Drusilla Foer, una "eleganzissima" maestra di vita

Spettacolo

Fabrizio Basso

drusilla

Eleganzissima è un successo clamoroso che arriva dalla scorsa stagione, con sold out in piu teatri. E' un recital scritto e interpretato dalla stessa Drusilla Foer, icona di stile, cantante e attrice dalla spiccata personalità. Lo abbiamo visto per raccontarvelo

(@BassoFabrizio)

Tutto sembra vero, così vero che non capisci se lo è davvero. Ci sono il tango e la rivoluzione a Cuba, il nero che sta bene con tutto e Gaber con Jannacci (o Jannacci con Gaber), il volo a planare sul pianoforte e la rivisitazione della canzone di Don Backy Sognando. Lei si chiama Drusilla Foer (è stata protagonista allo StraFactor del 2017), lo spettacolo Eleganzissima e ci racconta come l'esistenza può essere così folle da sembrare vera. O così vera da sembrare folle. Fatto sta che esci da teatro con un senso di piacevole confusione. Le prossime date sono a Bologna (giovedì 7 marzo), Broni (Pavia - venerdì 15 marzo) e poi Milano al Teatro Manzoni (martedì 16). Al suo fianco Loris di Leo al pianoforte e Nico Gori, al clarinetto e al sax, e poi c'è l'apparzione di Franco Godi, direttore artistico, alla chitarra in un paio di momenti.

Drusilla è le mille anime che vorremmo essere. Quella severa e quella lasciva, quella alcolista e quella vegana, riesce a mescolarle tutte come si fa con un mazzo di carte e poi le sgrana, abile giocatrice di poker interiore, nel gran finale quando si allunga sul pianoforte e ti viene da dire, guardando i suoi capelli argentei che oscillano nell'assenza d'aria di un teatro, le sue guance scavate, i suoi occhi profondi come una enciclopedia, play it again Drusilla. La cornice è aristocratica, la silhouette elegante. L'età? Non c'è una età. A sentire lei è una matusalemme, a guardarla nelle pupille a fine spettacolo è un signora matura con mille volti e mille di storie. Quanti un umano non ne vivrebbe in cento vite.

La sua storia sembra uscita da una selezione Reader's Digest. Figlia di un diplomatico a Cuba durante la rivoluzione (sua mamma considerava un fastidioso rumore quello che stava accadendo), Drusilla poi ha, avrebbe, vissuto tra Chicago, Bruxelles, Parigi e New York, dove apre un negozio di abiti usati che col tempo diventa un vivo salotto culturale e dove conosce le più importanti personalità dell’ambiente artistico della Grande Mela. Ma l'Italia le è rimasta nel cuore. E' toscana. E dunque torna a Firenze nei primi anni ‘90 dopo aver perduto l’ultimo marito e molto brima che la Leopolda diventasse l'ago degli italici destini. Fausti o infausti. I momenti di una esistenza straordinaria sono accompagnati da Burt Bacharach, Jobim, Amy Winehouse, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, David Bowie, Don Backy. Poi sfida noi (e se stessa) con Vucchella scritta da Tosti/D’Annunzio (sì proprio lui, il vate Gabriele) e un brano del primo Novecento milanese cantato da Milly. Il pubblico lo scatena con la dance di Gloria Gaynor in I Will Survive. Il gran finale ha un tocco di originalità unico: non ringrazia le persone perché, pensiamoci, sono importanti ma senza una contestualizzazione sarebbero burattini. Ringrazia i momenti della vita. E a me, a noi istintivamente viene da baciarla per un momento lungo due ore.

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