Alla scoperta del frontman dei TheGiornalisti, dagli inizi della carriera al primo tour della band
Tommaso Paradiso, classe 1983. Professione: leader TheGiornalisti, uno dei gruppi più forti del momento, cantautore ma soprattutto narratore. Di storie contemporanee, di sentimenti che – via via – si stanno dimenticando ed esaurendo. Che si cercano, nonostante tutto. E di cui, comunque, abbiamo sempre più bisogno. Per quattordici date, iniziato al PalaAlpitour di Torino domenica 21 ottobre, porterà le sue melodie in tutta Italia, per un tour, che si chiama Love, da tutto esaurito (VIDEO).
Tommaso, il piano e la normalità
Sì, avete letto bene. Cant-autore.
Tommaso, nelle canzoni che scrive e canta, racconta la normalità. Della sua vita, delle persone che osserva, delle emozioni e delle esperienze che vive ogni giorno. Del fatto che è cresciuto a pane, Venditti, Vasco, Oasis, Verdone, De Sica e cinepanettoni. Che gioca a tennis. Che tifa Lazio (e, quando può, va all’Olimpico a sostenere la sua squadra), gioca a tennis e che, di domenica, quando non ci sono partite, va al mare a Fregene, poco fuori da Roma. Dove trascorre le sue giornate. E dove, chissà, prende anche l’ispirazione per i suoi testi. Tommaso Paradiso, di Prati – quartiere bene di Roma, è un ragazzo normale. Fortunato, sicuramente, perché ha potuto coltivare le sue passioni. Ma la normalità è, da sempre, il substrato della sua vita. E del suo essere un normal guy fa il suo punto di forza, nelle sue canzoni, nel rapporto con il pubblico (il più vario) e soprattutto con Marco Primavera e Marco Antonio Musella, con cui nel 2009 ha fondato TheGiornalisti.
Strumenti, musica e canzoni: tutto nel salotto di casa
Giorni e giorni in camera da pranzo della mamma di Tommaso. Spostano mobili per fare spazio agli strumenti. Iniziano a suonare. Tanti amici passano a salutare proprio Tommy, Marco e Marco. Lì scatta la scintilla: scrivono canzoni, provano gli arrangiamenti. Il tempo sembra fermarsi ma nel contempo dà il via ad un percorso nella musica di questo nuovo gruppo. All’inizio i primi club romani, dove i tre presentano i loro testi e la loro musica agli amici di una vita prima, a poche centinaia di persone poi. Che iniziano a seguire TheGiornalisti. “Sono quelli che raccontano le storie di tutti i giorni, che viviamo tutti”: queste le parole che si sentono tra i ragazzi romani che vanno a sentirli e che, pochi anni dopo, li vedono sul palco del concerto del Primo Maggio, dove cantano la melodica “Tra la strade e le stelle”. È il 2016 e dal salotto di casa sono passati sette anni, tre album, tanti piccoli locali e concerti. Ma non soltanto nella Capitale. Nessuna consacrazione: è semplicemente una conferma. Del fatto che descrivere emozioni, passioni e, appunto, la normalità della propria vita ti rende speciale agli occhi della gente. Che si rispecchia in ciò che rendi musica.
Un cantautore con un linguaggio connesso al digitale
Una generazione di cantautori nuovi, con un linguaggio diverso rispetto al passato, connesso al digitale, per terminologia e suoni. È un tempo nuovo e Tommaso, Marco e Marco sono in perfetta sintonia con il periodo. Con le sue canzoni, Tommaso non segue, però, l’onda: riflette semplicemente il colore di questa epoca, della nostra epoca, che ha tanto bisogno di ricordare i valori del passato, rendendoli “contemporanei”. Innovarsi e rinnovarsi, sì, ma ricordare sempre di raccontare sentimenti che, oramai, sono quasi in via di estinzione. Ecco perché Tommaso Paradiso piace: perché descrive il suo presente, la sua quotidianità, fatta di amore e malinconia, di giornate stupende e altre difficili. Perché racconta il suo essere un ragazzo normale. In grado di rendere la sua passione il suo lavoro. Di sapere che è così. E di ricordare ogni giorno a sé stesso questa sua fortuna. E a chi lo ascolta.