Rip Taylor, morto a 84 anni l'attore celebre per "Mamma ho perso l'aereo"

Spettacolo

Aveva recitato nel sequel del film con Macaulay Culkin e nella serie "Jackass". L'attore si è spento al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, dove da una settimana era ricoverato in terapia intensiva

Comico, intrattenitore, attore, doppiatore e soprattutto "The king of confetti", ovvero il re dei coriandoli, come veniva soprannominato per la sua abitudine di lanciare coriandoli negli studi televisivi. Era tutto questo Rip Taylor. È morto il 6 ottobre a 84 anni al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, dove da una settimana era ricoverato in terapia intensiva per un malore, come ha raccontato il suo addetto stampa Harlan Boll.

L'esordio come intrattenitore

Il suo nome di battesimo era Charles Elmer Taylor, nato a Washington. Partecipò alla guerra di Corea e in seguito, negli anni ’70, esordì come intrattenitore. Celebre per i suoi look stravaganti, per i suoi baffi, era un ospite frequente in programmi dell’epoca come "The Gong Show", una versione americana di "La Corrida".

Il grande schermo

Negli anni ’90 debuttò al cinema con un ruolo nel seguito del campione d'incassi "Mamma ho perso l'aereo", cioè "Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York". Nel 1994 entrò a far parte del cast italiano del film di Ezio Greggio "Il silenzio dei prosciutti". La sua popolarità sul grande schermo arrivò poi con la trilogia dei film "Jackass”.

Il successo in televisione e come doppiatore

Lavorò e fu molto amato anche in televisione recitando, tra le altre, nelle serie "Will & Grace", "Biancaneve a Beverly Hills", "Una mamma quasi perfetta" e nella soap opera "Santa Barbara". Ebbe successo anche come doppiatore e fu nominato per un Emmy per aver interpretato la voce di zio Fester nell'adattamento televisivo di "The Addams Family". Nel 1992, infine, Rip Taylor ottenne l’ambita stella sulla Hollywood Walk of Fame.

La sua più grande gioia era far ridere

"La sua più grande gioia nella vita – racconta ancora Harlan Boll – era riuscire a far ridere. Non aveva avuto un’infanzia facile. Abusato, bullizzato, presto scoprì che se ridono non ti picchiano".

 

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