Amatissimo in Francia, appassionato di politica, il regista romano è uno dei più importanti del cinema italiano. E negli ultimi anni, in film come Il Caimano e Habemus Papam, ha messo in scena delle vere e proprie premonizioni sulla società contemporanea
Compie 60 anni Nanni Moretti, regista di 'Ecce Bombo' e de 'La stanza del figlio' a breve di nuovo sul set romano del suo nuovo film dal titolo 'Margherita'. Amato forse più all'estero che in Italia (soprattutto in Francia), giudicato "antipatico" da molti, Nanni Moretti è uno dei più importanti registi italiani per forza espressiva e originalità. Ingombrante la sua presenza nei suoi film, che Dino Risi aveva sintetizzato in una frase tagliente: "Moretti levati che devo vedere il film".
Appassionato di cinema, pallanuoto e politica, con padre professore universitario di epigrafia greca e madre professoressa di lettere al ginnasio, Moretti nel 1978, dopo alcune iniziali esperienze cinematografiche, esce in sala con 'Ecce bombo', film girato in 16 mm in presa diretta e presentato al Festival di Cannes. Famoso anche per una scena in cui viene accusato Alberto Sordi di qualunquismo, il film, con protagonista Michele Apicella (alter ego del regista che compare in ben cinque suoi film), mette in scena questo personaggio pieno di nevrosi, tic, insicurezze e saccenteria.
Nel 1981 è la volta di 'Sogni d'oro', primo film girato in 35 mm, con il quale Moretti partecipa al Festival di Venezia conquistando il Leone d'Argento; nel 1984 esce 'Bianca', commedia amara con una deriva in giallo, e, l'anno dopo, 'La messa è finita' in cui Moretti è un prete, don Giulio, (Orso d'argento al Festival di Berlino del 1986). Nel 1987 con Angelo Barbagallo fonda la Sacher Film, casa di produzione dedicata al cinema indipendente.
La deriva politica sempre presente nei suoi film in forma indiretta, quasi familiare, diventa centrale in 'Palombella rossa' (1989) dove Moretti è ancora Michele Apicella funzionario del Pci che ha perso la memoria proprio come il partito in quegli anni. L'anno dopo realizza un documentario, La Cosa (così Occhetto parlava della necessaria trasformazione del Partito Comunista Italiano). Di scena le polemiche e i dibattiti dei militanti comunisti alle prese con la rivoluzione da fare nell'amato partito. E' poi attore nel film 'Il portaborse' di Daniele Luchetti, nei panni del corrotto ministro Cesare Botero.
Torna all'autobiografismo con 'Caro diario', (miglior regia a Cannes ) cui segue, sulla stessa linea, 'Aprile', in cui si parla della nascita del figlio Pietro, avuto da Silvia Nono. Nel film la frase cult: "D'Alema, dì qualcosa di sinistra!". Dopo 'La stanza del figlio', con la tragedia amara della morte improvvisa di un figlio adolescente (Palma d'oro a Cannes), si getta nell'impegno politico in prima persona diventando tra i promotori del movimento di sinistra dei girotondi. Una esperienza che però durerà poco.
Nel 2006 arriva 'Il caimano' un vero atto d'accusa contro Silvio Berlusconi, con tanto di previsione di una condanna in terzo grado del premier che oggi fa di Moretti una sorta di Nostradamus in quanto a veggenza. Una fama confermata poi dal suo ultimo film 'Habemus Papam' in cui un Papa, come è davvero accaduto con Benedetto XVI, lascia il soglio pontificio.
Appassionato di cinema, pallanuoto e politica, con padre professore universitario di epigrafia greca e madre professoressa di lettere al ginnasio, Moretti nel 1978, dopo alcune iniziali esperienze cinematografiche, esce in sala con 'Ecce bombo', film girato in 16 mm in presa diretta e presentato al Festival di Cannes. Famoso anche per una scena in cui viene accusato Alberto Sordi di qualunquismo, il film, con protagonista Michele Apicella (alter ego del regista che compare in ben cinque suoi film), mette in scena questo personaggio pieno di nevrosi, tic, insicurezze e saccenteria.
Nel 1981 è la volta di 'Sogni d'oro', primo film girato in 35 mm, con il quale Moretti partecipa al Festival di Venezia conquistando il Leone d'Argento; nel 1984 esce 'Bianca', commedia amara con una deriva in giallo, e, l'anno dopo, 'La messa è finita' in cui Moretti è un prete, don Giulio, (Orso d'argento al Festival di Berlino del 1986). Nel 1987 con Angelo Barbagallo fonda la Sacher Film, casa di produzione dedicata al cinema indipendente.
La deriva politica sempre presente nei suoi film in forma indiretta, quasi familiare, diventa centrale in 'Palombella rossa' (1989) dove Moretti è ancora Michele Apicella funzionario del Pci che ha perso la memoria proprio come il partito in quegli anni. L'anno dopo realizza un documentario, La Cosa (così Occhetto parlava della necessaria trasformazione del Partito Comunista Italiano). Di scena le polemiche e i dibattiti dei militanti comunisti alle prese con la rivoluzione da fare nell'amato partito. E' poi attore nel film 'Il portaborse' di Daniele Luchetti, nei panni del corrotto ministro Cesare Botero.
Torna all'autobiografismo con 'Caro diario', (miglior regia a Cannes ) cui segue, sulla stessa linea, 'Aprile', in cui si parla della nascita del figlio Pietro, avuto da Silvia Nono. Nel film la frase cult: "D'Alema, dì qualcosa di sinistra!". Dopo 'La stanza del figlio', con la tragedia amara della morte improvvisa di un figlio adolescente (Palma d'oro a Cannes), si getta nell'impegno politico in prima persona diventando tra i promotori del movimento di sinistra dei girotondi. Una esperienza che però durerà poco.
Nel 2006 arriva 'Il caimano' un vero atto d'accusa contro Silvio Berlusconi, con tanto di previsione di una condanna in terzo grado del premier che oggi fa di Moretti una sorta di Nostradamus in quanto a veggenza. Una fama confermata poi dal suo ultimo film 'Habemus Papam' in cui un Papa, come è davvero accaduto con Benedetto XVI, lascia il soglio pontificio.