Buon compleanno Diabolik: 55 anni fa usciva il primo numero
SpettacoloNel 1962 le sorelle Giussani creavano il personaggio ispirato agli eroi del feuilleton francese. Quest'anno la casa editrice Astorina, che da sempre pubblica il fumetto, si prepara a festeggiare anche l'uscita del numero 850
Il 1° novembre 1962 la casa editrice Astorina portava in edicola "Il Re del Terrore", il primo albo pensato da Angela e Luciana Giussani per raccontare ladri gentiluomini anche in Italia. Il Re del Terrore in questione si chiamava Diabolik, ma quel primo numero non ebbe il successo sperato. Fiumi di rese tornarono a Milano e furono prontamente mandate al macero. Nessuno poteva pensare che, dopo 55 anni da quell'uscita, non solo quel primo numero sarebbe arrivato a valere fino a 7.000 euro, ma che di albi ne sarebbero stati creati ben 850, quest'ultimo in uscita il prossimo 1° dicembre. Quello per l'anniversario - "Nessuno è innocente"- sarà presentato a Lucca Comics&Games, dove si potrà acquistare anche il volume speciale "Diabolik fuori dagli schemi". Tra ricorrenze, misteri, crisi di coppia e aneddoti, Mario Gomboli, 45 anni di carriera dedicati ai soggetti per Diabolik e alla direzione dell'Astorina, racconta cosa si nasconde dietro questo successo.
(La copertina del numero 850 di Diabolik, in edicola dal 1° dicembre - Diabolik®Astorina Srl)
Il mistero del disegnatore scomparso
"Delle persone che hanno visto nascere "Il Re del Terrore" ormai non c'è più nessuno - spiega Gomboli - la Mirella e la Luisa, due colonne della redazione, sono andate in pensione". Ma il ricordo di quel successo è ormai patrimonio nazionale e redazionale. Angela Giussani, grazie all'aiuto del marito Gino Sansoni, mandò in stampa con il marchio Astorina l'albo "Il Re del Terrore". "Fu un flop - ricorda Gomboli - le rese, altissime, furono subito mandate al macero, ragion per cui oggi il numero uno vale molto". Ma il vero mistero attorno a questo albo è legato al suo disegnatore: Angelo Zarcone. Soprannominato "il tedesco" a causa del bambino biondo avuto da una donna teutonica, Zarcone fu la prima matita di Diabolik. Era sempre in ritardo con le consegne e, terminate le tavole del primo albo, sparì senza lasciare traccia. Nel 1982, in occasione del ventennale della testata, le sorelle Giussani assoldarono il famoso investigatore Tom Ponzi per ritrovare Zarcone, ma neanche lui ebbe successo. L'autore della copertina de "Il Re del Terrore" Brenno Fiumali ne disegnò un ritratto, che però non diede alcuna svolta al caso. "Le ultime teorie in merito alla scomparsa di Zarcone dicono che sia finito in carcere per l'omicidio dell'amante della sua donna - racconta Gomboli - ma parlando con un parente di questo Zarcone, si scoprì che non aveva mai preso una matita in mano". Solo omonimia, dunque, il mistero resta ancora insoluto.
Un esordio non facile
Al suo esordio in edicola Diabolik non ebbe vita facile. Con i successivi due numeri, complice anche il formato studiato apposta per i pendolari milanesi, le vendite del fumetto iniziano a farsi interessanti e, insieme al successo, arrivano le prime pesanti critiche. "Diabolik era un cattivo - puntualizza l'editore - quindi i benpensanti iniziarono a criticare il personaggio, facendo fioccare denunce per istigazione al crimine e addirittura per oscenità. Infatti, in un albo si vedevano Eva e Diabolik dirigersi mano nella mano verso un letto matrimoniale, senza essere sposati. Da quel momento la camera da letto della coppia ebbe sempre due letti gemelli".
(La copertina dell'inedito di novembre 2017 - Diabolik®Astorina Srl)
Le ragioni del successo di Diabolik
Tuttavia la carriera del ladro in tutina nera non si è fermata perché Diabolik non è un supereroe. "Non userei la parola anarchico - spiega Gomboli - ma possiamo dire che è senz'altro una figura fortemente etica, sotto sotto non vissuta da nessuno come negativa. È un antieroe, col tempo è anche diventato meno feroce. Inoltre, tra le ragioni del successo di Diabolik c'è anche la scelta delle Giussani di contrastare l'avanzata dei vari malfattori a fumetti alla Kriminal, staccandosi dall'atmosfera morbosa e splatter dei primi numeri. Da quel momento Diabolik cambiò anche pay off da 'Il fumetto del brivido' a 'Il giallo a fumetti'. Si rivelò una scelta vincente". Un'altra ragione sta nell'evoluzione di Diabolik: è meno crudele, più pragmatico, "uccide solo per necessità", spiega Gomboli, che sottolinea anche l'importanza della sfida ("Diabolik non ruberebbe mai un sacchetto di diamanti lasciato in bella vista") e della vendetta. "Ha un atteggiamento protettivo nei confronti di Eva, e lei nei suoi. Ma Eva a differenza del suo compagno, si vendica anche di chi maltratta gli animali o i bambini".
