Canta, balla, recita...Rossella Brescia è la più americana degli artisti italiani

Spettacolo

Fabrizio Basso

Rossella Brescia (foto di Marco Rossi)
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Gli amori e le chiacchiere sugli uomini, il profumo del buon cibo e le ricette più gustose, sensibilità ma anche comicità in rosa sullo sfondo di una grande, allegra e accogliente cucina: è Belle Ripienela commedia al femminile diretta da Massimo Romeo Piparo e interpretata da Rossella Brescia, Tosca D’Aquino, Roberta Lanfranchi e Samuela Sardo. L'intervista a Rossella Brescia

(@BassoFabrizio)

Quattro donne in cucina che affrontano la vita ai fornelli. Problemi quotidiani, la gestione dei figli, i mariti latitanti, gli ex ingombranti, i soldi che non bastano mai...questo, e molto altro, è Belle e Ripiene, la commedia al femminile diretta da Massimo Romeo Piparo e interpretata da Rossella Brescia, Tosca D’Aquino, Roberta Lanfranchi e Samuela Sardo. Ho intervistato Rossella Brescia.

Come è iniziata la tua avventura a Belle e Ripiene?
Massimo Romeo Piparo mi ha cercato per questo ruolo e io ne sono stata felice perché so che fa sempre cose bellissime. Il progetto mi è piaciuto subito e così è partita una avventura con tre persone splendide. Ogni sera non è mai uguale alla precedente e ci aggiungo che cuciniamo dal vero.
In scena hai un accento molto marcato che non ha riscontro nella quotidianità.
E' vero è distante da me. Ma non scordiamoci che a teatro vivo le vite di altre persone.
Come te la cavi ai fornelli?
Ho fatto un corso da cucina ma nella vita ho sempre cucinato, lo considero un momento importante della giornata.
Cosa ti ha dato il più Belle e Ripiene?
Ho imparato a usare il tagliere per sminuzzare le verdure. Mi piace cucinare le verdure, farle forno, sulla piastra, gratinate, E poi amo la pasta. Sì, sono una pastara.
Tu sei sempre stata coraggiosa a metterti in gioco in più ambiti dello spettacolo.
Questo è il motivo che a volte mi ha creato problemi. Io voglio sempre fare un passo avanti: in passato mi sono scontrata con persone perché ho fatto provini di recitazione. Ancora oggi ogni giorno faccio lezione di danza classica. Il ballerino è ballerino, è un lavoro.
All'estero non è così.
Nell'arte siamo indietro sotto certi aspetti. C’è la concezione di non accettare chi fa più cose. Eppure sono così Jennifer Lopez, Frank Sinatra, Madonna...
I social a volte sono una valvola di sfogo.
I social spesso scatenano livore e quello ti fa diventare un’altra persona. Chi scrive cose cattive non è necessariamente una cattiva persona, bisogna comprendere il momento. Ciò detto occorre fare un po’ di attenzione, viene tutto frainteso.
Pensi mai che se avessi traslocato all'estero avresti avuto una considerazione diversa?
Ogni volta che vado all’estero mi domando perché non lo ho fatto prima e di più. Bisogna conoscere il mondo. Il mondo è talmente grande, va visitato il più possibile. Sono assolutamete favorevole quindi alle esperienze all'estero anche se poi si torna perché l’Italia si ama.
Altri progetti?
Continuo con la radio e sto valutando altri progetti di teatro, recitazione e fiction.
Sul palco sei carismatica.
Sai che c'è ancora chi, dopo lo spettacolo mi dice un po' stupito: ma allora sai recitare. In realtà io lo faccio da una vita.
C'è un'epoca storica che ti attira?
Mi piacerebbe frequentare gli Studios nel stagione del film The Artist, quando il muto stava cedendo al sonoro. Lì mi piacerebbe. Era il periodo in cui Hollywood era un sogno.
In Italia c'è Cinecittà.
Anche quello è un mondo affascinante. Negli anni d'oro tutto mondo passava da lì. La gente passava le giornate fuori ad aspettare un produttore.
Oggi?
Manca il fervore artistico. Non è sufficiente diventare famosi, bisogna imparare.
Un consiglio?
Viaggiare perché fa crescere.

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