Presentato con successo al Festival di Berlino, il 27 marzo arriva nelle sale italiane il nuovo film di Edoardo Winspeare. Il fallimento di un'azienda familiare diventa l'occasione per un percorso di rinascita. "Una piccola parabola" dice il regista
Vedere la propria azienda fallire, essere costretti ad andare a vivere in campagna e finire per vivere dei frutti del lavoro della terra. E' questo quello che capita alle quattro protagoniste di In grazia di Dio, ultimo film di Edoardo Winspeare, presentato con successo nella sezione Panorama dello scorso festival di Berlino e che uscirà nelle sale italiane il prossimo 27 marzo.
Il film, che il regista ha paradossalmente definito "una piccola parabola sulla felicità", è un tentativo di vedere e raccontare la crisi economica da un punto di vista diverso, come un'occasione, forse, per iniziare un percorso di catarsi e di riscoperta di sé e dei propri legami affettivi. "Un invito - si legge nelle note di produzione - a resistere, ribellandosi pacificamente a uno stile di vita che ha perso i valori di umanità e reciproco aiuto che una società non dovrebbe mai dimenticare". Il film è una produzione a impatto zero.
Qui sopra una clip tratta dal film, qui sotto il trailer:
Il film, che il regista ha paradossalmente definito "una piccola parabola sulla felicità", è un tentativo di vedere e raccontare la crisi economica da un punto di vista diverso, come un'occasione, forse, per iniziare un percorso di catarsi e di riscoperta di sé e dei propri legami affettivi. "Un invito - si legge nelle note di produzione - a resistere, ribellandosi pacificamente a uno stile di vita che ha perso i valori di umanità e reciproco aiuto che una società non dovrebbe mai dimenticare". Il film è una produzione a impatto zero.
Qui sopra una clip tratta dal film, qui sotto il trailer: