Horror da Oscar

Spettacolo
Daniel Kaluuya in Scappa - Get Out
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Agli Academy Awards 2018 Scappa – Get Out concorre in ben quattro categorie. E per quanto non siano molti i film dell’orrore premiati agli Oscar, ci sono degli incoraggianti precedenti.

di Marco Agustoni

Horror e Oscar, un rapporto travagliato

È innegabile: l’Academy ha dei generi preferiti. Agli Oscar, infatti, a racimolare i premi più importanti sono di solito film drammatici, storici, biografici. Al cinema cosiddetto “di genere”, invece, di solito va molto meno bene, con le pellicole di fantascienza, d’azione o dell’orrore che si devono accontentare dei premi “tecnici”, come ad esempio Miglior Sonoro e Migliori effetti speciali.

Quest’anno, però, c’è una pellicola che non solo ha convinto pubblico e critica pur partendo da outsider, ma che è anche riuscita nell’intento di aggiudicarsi quattro importanti nomination e a far sognare tutti gli appassionati di film horror.

Stiamo ovviamente parlando di Scappa – Get Out, film diretto da Jordan Peele e interpretato da uno straordinario Daniel Kaluuya assieme ad Allison Williams, Catherine Keener, Bradley Whitford e Caleb Landry Jones, definito da molti come un riuscitissimo “Indovina chi viene a cena in salsa horror”.

 

 

 

Scappa – Get Out è in lizza agli Oscar 2018, come si diceva, in ben quattro categorie, fra l’altro tra le più importanti: Miglior film; Miglior regia e Miglior sceneggiatura originale con Jordan Peele; Miglior Attore Protagonista con Daniel Kaluuya. 

Vincere anche in una sola di queste categorie sarebbe un ottimo risultato. Ma se per caso Scappa – Get Out riuscisse nell’impresa di portarsi a casa la statuetta come Miglior film, sarebbe una vera impresa, visto che l’horror non ha mai goduto dei favori dell’Academy e che in passato sono stati snobbati o sono usciti a mani vuote dagli Oscar cult assoluti come Shining e Carrie – Lo sguardo di Satana.

Certo, i film dell’orrore che sono riusciti a portarsi a casa qualche premio dagli Academy Awards non sono molti (e sovente sconfinano in altri ambiti cinematografici). Ma è anche vero che ci sono degli incoraggianti precedenti: vediamone alcuni, tenendo appunto conto che spesso è anche sottile la distinzione tra generi. Ad esempio, Lo squalo di Steven Spielberg è un horror? Domanda difficile che ha avuto risposte differenti. Qualcuno inserirebbe invece in elenco il premiatissimo Il silenzio degli innocenti, che però rientra più agevolmente nella categoria dei thriller.

 

 

 

 

Gli horror da Oscar

Il dottor Jekyll (1931)

La trasposizione cinematografica del romanzo di Robert Louis Stevenson a opera di Rouben Mamoulian deve buona parte della sua riuscita alla doppia interpretazione del protagonista Fredric March, che però si dovette accontentare di un Oscar a metà: fu infatti premiato ex aequo come Miglior attore protagonista assieme a Wallace Beery (Il campione).

 

Rosemary’s Baby (1968)

Il film del regista polacco Roman Polanski, destinato a lasciare il segno nell’immaginario collettivo, avrebbe meritato molto di più, soprattutto considerando l’eccezionale prova della protagonista Mia Farrow. Ma fu la veterana Ruth Gordon con il ruolo dell’impicciona Minnie Castevet a tenere alta la bandiera di Rosemary’s Baby, vincendo nella categoria Miglior attrice non protagonista. Eppure, la storia della sventurata Rosemary, che vede il suo sogno di diventare madre trasformato in un incubo senza eguali, non avrebbe sfigurato come Miglior film, premio per il quale non venne nemmeno preso in considerazione.

