza speciale. “Siamo certi che chiunque sia stato anche una sola volta alla Scala abbia una storia da raccontare” si legge nel comunicato. I post più belli saranno condivisi sui social media del teatro.