Boreali, Valerio Millefoglie tra Kaurismaki e Paasilinna, tra cinema e letteratura

Spettacolo

Fabrizio Basso

Aki Kaurismaki

Arto Paasilinna e Aki Kaurismaki, letteratura e cinema del Nord raccontati in questa intervista da Valerio Millefoglie che sarà protagonista domenica 24 alle ore 19.30 di un appuntamento de I Boreali, la rassegna organizzata dalla casa editrice Iperborea

(@BassoFabrizio)

Chissà perché il Nord è sempre profondo e l'inverno è sempre il generale. Chissà perché lassù, al Nord appunto, gli scenari sono tristi, bianchi, monotoni e condizionanti. E invece sotto l'apparente glaciazione la creatività germoglia. Il cinema e letteratura, con le loro storie a volte surreali, con i thriller (L'Uomo di Neve tratto dal romanzo di Jo Nesbo è stato protagonista sui canali di Sky Cinema) e la quotidianità hanno prima bussato alle nostre porte e poi si sono accomodati con noi nel salotto buono. Termina domenica 24 febbraio a Milano la rassegna I Boreali voluta dalla case editrice Iperborea, pionieri delle esplorazioni letterari al Nord come Umberto Nobile e, forse, Robert Peary, lo furono per la geografia. Domenica 24 alle ore 19.30 al Café Rouge del Teatro Franco Parenti Valerio Millefoglie racconta il suo Arto Paasilinna Memoria Tour: cosa ci lascia uno scrittore quando ci lascia. Dopo di lui un mini live di Mirco Mariani che ha realizzato un disco di atmosfere kaurismakiane in italiano. Ho intervistato, nell'attesa, Valerio Millefoglie.

Strana commistione Paasilinna-Kaurismaki. Partiamo dallo scrittore.
Il Memoria Tour a lui dedicato parte quando è morto e su una richiesta di Iperborea che mi ha chiesto di pensare a qualcosa su di lui.
Non è la prima volta.
Ho già realizzato l'Opera Omnia su Arto.
Opera omnia?
In 58 minuti e 30 secondi ho letto idealmente tutti i suoi libri. Quelle cose da Guinness dei primati.
Ma li ha letti davvero?
Certo. Tutti. E li ho raccontati come fosse uno solo.
Cosa la ha affascinata?
Il suo ritrarre gli ultimi, i fallimenti umani, la gente che perde il lavoro. Come i film di Aki Kaurismaki.
Tanta gente comune le ha parlato di Paasilinna.
Quando Iperborea mi ha proposto di inventare qualcosa su di lui, erano almeno un paio di mesi che mi domandavo in che modo i libri entrano nella nostra quotidianità. E a margine delle pagine scrivevo i momenti da fermare.
Un esempio?
Ero immerso ne L'Altra Parte di Alfred Kubin, era estate eppure io mi sentivo in inverno e gli incubi mi facevano compagnia. Per Paasilinna ho intervistato anche chi ha letto un solo libro.
Come ha scoperto Kaurismaki?
Con L'uomo senza passato. Giravo per Milano e quando ho visto il manifesto sono rimasto folgorato. Il film lo ho visto più volte, coinvolgendo anche amici.
Cosa le piace di quel cinema?
Sono storie scenograficamente lontane da me eppure mi parlano. E poi amo le musiche dei suoi film: il tango finlandese di Kaurismaki e le orchestrine e i cantanti improbabili che popolano i suoi film.
Le ambientazioni?
Dico solo che sono entrato così tanto nei film di Kaurismaki che sono stato un mese a Helsinki in cerca di tristezza.
La hai trovata?
Ho trovato una capitale di respiro europeo e allegra.
E la tristezza?
La ho trovata in provincia
Il suo spettacolo che futuro ha?
Dopo la serata di Milano andrà in Svizzera, a Bologna e a Matera. Verrà poi registrato in formato audio e sarà un podcast per Storie Libere.
Hai altri progetti?
Ho una idea di un romanzo ma al momento niente di concreto. Ho le mie collaborazioni giornalistiche. Inizierò una collaborazione con The Passanger il libro-rivista di Iperborea: mi dedicherò alla ricerca dell'altro come un paese svizzero popolato da portoghesi.
Finlandesi in Italia?
Tanti. Ma nessuno ha saputo dirmi se esiste un giovane Kaurismaki.
I miti vanno conosciuti oppure solo ammirati per timore di restarne delusi?
Io credo sia sempre meglio conoscerli. Un incontro è sempre interessante.



 

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