“Quindici Percento”, una mostra fotografica sulla disabilità nel mondo

Spettacolo

Pietro Pruneddu

Ghandruk, Nepal. Hem Gurung, segretario generale della ILS, Independent Living Society, viene portato a spalla sui sentieri della riserva naturale dell’Annapurna © Christian Tasso - courtesy Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea
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Fino al 13 febbraio la galleria "Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea" di Milano espone gli scatti di Christian Tasso, un viaggio per immagini che racconta la vita delle persone disabili. Il progetto è nato dopo l’incontro con i genitori di Pietro Barbini, una delle vittime della “coppia dell’acido”. Parte del ricavato andrà ad ALMaUST, l’associazione del Niguarda che cura gli ustionati

Un miliardo di persone nel pianeta, circa il 15% della popolazione mondiale, soffre di qualche forma di disabilità. Questa stima dell’OMS, la World Health Organization, agenzia speciale dell’Onu per la salute, è diventata il titolo di un progetto per immagini dedicato ai disabili, realizzato dal giovane fotografo Christian Tasso. “Quindici Percento” è un lavoro a lungo termine, iniziato nel 2015 e destinato a continuare nei prossimi anni. Una prima selezione degli scatti è esposta fino al 13 febbraio alla galleria Sabrina Raffaello Arte Contemporanea di Milano.

 

 

Penipe, Ecuador. Ritratto di due membri della famiglia Morocho © Christian Tasso - courtesy Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea

 

Un progetto nato nel deserto del Sahara - La mostra è un viaggio fotografico tra Ecuador, Romania e Nepal per raccontare la quotidianità di persone con disabilità, tessendo una rete di storie globali. Storie incentrate sul rapporto di queste persone con le comunità in cui vivono. L’idea è venuta a Tasso durante la permanenza in un campo profughi Saharawi. “Dovevo raccogliere le storie di chi non può fronteggiare la difficile normalità delle dune a causa di qualche problema che il proprio corpo causava”, spiega il fotografo. “Ragazze e ragazzi non vedenti, con paralisi celebrale infantile, ritardi mentali o impossibilitati nel muoversi. Cercai le immagini necessarie a denunciare la loro condizione e nacque l’idea di ricercare su larga scala le tracce di milioni di esistenze, di quel quindici percento di persone che tutti i giorni affrontano difficoltà”.

 

Il passo decisivo che ha dato linfa per la realizzazione degli scatti è stato l’incontro con Gherardo e Titti Barbini, genitori di Pietro, una delle vittime sfigurate de Martina Levato e Alexander Boettcher, la coppia dell’acido. I Barbini e Tasso hanno unito i loro progetti, che hanno in comune la volontà di portare conforto a chi lotta per la normalità. La mostra fotografica così è diventata anche un libro a tiratura limitata. E una parte dei proventi della vendita delle stampe e dei volumi sarà devoluta ad ALMaUST, l’associazione dell’ospedale Niguarda che sostiene la cura degli ustionati in condizioni economiche disagiate.

 

 

© Christian Tasso - courtesy Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea

 

Una mostra senza eroi o vittime - “Vorrei comporre un inno a quella fetta di umanità che va avanti nonostante le barriere”, spiega il giovane fotografo nella prefazione del libro. “Non ci saranno eroi e non ci saranno vittime. Le persone che ho incontrato mi hanno dimostrato che una gamba può bastare per vivere la propria vita serenamente, che il senno non esiste e, se sì, è meglio perderlo, che un terremoto può portare via tutto ma non la dignità”. Il concetto di resilienza, la ricerca della normalità in quella che il mondo considera anormalità, è il focus delle immagini di Tasso esposte a Milano. Nessun bisogno di spettacolarizzazione perché, spiega il fotografo, non serve “pietismo o un sorriso forzato”. Questi scatti non hanno la pretesa di raggiungere una conclusione. L’unico obiettivo è mostrare le storie di centinaia di migliaia di persone che spesso finiscono nel dimenticatoio.

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