Festa del Cinema di Roma, applausi per il film "Borg McEnroe"

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Da sinistra, gli attori Stellan Skarsgard, Sverrir Gudnason e Shia LaBeouf durante la presentazione del film in Svezia (LaPresse)

L'atteso biopic sui due campioni del tennis e la loro rivalità in campo è stato apprezzato dal pubblico romano. Il film, diretto dal danese Janus Metz Pedersen e distribuito da Lucky Red, arriverà nelle sale italiane il prossimo 9 novembre

 

Sbarca alla Festa del Cinema di Roma uno dei biopic più attesi dell'anno: "Borg McEnroe". Il film del regista danese, Janus Metz Pedersen, racconta la rivalità fra Bjon Borg e John McEnroe, due dei più grandi nomi del tennis di tutti i tempi.

Ovazione a Roma

Il film, interpretato da Sverrir Gudnason (Borg) e Shia LaBeouf (McEnroe) è stato accolto da diversi minuti di applausi alla kermesse romana. Al cinema dal prossimo 9 novembre, la pellicola racconta le personalità dei due campioni attraverso le ricostruzioni dei match che li videro l'uno opposto all'altro. Ne disputarono 14 in totale, Borg e McEnroe, con sette vittorie a testa, tra cui spicca la leggendaria finale di Wimbledon del 1980 che vide trionfare lo svedese sull'americano al termine di cinque lunghissimi set. Il film, distribuito in Italia da Lucky Red, racconta con puntualità, ritmo, perfette ricostruzioni delle partite e flash back, i caratteri e i vezzi dei due campioni di tennis alla vigilia di quella splendida finale.

Borg e McEnroe

Furono due caratteri opposti e forti in egual misura, quelli di Borg e McEnroe. Il primo, raccontato nel film come un ragazzo che non sapeva perdere e che veniva assistito continuamente dal suo allenatore-padre Stellan Skarsgard. Dall'altra parte c'è la furia dell'americano, di 3 anni più giovane del suo diretto avversario, che trova il modo di esorcizzare la soggezione nei confronti di Borg con un comportamento rimasto nella storia dello sport. Borg aveva già al suo attivo quattro vittorie di fila a Wimbledon, McEnroe doveva ancora dimostrare il suo genio sportivo. Il primo era amato, il secondo biasimato per un comportamento che rivoluzionò, almeno quanto il rovescio di Borg, lo sport del tennis. Rimangono indimenticate, e indimenticabili, la sfuriate di Mac contro gli oggetti in campo, a partire dalle sue racchette, e quelle contro i giudici di sedia: la frase "You cannot be serious" divenne al tempo uno dei tormentoni del tennis internazionale.

Uomini prima che sportivi

"Nel mio film c'è un esame psicologico dei due personaggi. Non poteva e non voleva essere un film solo sul tennis che, tra l'altro, conosco poco. Mi interessava, al contrario, la condizione umana", ha dichiarato il regista Pedersen davanti al pubblico romano. Il cineasta ha poi evidenziato come il suo lavoro si sia basato su "tematiche esistenziali che riguardano tutti. Tratteggiare, ad esempio, il ritratto della mascolinità svedese, in una società che vuole tutti uguali, nei confronti del mondo americano dove il successo dipende solo dall'individuo". Durante le riprese della pellicola solo il vero Bjon Borg si è presentato sul set. Lo ha spiegato Pedersen ricordando: "Per John McEnroe non c'è stato nulla da fare, ma Borg invece è stato spesso sul set anche perché, tra l'altro, suo figlio, Leo, promessa del tennis svedese, ha interpretato lui da ragazzo nel film". Sul fatto infine che Borg da giovane fosse irascibile e ribelle, spiega il regista: "È verissimo, me lo ha confermato lo stesso Borg. Da bambino fu cacciato dalla scuola di tennis per comportamento scorretto finché non gli è stato poi insegnato a contenere la rabbia".

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