La protagonista di "Frida" ha confidato al New York Times la sua traumatica esperienza con il produttore. I "no" alle avances le stavano per costare il film più importante della sua carriera
La voce di Salma Hayek si aggiunge a quelle delle accusatrici che, dallo scorso 5 ottobre, hanno denunciato le molestie e le violenze subite da Harvey Weinstein. Anche l'attrice messicana, che nel 2002 diede il volto a Frida Kahlo, ha raccontato di aver subito molestie sessuali, violenze verbali e psicologiche e ricatti da parte dell'ex produttore Miramax. Weinstein sarebbe addirittura arrivato a minacciarla di morte. In una lunga confessione affidata al New York Times, Hayek parla della complessa figura di Weinstein, un uomo che era al tempo stesso "un appassionato cinefilo, uno che osa, un mecenate di talenti del cinema, un padre amorevole e un mostro".
L'incontro con Weinstein
"Sono stata ispirata da coloro che hanno avuto il coraggio di denunciare, specialmente in una società che ha eletto un presidente accusato di molestie e violenze sessuali da oltre una dozzina di donne", ha dichiarato Salma Hayek, che in modo molto dettagliato ha poi iniziato a descrivere il suo rapporto con Harvey Weinstein. Iniziato come una promettente collaborazione lavorativa, ma degenerato a causa della natura predatoria del produttore. Tutto risale all'epoca del progetto cinematografico su Frida Kahlo. "La mia più grande ambizione - ha spiegato la Hayek - era raccontare la sua storia". Per farlo, decise di produrre da sola il film e di cercare in ogni modo di arrivare alla Miramax. Grazie all'aiuto del regista Robert Rodriguez e di sua moglie Elizabeth Avellan, Hayek riuscì a siglare un accordo con Miramax; le condizioni economiche erano davvero dure per lei, ma il suo sogno sembrava diventato realtà.
Tutti i no di Salma Hayek
Ma dopo il sì di Weinstein al film, per l'attrice arrivò il momento di pronunciare molti no. "No all'aprirgli la porta a tutte le ore della notte, hotel dopo hotel, location dopo location, dove si presentava inaspettatamente [...]. No al fare una doccia con lui. No a farmi guardare da lui mentre mi facevo una doccia. No al farmi fare un massaggio da lui. No al farmi fare un massaggio da un suo amico nudo. No al farmi fare sesso orale da lui. No al farmi vedere nuda con un'altra donna". Ogni no, secondo l'attrice, scatenava una furia cieca in Weinstein: "La gamma delle sue tattiche persuasive andò dal sussurrarmi parole dolci a quella volta che, in un attacco di furia, mi disse le terrificanti parole "ti ucciderò, non pensare che non possa farlo". La Hayek fu minacciata di essere rimossa dal ruolo di protagonista in "Frida" e lei dovette far ricorso a un avvocato per salvare la pellicola e la sua parte. Weinstein provò a ostacolare in ogni modo il completamento del lavoro, ponendo condizioni difficili da soddisfare, fra cui la riscrittura quasi completa della sceneggiatura, senza compensi aggiuntivi. Grazie all'amicizia con diverse star di Hollywood, tra cui Edward Norton (che riscrisse la sceneggiatura a tempo di record), Salma Hayek esaudì tutte le richieste di Weinstein, che a quel punto fu costretto a produrre un film che non voleva più.
Le riprese di "Frida"
Durante le riprese molestie e assalti verbali si fermarono, ma la rabbia non cessò. Weinstein si sarebbe lamentato più volte in privato con l'attrice che nel film non c'era traccia "del suo sex appeal" e che la pellicola così non avrebbe funzionato, affermando di voler sospendere le riprese. "Mi offrì una sola opzione - spiega ancora la Hayek al NY Times - per continuare: mi avrebbe permesso di finire il film se avessi girato una scena di sesso con un'altra donna. E chiese anche un nudo completo frontale". Secondo Hayek, non ci fu spazio per le negoziazioni: "Dovetti dire di sì". Il giorno della scena, sul set, Hayek ebbe un crollo nervoso e girò sotto tranquillanti. Al termine delle riprese, visionata la versione finita del film, Weinstein avrebbe detto che non era abbastanza buono, ma una visione test a New York promosse la pellicola che, più avanti quell'anno, fruttò alla Miramax sei nomination e due premi Oscar.
La disuguaglianza a Hollywood
"Non mi ha mai più offerto un ruolo da protagonista", racconta ancora l'attrice, nonostante l'accordo firmato per produrre "Frida" prevedesse che girasse altri film con la casa di produzione: "Furono solo ruoli minori". Salma Hayek conclude il suo racconto, sottolineando come ancora oggi Hollywood sottostimi le artiste, che devono combattere "con le unghie e con i denti per mantenere la propria dignità". La ragione, secondo lei, è la svalutazione artistica delle donne, tanto che l'industria cinematografica avrebbe arrestato ogni sforzo per capire cosa questa fetta dell'umanità voglia vedere sul grande schermo. Fra gli argomenti citati dalla Hayek, anche uno studio secondo cui solo il 4% dei registi è donna e, di queste, l'80% riceve una sola possibilità di girare un film. "Nel 2016 – aggiunge – un altro studio ha sottolineato come solo il 27% dei dialoghi nei grandi film sia pronunciato da donne".
Perché ha parlato solo ora
"Quest'autunno sono stata avvicinata dai giornalisti, attraverso fonti diverse, inclusa la mia cara amica Ashley Judd (coprotagonista proprio in "Frida"), per parlare di un episodio della mia vita con cui, sebbene doloroso, pensavo di aver fatto pace", ha spiegato Hayek all'inizio della sua confessione. L'attrice ha anche spiegato come mai finora avesse evitato di raccontare la sua storia, con la scusa che molti altri l'avevano già fatto: "Non consideravo la mia voce importante, non pensavo che avrebbe fatto la differenza. In realtà, stavo cercando di salvarmi dalla sfida di spiegare ai miei cari molte cose. La verità è che mi vergognavo di descrivere i dettagli di ciò che ho dovuto perdonare". Ispirata dalle donne che hanno avuto il coraggio di denunciare, e a cui Time ha dedicato la copertina e il titolo di “Person of the Year 2017”, ha deciso di svelare la sua storia. Come Uma Thurman, anche Salma Hayek ha atteso a lungo: per giustificare il suo lungo silenzio, ha concluso, dicendo: "Le donne stanno parlando oggi perché, in questa nuova era, possono finalmente farlo".