 

L’esorcista (1973)

Uno dei pochi film horror a competere come Miglior film agli Oscar. Ma il capolavoro di William Friedkin dovette capitolare di fronte al premiatissimo La stangata di George Roy Hill. Su ben dieci nomination, la storia della giovane indemoniata Regan MacNeil vinse solo due statuette: quella per la Miglior sceneggiatura non originale a William Peter Blatty e quella per il Miglior sonoro a Robert Knudson e Christopher Newman.

 

 

 

 

Lo squalo (1975)

Sopra avevamo tirato in ballo proprio la pellicola diretta da Steven Spielberg, destinata a far venire il terrore di un semplice bagno in mare a intere generazioni. Secondo alcuni è un horror a pieno titolo, con un mostro in piena regola incarnato dal temibile squalo bianco contro cui lotta Martin Brody. Comunque stiano le cose, sarebbe un peccato non citarlo e soprattutto non citare la sua triplice vittoria ai Premi Oscar del 1976, per Miglior montaggio, Miglior sonoro e Miglior colonna sonora.

 

Il presagio (1976)

Film su un Anticristo in erba diretto da Richard Donner e considerato maledetto per via dei tanti incidenti che funestarono le riprese, Il presagio riuscì comunque, in barba al malocchio, a portarsi a casa una statuetta, vinta dalla suggestiva colonna sonora firmata da Jerry Goldsmith.

 

Alien (1979)

A cavallo tra horror e fantascienza (o più semplicemente, secondo alcuni, un “horror ambientato nello spazio”), il supercult di Ridley Scott, con Sigourney Weaver impegnata a sopravvivere agli assalti del micidiale xenomorfo nelle claustrofobiche stanze dell’astronave Nostromo, non ha ricevuto il giusto credito ai Premi Oscar, dove si è portato a casa soltanto il “classico” riconoscimento per i Migliori effetti speciali. Vinse lo stesso premio, assieme a quello per il Miglior montaggio sonoro, il sequel adrenalinico Aliens, diretto da James Cameron.

 

 

 

 

Un lupo mannaro americano a Londra (1981)

Dopo il successo di Animal House e The Blues Brothers, John Landis si dà ai lupi mannari e riesce a portare la sua creatura fin sul palco degli Academy Awards. Ancora una volta, però, si tratta di un premio tecnico, ovvero quello per il Miglior trucco assegnato a Rick Baker.

 

La mosca (1986)

Il body horror diretto da David Cronenberg, remake del celebre L’esperimento del dottor K (1956), non è certo uno di quei film facili da far digerire al grande pubblico, così come alla giuria dell’Academy, per via di alcune scene che all’epoca destarono grande scalpore. Eppure, la storia di uno scienziato che inventa una macchina del teletrasporto ma finisce tragicamente per mescolare il proprio dna con quello di una mosca riuscì ad aggiudicarsi una statuetta, ovvero il premio per il Miglior trucco.

 

Dracula di Bram Stoker (1992)

Forse ci vuole il nome di un grande regista e un illustre precedente letterario per convincere l’Academy a prestare attenzione a un film dell’orrore. Con l'autore del libro Bram Stoker sparato nel titolo e Francis Ford Coppola alla regia, questa pellicola dedicata al vampiro più celebre di sempre di statuette ne vinse ben tre: Miglior trucco, Migliori costumi e Miglior montaggio sonoro.

 

 

 

 

Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street (2007)

Non propriamente un film horror, quanto piuttosto un horror/musical (quest’ultimo un genere già più gradito all’Academy) à la Tim Burton, con Johnny Depp nei panni del leggendario barbiere assetato di vendetta. Premio Oscar per la Miglior scenografia a Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. Anni prima, sempre su regia di Burton, era stato Rick Heinrichs a vincere lo stesso premio per le sue scenografie dell'horror fantastico Il mistero di Sleepy Hollow (1999).

 

Il cigno nero (2010)

Questo horror psicologico, disturbante excursus di Darren Aronofsky nel mondo del balletto, è stato candidato nel 2011 come Miglior film e ha totalizzato cinque candidature agli Academy Awards. A spuntarla è stata Natalie Portman come Miglior attrice protagonista.

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