"Il Jazz Italiano per le Terre del Sisma", l'iniziativa di Paolo Fresu

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Paolo Fresu (Getty Images)
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La serie di concerti prende il via a Camerino, in provincia di Macerata, per concludersi a L'Aquila il 2 settembre

Paolo Fresu mobilita i suoi colleghi musicisti per le terre colpite dal terremoto. Torna così per il terzo anno "Il Jazz Italiano per le Terre del Sisma", iniziativa che dal 30 agosto al 2 settembre porterà il meglio di questo genere musicale nei centri più colpiti dai crolli.

Una nuova geografia del sisma

Con 80 concerti e oltre 570 musicisti, l'evento partirà il 30 agosto da Camerino, in provincia di Macerata, per spostarsi il 31 a Scheggino (Perugia) e il 1° settembre ad Amatrice (Rieti), e concludersi a L'Aquila il 2 settembre. "La geografia delle terre colpite dal sisma è cambiata, e noi ci siamo adeguati - ha spiegato Paolo Fresu, direttore artistico dell'iniziativa - Quest'anno abbiamo scelto quattro località simboliche, in quattro regioni, diverse tra loro e ognuna con esigenze differenti". Nel 2016 infatti il festival si fermò a causa del sisma nel Centro Italia, per tornare con la seconda edizione nel 2017. "Per ogni luogo abbiamo avuto un'attenzione diversa e pensato concerti diversi: all'Aquila sarà più una festa, ad Amatrice invece qualcosa di intimo e rispettoso - spiega ancora Fresu - perché il jazz si presta più facilmente di altri generi ad adattarsi alle situazioni".

Il jazz tende la mano

"L'iniziativa era nata nel 2015 per tendere una mano agli aquilani con l'obiettivo di infondere loro fiducia e tornare ad abitare i centri storici abbandonati dopo il terremoto del 2009 - continua Fresu - La cultura è uno strumento incredibile per rafforzare il tessuto sociale e anche quello economico: in quella prima edizione portammo 60 mila persone in città".

L'impegno di Paolo Fresu

Il format di "Il Jazz Italiano per le Terre del Sisma" è replicabile in altre situazioni. "In Italia c'è una disgrazia quasi ogni giorno: come Genova - ricorda Fresu - Anche lì stanno nascendo diverse iniziative". Secondo il trombettista sardo, attraverso la musica e più in generale "attraverso l'elevazione culturale, si può vedere il mondo da altri punti di vista". Come ha fatto lui stesso, salendo qualche settimana fa sulla nave Aquarius e toccando con mano tutto il suo carico di disperazione. "Quello dei migranti è un problema complesso, ma sull'uomo non si può discutere: va aiutato, è la legge del mare. Bisogna scindere l'argomento politico (una soluzione va trovata) dall'aiuto in sé e per sé. Qualunque essere umano, se in difficoltà, va aiutato: se non lo si fa, è un crimine e si passa dalla ragione al torto. E bisogna vergognarsi".

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