Premio Campiello 2017: tutti i candidati
SpettacoloNella cinquina dei finalisti ci sono Mauro Covacich, Donatella Di Pietrantonio, Stefano Massini, Laura Pugno e Alessandra Sarchi. Premio opera prima a Francesca Manfredi per "Un buon posto dove stare"
Sarà annunciato il 9 settembre al teatro La Fenice di Venezia il vincitore dell'edizione 2017 (la 55esima) del Premio Campiello. A concorrere per l'ambito riconoscimento letterario saranno Mauro Covacich con "La città interiore" (La nave di Teseo), Donatella Di Pietrantonio con "L'arminuta" (Einaudi), Stefano Massini con "Qualcosa sui Lehman" (Mondadori), Laura Pugno con "La ragazza selvaggia" (Marsilio) e Alessandra Sarchi con "La notte ha la mia voce" (Einaudi). A scegliere i cinque finalisti del Campiello è stata la giuria di letterati presieduta quest'anno dall'attrice Ottavia Piccolo. Il vincitore, a cui andrà un premio in denaro del valore di 10mila euro, sarà invece eletto da una Giuria di 300 lettori anonimi. Già svelato il trionfatore nella sezione 'Opera prima': si tratta "Un buon posto dove stare" (La nave di Teseo) di Francesca Manfredi.
I candidati della 55esima edizione
Mauro Covacich è nato a Trieste nel 1965. Ha pubblicato diversi libri di narrativa, tra cui "Anomalie" (Mondadori 1998, Bompiani 2015), "L'amore contro" ( Mondadori 2001, Einaudi 2005), "A nome tuo" (Einaudi 2008) e "La sposa" (Bompiani 2014). L'opera per cui è candidato, "La città interiore", è un romanzo di formazione ambientato nella città di Trieste, raccontata attraverso gli occhi di due bambini, il padre di Covacich e lo stesso autore, durante due momenti chiave della storia moderna: l'epilogo della seconda guerra mondiale, nel 1945, e l'attentato di "Settembre Nero" del 5 agosto 1972.
Donatella Di Pietrantonio nata ad Arsita nel 1963, vive a Penne, Abruzzo, città in cui esercita la professione di dentista pediatrico. Ha vinto il premio Tropea con il romanzo "Mia madre è un fiume" (Elliot 2011) ed è stata candidata al Premio Strega con "Bella mia" (Elliot 2014). È entrata nella cinquina dei finalisti del Campiello con "L'arminuta", romanzo che narra la vicenda di una ragazzina costretta a ricostruire da capo la propria vita dopo aver perso tutto. La nuova casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c'è Adriana, che condivide il letto con lei. E c'è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna.
Stefano Massini, nato a Firenze nel 1975, è da alcuni anni lo scrittore italiano più rappresentato sui palcoscenici mondiali. Ha vinto sette premi della critica tra Francia, Italia, Germania e Spagna. Nel 2015 è diventato responsabile artistico del Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa. Lo spettacolo tratto da "Qualcosa sui Lehman", si chiama "Lehman Trilogy" ed è stato già tradotto in 15 lingue: in Italia la regia è stata affidata a Luca Ronconi, mentre per il Royal National di Londra sarà diretto dal premio Oscar Sam Mendes. La storia narrata in "Qualcosa sui Lehman" si apre sul molo di un porto americano, con un giovane immigrato ebreo tedesco che respira a pieni polmoni l'entusiasmo dello sbarco. E da questo piccolo seme che nascerà il grande albero di una saga familiare ed economica capace davvero di cambiare il mondo.
Laura Pugno è nata a Roma nel 1970. Nel corso della sua carriera ha pubblicato una raccolta di racconti "Sleepwalking" (Sironi 2002) e quattro romanzi: "Sirene" (Einaudi 2007), "Quando verrai" (Minimum Fax 2009), "Antartide" (Minimum Fax 2011), "La caccia" (Ponte alle grazie 2012). Oltre ad aver scritto anche raccolte di poesie, dirige l'Istituto Italiano di cultura di Madrid. In "La ragazza selvaggia" si intrecciano le vite di alcuni personaggi segnati da un dramma ineluttabile. C'è la storia della famiglia Held, che vede una madre alienata dopo la sparizione della figlia adottiva Dasha e l'incidente in seguito al quale Nina, la gemella, vive in stato vegetativo. E quella di Nicola Varriale, il cui padre generoso ed entusiasta, socio di Held in affari con la riserva naturale sperimentale di Stellaria, si è gettato ubriaco dal balcone. E infine la vicenda di Tessa, biologa, che vive in un container ai margini della riserva conducendo osservazioni e studi: a lei toccherà la sorte di ritrovare casualmente Dasha, vissuta anni nel bosco e ormai del tutto selvaggia.
Alessandra Sarchi, nata a Reggio Emilia nel 1971, vive a Bologna. Ha pubblicato nel 2008 "Segni sottili e clandestini" (Diabasis). Per Einaudi Stile Libero è uscito nel 2012 il romanzo "Violazione", vincitore del premio Paolo Volponi opera prima, nel 2014 "L'amore normale" e nel 2017 "La notte ha la mia voce", per cui la Sarchi è candidata al Campiello. Il romanzo ruota attorno alla vicenda di una giovane donna che ha perso l'uso delle gambe in seguito a un incidente. A cambiarle la vita, l'incontro con la Donnagatto, che sebbene sia paralizzata come lei rivendica il diritto a desiderare ancora, sfidando l'imperfezione del mondo. La Donnagatto nasconde un segreto, e forse ha trovato una persona cui confessarlo, consegnandole la propria storia.
Il premio opera prima
Francesca Manfredi, nata a Reggio Emilia nel 1988, ha pubblicato racconti sul Corriere della sera e Linus, e tiene corsi di scrittura alla scuola Holden di Torino. La sua prima opera, "Un buon posto dove stare" (La nave di Teseo) è una raccolta di undici storie, i cui protagonisti sono avvolti nella normalità delle loro vite, ma ritratti alle prese con fragilità e inquietudini. Nel motivare la scelta del premio, la giuria dei Letterati scrive: "È un'opera in cui vengono fuori personaggi che vivono di comunicazioni trattenute, fatte di silenzi e segreti, di sensazioni interiori che avvertono quasi come colpa il comunicarle agli altri. Di qui la coerenza con la scrittura: originale, piana, paratattica, essenziale, sospesa tra detto e non detto. E la nota malinconica che attraversa tutto il libro e che segna personaggi che portano dentro di sé le fragilità e le incertezze dell'oggi".