Eroe di diverse generazioni, è andato in onda per la prima volta nel 1969. Da allora Naoto Date ha fatto innamorare milioni di giovani in tutto il mondo lottando sul ring per sconfiggere il male
L'Uomo Tigre festeggia 50 anni. Tra gli eroi dei cartoni animati in grado di far innamorare più generazioni, è andato in onda per la prima volta nel 1969 e da allora è entrato nell’immaginario collettivo, anche grazie alla celebre sigla scritta da Riccardo Zara dei Cavalieri del Re. Il personaggio del cartoon è tratto dal manga "Tiger Mask" di Ikki Kajimura, ed è stato pubblicato per la prima volta l'anno precedente, nel 1968. Così come nel fumetto, il cartone racconta la storia di Naoto Date, un lottatore formato da un'organizzazione criminale, la Tana delle Tigri, il cui intento è crescere spietati wrestler per arricchire le casse della società.
Il riscatto di un orfano
Naoto Date, orfano cresciuto alla fine della Seconda Guerra Mondiale, sogna però di diventare forte come le tigri per "lottare contro il male". Missione che riesce a compiere quando, diventato adulto, prende coscienza delle intenzioni malvagie della sua organizzazione e decide di regalare i soldi guadagnati sul ring all'orfanotrofio in cui è cresciuto. La scelta però scatena l'ira dei boss della Tana delle Tigri, che cercano in tutti i modi di eliminarlo facendolo combattere sul ring con dei veri e propri assassini. Ragione per la quale ogni combattimento diventa un avvincente scontro all'ultimo sangue. Nonostante si tratti principalmente di incontri sul ring, il cartone animato ha una complessa psicologia dei personaggi che si evolve nel corso delle puntate.
In Italia inizialmente vietato ai minori di 12 anni
In tantissimi si sono affezionati nel corso dei decenni alle gesta dell'Uomo Tigre, che nel cartone animato ha rubato l'attenzione anche degli appassionati d'auto: Naoto infatti era solito andare in giro con un esemplare di Lamborghini Espada, verniciata di rosso acceso. Pian piano che il cartone ha preso piede si sono moltiplicate in tutto il mondo, in particolare in Giappone, le donazioni in favore degli orfanotrofi, molte delle quali fatte usando lo pseudonimo di Naoto Date. Nonostante questo aspetto, per anni il cartone animato è stato osteggiato da molti che lo ritenevano violento e diseducativo. Basti pensare che in Italia nei primi anni di programmazione televisiva la visione dell'Uomo Tigre era vietata ai minori di 12 anni.