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Driven di Nick Hamm chiude la Mostra del Cinema di Venezia
Chi non sia appassionato di auto conosce il nome DeLorean principalmente per la vettura con le portiere ad ala di gabbiano su cui viaggiano i protagonisti della saga di Ritorno al futuro. L'ascesa ma soprattutto la caduta di John DeLorean, brillante progettista di macchine e creatore di una propria casa automobilistica, che finì coinvolto in un traffico di droga a inizio anni '80 (ufficialmente assolto tra molte ombre), sono raccontate in prospettiva di commedia nera da Driven di Nick Hamm, che chiude la Mostra del Cinema di Venezia fuori concorso, con auto sul red carpet. Protagonisti Lee Pace nei panni di DeLorean, e Jason Sudeikis in quelli di Jim Hoffman, ex pilota contrabbandiere di droga diventato informatore dell'Fbi, vicino di casa e amico del progettista, che orchestro' la 'trappola'.
"Ho fatto molte ricerche su DeLorean (morto nel 2005, dopo anni in cui inutilmente aveva provato a rimettere in piedi la sua azienda) - spiega Lee Pace -. Era un uomo pubblico, corrispondeva a quell'immagine di successo (con tanto di mento reso piu' prominente con la chirurgia plastica) che agli americani piace tantissimo. Nel film lo vediamo quando si toglie la maschera, nella vita privata. E' un simbolo del mito e dell'illusione del sogno americano. Creava auto che gli americani sognavano di avere".
Hamm, già alla Mostra due anni fa con Il viaggio - The Journey sull'accordo di pace in Irlanda del Nord, racconta la vicenda di DeLorean dalla prospettiva del cialtrone, gran parlatore e bugiardo seriale Hoffman che, pur di non finire in prigione, accetta di fare da 'spia' per l'Fbi, in modo da incastrare il trafficante con cui e' in affari. Gli capita pero' di fare amicizia con il nuovo famoso vicino di casa, John DeLorean, fascino e dimora da divo di Hollywood, ego smisurato, grande talento ma anche abile venditore di fumo. Dopo essere stato la 'stella' della General Motors, sta tentando di lanciare la propria la propria casa automobilistica con cui vuole produrre un'auto all'avanguardia, la DeLorean DMC - 12 (il design era dell'italiano Giorgetto Giugiaro). Ha pochi liquidi e apre la fabbrica in Irlanda del Nord ("Assumeva sia cattolici che protestanti" ricorda il nordirlandese Hamm). I primi modelli sono un fallimento e i debiti aumentano. Così l'imprenditore, chiede a Hoffman di incontrare il suo 'contatto' trafficante di droga...
"Di Hoffman sapete quello che so io, c’è solo una foto sfuocata. Ho lavorato attraverso l'empatia, mi sono messo a pensare alla motivazione per cui abbia tradito un amico - spiega Sudeikis -. Sono due personaggi che amano rompere le regole, e' una classica storia americana".
Durante le riprese l'anno scorso a Puerto Rico l'isola e' stata colpita dall'uragano Maria che ha causato 34 morti e ha distrutto le abitazioni di almeno 11 mila persone: "Sapevamo che l'uragano sarebbe arrivato e non c'eravamo durante il disastro (raccontato anche dal documentario di backstage, che potrebbe dare il via a una serie ndr) - dice Hamm -. Nonostante la distruzione sull'isola e la paura che avevamo, quando i collaboratori locali ci hanno detto che erano pronti a riprendere il film, abbiamo deciso tutti di tornare per portare lavoro e abbiamo distribuito aiuti e derrate alimentari". (ANSA).
Rivivi le emozioni di #Venezia75 nei volti di alcuni dei protagonisti della #BiennaleCinema2018! pic.twitter.com/nipgo7YK1w
— Biennale di Venezia (@la_Biennale) 6 settembre 2018
Capri - Revolution fa incetta di premi collaterali
Alla Mostra del Cinema di Venezia 'Capri - Revolution' di Mario Martone, che sarà nelle sale dal 13 dicembre, fa incetta di premi collaterali, a partire dal Premio Francesco Passetti al miglior film assegnatogli perché ""con sorprendente attualità riesce a parlare del passato indagando sulle contraddizioni e sui grandi temi del presente. La 'Rivoluzione caprese" di Mario Martone conferma - si legge nelle motivazioni del premio - il talento e lo stile unico di un autore importante e la sua capacità unica di raccontare, attraverso una Storia che riesce, come sempre nelle sue mani, ad appassionare anche i più giovani, i cambiamenti del mondo e della società".
Il film riceve anche il Premio Carlo Lizzani, con la seguente motivazione: "In Capri-Revolution, 'Storia' e 'storia' si incontrano ancora. L'universale e il particolare creano una dimensione straordinaria, dove cinema, teatro e danza si intrecciano nel racconto di una rivoluzione culturale che non trova pace se non nella ricerca, nella curiosità e nella scoperta del cambiamento"
Al film e al suo autore anche il Premio Arca Cinema Giovani per "aver scelto di raccontare una storia originale e coraggiosa che risulta al contempo attuale e universale per i temi trattati: scienza, fede, arte, cultura e natura dialogano nel film attraverso le parole e le scelte dei personaggi interrogando lo spettatore su cosa sia il vero progresso per l'uomo. Perché è un'opera che invita i giovani attraverso la riflessione e la comprensione di sé stessi ad attuare una rivoluzione personale."