
Dopo Milano e Londra, la grande onda di Hokusai arriva al Museo dell’Ara Pacis. Dal 12 ottobre al 14 gennaio 2018 una mostra racconta e confronta attraverso 200 opere la produzione del maestro giapponese con quella di alcuni tra i suoi più fedeli seguaci

Una produzione artistica estremamente proficua e variegata. Dai paesaggi agli animali passando per i ritratti di attori kabuki, di guerrieri e fantasmi. L'opera del maestro giapponese Katsushika Hokusai (1760-1849) ha avuto una grande diffusione nel tempo tanto da essere riprodotta anche da Manet, Toulouse Lautrec, Van Gogh e Monet. In foto"Il Fuji da Gotenyama presso Shinagawa sul Tokaido". Il sito della mostra "Hokusai. Sulle orme del Maestro"
Il sito della mostra "Hokusai. Sulle orme del Maestro"
Promossa dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con il supporto dell'Ambasciata Giapponese, la mostra si propone di ripercorrere l'opera del grande Maestro giapponese e la produzione di alcuni dei suoi maggiori seguaci (foto di Costanza Ruggeri/Sky tg24)Il catalogo completo delle opere di Hokusai
Il catalogo completo delle opere di Hokusai
Hokusai deve la sua fama universale alla "Grande Onda", la più nota della serie delle "Trentasei vedute del monte Fuji". La xilografia, di dimensioni 25,7 cm × 37,9 cm, raffigura un'onda tempestosa che minaccia alcune imbarcazioni nel mare al largo di una zona corrispondente all'odierna prefettura di Kanagawa. Come in tutte le altre rappresentazioni di questa serie, sullo sfondo compare il Monte Fuji. Le grandi mostre dell'autunno-inverno a Roma
Le grandi mostre dell'autunno-inverno a Roma
In una carriera lunga più di sessant'anni Hokusai esplorò varie forme d'arte cimentandosi nella produzione di xilografie a soggetto teatrale, di stampe augurali a circolazione privata e, negli anni trenta dell'Ottocento, di serie paesaggistiche.Da Picasso a Hokusai. Le mostre in arrivo a Roma
Da Picasso a Hokusai. Le mostre in arrivo a Roma
Ai dipinti di animali e piante sono affiancati i "Manga", manuali di disegno per pittori professionisti e dilettanti. I "Manga" rappresentano il sunto dell'arte di Hokusai e sono la testimonianza degli espedienti creativi frutto di un'indagine finalizzata a fermare in immagini l'essenza della natura.

5 le sezioni della mostra. La prima "Mete da non perdere", con il Monte Fuji come protagonista. La seconda "Beltà alla moda" con le immagini legate al mondo della seduzione. La terza "Fortuna e buon augurio". La quarta "Catturare l'essenza della natura" e la quinta "Manga e manuali per imparare".

Tra i luoghi celebri del Giappone, il Monte Fuji è in assoluto il più rappresentato. Luogo sacro per antonomasia e meta di pellegrinaggi, in epoca Edo divenne il simbolo dell'identità nazionale giapponese.

Molti gli autori che, seguendo le orme di Hokusai, si sono cimentati nella rappresentazione dei paesaggi. Le opere in mostra provengono dal Chiba City Museum of Art e da importanti collezioni giapponesi come l'Uragami Mitsuru Collection e il Kawasaki Isago no Sato Museum, oltre che dal Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova.

Nella seconda sezione della mostra (Beltà alla moda) si può osservare il repertorio di immagini legate al mondo della seduzione: raffinati dipinti su carta o su seta nel formato del rotolo verticale da appendere, firmati da Hokusai, da Eisen e dagli allievi più vicini a Hokusai.

La raffigurazione di "bellezze femminili" comprendeva soggetti ispirati a cortigiane, geishe, donne legate al monde dei quartieri di piacere idealizzate e rese simbolo di eleganza e seduzione.

Le immagini ispirate al mondo dei quartieri del piacere avevano come protagoniste le cortigiane e le geishe delle case da tè più rinomate, maestre dell'arte dell'intrattenimento. Questa produzione comprendeva anche immagini esplicitamente erotiche e le immagini cosiddette "pericolose".

"Hokusai non era soltanto un pittore. Aveva curiosità leonardesche, si interessava di architetture, di macchine strane, di costumi, si divertiva a fare strabilianti caricature (io l'ho conosciuto quando lui era già andato a curiosare nell'altro mondo). Grazie caro amico, grazie del tuo insegnamento allegro" (Bruno Munari)