Nobel per la letteratura, ecco le 14 donne che hanno vinto il premio
SpettacoloDa Grazia Deledda alla scrittrice Svjatlana Aleksievič: le letterate che, con le loro opere, hanno cambiato la letteratura mondiale, denunciando situazioni sociali difficili e a volte rischiando anche la propria vita
Dopo soli 8 anni dall'istituzione del premio Nobel per la letteratura, ecco nel 1909 comparire nella lista il nome di una donna. La prima a vincere il prestigioso riconoscimento fu Selma Ottilia Lovisa Lagerlöf. La scrittrice fu la capostipite di un gruppo di donne che nel tempo hanno usato la scrittura per emanciparsi, raccontarsi e denunciare storture nella società, mettendo persino a rischio la propria vita. Ecco le 14 donne che si sono aggiudicate il premio Nobel della letteratura.
1. Selma Ottilia Lovisa Lagerlöf, 1909
È stata la prima donna a vincere il Nobel grazie al suo "idealismo, vivida immaginazione e percezione spirituale". L'autrice svedese, nata nel 1858, ricevette il supporto economico dall'accademia svedese e dalla famiglia reale del suo Paese. Questi soldi le permisero di lasciare per sempre l'insegnamento per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Come riporta il Telegraph, i suoi lavori includono romanzi storici ma anche libri per bambini.
2. Grazia Deledda, 1926
Lei e Rita Levi Montalcini sono le uniche due donne italiane ad aver vinto il premio Nobel, una per la letteratura, l'altra per la medicina. L'accademia svedese decretò il successo della scrittrice sarda proprio per la sua capacità di rappresentare la sua isola natia "e per la sua profondità ed empatia con gli umani problemi". Il premio le fu assegnato 91 anni fa, il 10 dicembre: Google le ha anche dedicato un Doodle. "Il vecchio della montagna" rimane uno dei suoi libri più ispirati.
3. Sigrid Undset, 1928
La potenza della sua descrizione della vita durante il Medioevo nella parte settentrionale dell'Europa sono valsi alla scrittrice norvegese il prestigioso riconoscimento. Scampò alla persecuzione nazista, rifugiandosi in America. Tra i suoi libri da scoprire, "Kristin, figlia di Lavrans".
4. Pearl Buck, 1938
Pearl S. Buck, pseudonimo di Pearl Comfort Sydenstricker, ha incentrato il suo lavoro di scrittrice e giornalista sulla vita contadina in Cina, espresso magistralmente nell'opera "Cielo cinese". Ma l'Accademia di Svezia le ha riconosciuto il prestigioso riconoscimento anche per l'importante lavoro biografico che, insieme a romanzi e saggi, andarono a comporre un patrimonio letterario di oltre 80 opere.
5. Gabriela Mistral, 1945
Con un rapido balzo in avanti, si arriva a Gabriela Mistral, la prima esponente dell'America Latina a vincere il Nobel per la letteratura. Strenua lottatrice per i diritti delle donne, dei poveri e dei bambini, si batté anche con la sua poesia per la democrazia. L'accademia le riconobbe il merito di essere divenuta un simbolo delle "aspirazioni idealistiche dell'intero mondo del latinoamericano".
6. Nelly Sachs, 1966
Il merito di Nelly Sachs è stato invece quello di aver raccontato con toni lirici e drammatici il destino di Israele, sottolineandone la forza. Nata a Berlino nel 1891, Sachs è riuscita a scappare alla persecuzione nazista, rifugiandosi in Svezia nel 1940. La sua poetica è stata tutta incentrata sulla sofferenza del popolo ebreo. La fama è arrivata per lei solo attorno ai 50 anni. Ha trascorso una parte della sua vita in un ospedale psichiatrico, dove ha continuato a scrivere.
7. Nadine Gordimer, 1991
Secondo l'Accademia di Svezia Nadine Gordimer incarnava il soggetto ideale da premiare secondo Alfred Nobel. L'inventore della dinamite infatti aveva istituito il premio per offrire riconoscenza alle personalità capacità di produrre "grandi benefici per l'umanità". Secondo il giudizio della commissione questo è ciò che ha fatto anche la scrittura dell'autrice sudafricana.
8. Toni Morrison, 1993
Toni Morrison è stata la prima donna afroamericana a ricevere il premio Nobel per la letteratura. Ma la scrittrice di "Canto di Salomone" ha anche vinto un Pulitzer e il National Book Critics Circle Award. La sua scrittura è stata definita dall'accademia visionaria e poetica.
9. Wislawa Szymborska, 1996
Nata nella Polonia occidentale nel 1923, Wislawa Szymborska è stata insignita del celebre riconoscimento "per la sua poetica che con ironica precisione permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti di realtà umana". I suoi libri sono attualmente tradotti in 16 lingue.
10. Elfriede Jelinek, 2004
Benché non sia una cantante come Bob Dylan, Elfriede Jelinek è stata premiata proprio per la musicalità della sua narrazione, per le voci che si incontrano nei suoi romanzi e per il suo "zelo linguistico che rivela l'assurdità dei cliché sociali e il loro soggiogante potere". Tra i romanzi più importanti della scrittrice austriaca, classe 1946, c'è "La Pianista", da cui è stato tratto l'omonimo film con Isabelle Huppert.
11. Doris Lessing, 2007
Ciò che ha spinto i giudici a premiare la scrittrice de "Il taccuino d'oro" è stata "l'epicità dell'esperienza femminile, che con scetticismo, fuoco e potere visionario ha messo sotto la lente di ingrandimento una civiltà divisa". Le sue opere infatti sono incentrate sull'esperienza femminile e sulle lotte per conquistare la propria identità individuale.
12. Herta Müller, 2009
La vita di Herta Müller è stata sempre legata alla sua scrittura, causa anche di fughe e persecuzioni da parte della polizia segreta in Romania. Il suo rifiuto di entrare a far parte del corpo come spia, le è costato il lavoro, condizione che l'ha spinta verso la scrittura. Nonostante la brutale oppressione, i suoi libri hanno raccontato la dittatura e le minacce subite, nonché la feroce censura a tutto tondo del regime di Ceaușescu.
13. Alice Munro, 2013
"Maestra dei racconti contemporanei": con questa lapidaria quanto chiara definizione, l'Accademia di Svezia ha premiato la scrittrice che ha sempre trovato in questa forma letteraria il compimento della sua poetica e del suo talento.
14. Svetlana Alexievich, 2015
La cifra letteraria della scrittrice è stata quella di aver dato voce a chi non ne ha mai avuta: gli operai, le contadine, i superstiti di Cernobyl, le mamme dei caduti della Seconda guerra mondiale o del conflitto in Cecenia. Per questo i giudici del Nobel l'hanno premiata, per "la sua scrittura polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio dei nostri tempi".