Diabolik ed Eva: 55 anni d'amore
Si è tanto parlato di questo amore, che nasce nell'albo numero 3: "L'arresto di Diabolik". In questa storia Eva appare come la vedova di Lord Anthony Kant, morto in circostanze misteriose, e fa intendere subito che, a dispetto della moda cinematografica del 1963, lei non è una donna stupida, ma forte e indipendente. Per dimostrarlo, salva Diabolik. Nell'albo "Punto di Rottura", uscito nell'estate 2017, dopo 55 anni i due criminali sembrano vivere una crisi di coppia. "Uno dei punti forti del successo di Diabolik è che sia lui che lei sono umani, non sono supereroi - fa notare Gomboli - Eva è superstiziosa, Diabolik non ha senso dell'umorismo. Chiunque può calarsi nei loro panni. Sono personaggi dalle molte sfaccettature e si finisce per identificarsi".
Clive Owen nuovo Diabolik
Queste mille sfaccettature hanno impedito a Diabolik di diventare un franchise cinematografico, come sta avvenendo per tanti eroi dei fumetti americani. "Diabolik non è l'Uomo Ragno. Non è scritto in inglese e non può essere ridotto a uno schema riconoscibile. Dato che è un personaggio originale viene tagliato", spiega Gomboli. In realtà, un film su Diabolik esiste: è stato fatto nel 1968 da Mario Bavam che diresse John Philp Law e Maria Mell nei ruoli di Diabolik ed Eva Kant. Il film non ebbe grande successo e le sorelle Giussani non ne apprezzarono la trasposizione. "Oggi vedrei Clive Owen nei panni di Diabolik, Sara Anastasia Brajovic in quelli di Eva (la modella è stata già protagonista dello spot per la Diabolika Twingo, ndr.) e Alessandro Gassman sarebbe un Ginko perfetto".
Ginko, il confessore-avversario
Da 55 anni si inseguono e si rispettano. Negli albi della collana "Il Grande Diabolik", spesso il ladro si confida sul suo passato con l'ispettore. Ma lungi dall'essere un bromance alla Obama e Biden, il rapporto tra Diabolik e Ginko è maturato. Ormai l'uno può prevedere le mosse dell'altro, in virtù della conoscenza dei rispettivi codici di comportamento.
Chi è Mario Gomboli
Da 45 anni Mario Gomboli divide le sue giornate tra la direzione della casa editrice Astorina e la scrittura di soggetti ("mai scritte sceneggiature") per Diabolik. Tra i suoi albi preferiti ci sono "Gli anni perduti nel sangue" e "La morte sulla collina". Legge Tex e Lupo Alberto ogni volta che può, ha abbandonato Dylan Dog anni fa e, come tanti fan della creature di Leo Ortolani, piange la chiusura di Rat Man. "Penso tutto il bene possibile di ZeroCalcare – aggiunge – ha i contenuti, lavora molto sui testi. E il suo disegno è accattivante".
Il mercato del fumetto dal 1962 a oggi
Secondo Gomboli una selezione darwiniana ha eliminato i fumetti "scritti male". La tv ha soppiantato alcuni generi, come il fumetto erotico. Per fortuna i manga hanno riportato i giovani al fumetto, in un momento in cui questa comunicazione, messa in evidenza grazie all'opera di divulgazione di Oreste Del Buono e Umberto Eco, si era un po' persa. "Oggi si parla tanto di graphic novel, quando già Hugo Pratt definì 'La ballata del mare salato' letteratura disegnata – osserva l'editore – ma mentre le edicole perdono clienti, finalmente con quasi vent'anni di ritardo i librai e gli editori di libri si sono accorti che c'è una buona nicchia di mercato su cui lavorare". Intanto, Astorina continua a sfornare un album inedito ogni mese, due ristampe e gli albi speciali della collana "Il Grande Diabolik", in cui il fascinoso criminale guarda nel suo passato. Magari anche lui, giunto quasi alla sua 850esima avventura, finalmente sorride, ma senza esagerare.