Parigi, arrestato l'artista Pavlensky: ha dato fuoco a una sede della Banca di Francia

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Pavlensky nel 2015 incendia una sede dei servizi segreti russi (GettyImages)

L'uomo, già noto alle cronache per le sue performance artistiche estreme, ha appiccato l'incendio come forma di protesta contro i banchieri, definiti "nuovi monarchi"

L'artista russo Pyotr Pavlensky è stato arrestato a Parigi per aver messo a fuoco una sede della Banca di Francia nella notte tra il 14 e il 15 ottobre: l'uomo e sua moglie Oksana Shalygina, che l'avrebbe aiutato a compiere il gesto, sono accusati di incendio doloso. I due, noti per le posizioni apertamente critiche nei confronti del governo sovietico, avevano ottenuto asilo politico nel Paese dopo essere scappati dalla Russia: accusati di aggressione sessuale, hanno sempre negato ogni accusa. 

Una protesta contro i 'nuovi monarchi'

Pyotr Pavlensky, dopo aver dato fuoco alle porte di una sede della Banca di Francia in piazza della Bastiglia all'alba di domenica 15 ottobre, è stato trattenuto dalla polizia per alcune ore. Nel frattempo, uno scatto che lo ritraeva davanti all’edificio in fiamme è stato pubblicato sui social media dal fotografo Henry Capucine. L'incendio, secondo quanto si apprende da un comunicato stampa affidato alla Femen Inna Shevchenko, sarebbe un atto di protesta contro le lobby bancarie: "La Bastiglia fu distrutta dai ribelli come simbolo di despotismo e potere. Lì, è stato costruito un altro focolaio di schiavitù, che tradisce i rivoluzionari: la Banca di Francia ha preso il posto della Bastiglia, e i banchieri sono diventati monarchi" si legge nella nota. L'edificio, a causa dei danni riportati, è rimasto chiuso al pubblico nella giornata di lunedì.

Un artista controverso

Non è la prima volta che Pavlensky finisce sulle pagine dei giornali: in passato l'artista russo si era già messo in evidenza per le sue performance estreme e le sue proteste plateali. Nel 2015, ad esempio, fu arrestato per aver incendiato la porta di un edificio dei servizi segreti russi a Mosca, e nel 2013 attirò l'attenzione dei media per aver inchiodato i suoi testicoli sull'asfalto della Piazza Rossa, denunciando così l'apatia e l'indifferenza politica della società russa contemporanea. La lista delle sue provocazioni è piuttosto lunga: nel 2012, dopo l’arresto delle Pussy Riot, si cucì le labbra, e ancora nel 2014, dopo essere salito sul tetto di una clinica psichiatrica, si tagliò un lobo dell'orecchio per protestare contro l'uso politico della psichiatria.

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