Nonciclopedia, nota versione satirica di Wikipedia, chiude i battenti per timore della causa legale intentata dal Blasco. Ma la Rete non apprezza e si innesca il cosiddetto effetto Streisand, ridda di critiche su Twitter e Facebook e un'enorme pubblicità
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di Gabriele De Palma
“Vergogna”, “Rivogliamo Nonciclopedia”, “Codardo”, “Ritirati”: questo il tenore dei commenti che stanno intasando la pagina Facebook di Vasco Rossi, diventato di nuovo una star in Rete, anche se in negativo.
All'origine della protesta l'annuncio della chiusura di Nonciclopedia (nota versione satirica dell'enciclopedia online Wikipedia) per timore di una causa legale intentata dai legali del rocker di Zocca. E non è solo Facebook il veicolo della sollevazione degli utenti: su Twitter il trending topic (i termini più usati sulla piattaforma di microblogging) del 3 ottobre è il già visto #vascomerda, che arriva presto anche sul podio delle tendenze mondiali. Potere di reazione della Rete, pronta a scagliarsi contro chi – soprattutto personaggi pubblici – si rende protagonista di azioni o dichiarazioni contrarie al web o alla libertà di espressione. E' il cosiddetto 'effetto Streisand', che restituisce una inaspettata popolarità proprio per quel che si è cercato di censurare, anche in piccola parte, sul web.
Le prime repliche dell'entourage di Vasco Rossi poi non hanno fatto altro che gettare benzina sul fuoco. Inizialmente è stata sospesa la possibilità di pubblicare post sulla bacheca del cantautore, il che ha acuito l'insoddisfazione degli utenti che hanno corretto il tiro occupando l'unico spazio rimasto a disposizione: i commenti ai post del Blasco. “Non si indignano Barack Obama, la Chiesa e il Papa, Fabrizio de Andrè (tanto per citare un VERO musicista), l' ONU e si indigna lei sign. Rossi?” scrive Chiara Marcelli, “Sei diventato l'ombra di quello che eri una volta” secondo Simone Finch Motta e Fabio e Prisco ironicamente lo ringrazia “per averci fatto capire quanto (poco) vali! Anche la risposta ufficiale a firma della portavoce di Rossi e le precisazioni del suo avvocato non hanno ottenuto l'effetto desiderato, ovvero placare la protesta. In poche ore più di ventimila commenti arrivati, la maggior parte dei quali contro l'autore di Alba Chiara, e la nascita di pagine dedicate alla causa di Nonciclopedia. Una volta che si alza l'onda dell'effetto Streisand, è difficile riuscire a contenerla.
Su Twitter le critiche Vasco Rossi per la vicenda sono state moltissime. Per ore l'hashtag più digitato è stato #vascomerda, che poi è stato sospeso dalla classifica per motivi al momento non ufficiali. Gli arrabbiati però l'hanno prontamente sostituito con il meno scurrile #noncivasco, che in poche ore ha scalato la top ten restando dietro solo a Nonciclopedia. Secondo Clao571 il cantante è l'esempio di “come non usare internet”, altri ironizzano “C'è chi dice no-nciclopedia” più d'uno – dopo l'esclusione di #vascomerda dai trending topic – si chiede se dopo nonciclopedia “gli avvocati di ora vasco faranno chiudere anche twitter?”. Microsatira gioca con le parole dei testi del Blasco “Vasco Rossi e la satira: liberi liberi siamo noi di dire solo ciò che piace a lui”. Profais lo paragona a un mostro sacro del rock “Keith Richards non farebbe mai una cosa del genere! Comportamento puerile, non certo da rockstar” e qualcuno inizia a diffondere l'indirizzo degli Internet Archive che hanno conservato la pagina di Nonciclopedia accusata di diffamazione. Insomma sta accadendo quanto era successo a Barbra Streisand nel 2003, quando chiese la rimozione di una foto aerea della sua tenuta di Malibù dal web (la foto era apparsa in uno studio sull'erosione delle coste californiane) ottenendo in cambio una indesiderata pubblicità alla foto. Altri personaggi celebri ci sono cascati, ultimo della lista il calciatore gallese Ryan Giggs, che il maggio scorso aveva fatto causa a Twitter per la pubblicazione di alcuni dettagli di una sua relazione con la starlette Imogen Thomas: il Guardian pubblicò nei giorni seguenti l'occorrenza dei riferimenti a Giggs apparsi su Twitter, evidenziando che si era verificato un vistoso picco in coincidenza con la causa legale intentata dal gallese. Ma oltre ai VIP ci sono anche altri casi interessanti dello Streisand Effect, come quello occorso alla prestigiosa istituzione della rete, l'Internet Watch Foundation, che incluse la pagine di Wikipedia dedicata all'album degli Scorpions Virgin Killer tra le pagine etichettate di pedopornografia (a causa della copertina del disco che ritraeva una ragazzina nuda): la foto subito venne ripubblicata su molti siti e blog e l'IWF decise che era opportuno escludere la voce dalla lista nera.
La chiusura di Nonciclopedia è “a tempo indeterminato”, e la decisione di tirare giù la saracinesca sta pagando molto in termini di popolarità sul web per l'enciclopedia satirica. Non sembra che Rossi abbia intenzione di mollare il colpo e digerire l'umorismo, a volte molto greve, della piattaforma. Ma le conseguenze sono quelle indesiderate di aver fatto molta pubblicità a chi si voleva accusare, essersi attirati le ire della rete e aver fatto parlare di sé per qualcosa a cui non si voleva dare così tanta risonanza. Il termine Nonciclopedia compare ora migliaia di volte sul profilo Facebook del rocker, che diventa così un involontario ma potente strumento di pubblicità dei suoi nemici. All'effetto Streisand non si scappa.
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di Gabriele De Palma
“Vergogna”, “Rivogliamo Nonciclopedia”, “Codardo”, “Ritirati”: questo il tenore dei commenti che stanno intasando la pagina Facebook di Vasco Rossi, diventato di nuovo una star in Rete, anche se in negativo.
All'origine della protesta l'annuncio della chiusura di Nonciclopedia (nota versione satirica dell'enciclopedia online Wikipedia) per timore di una causa legale intentata dai legali del rocker di Zocca. E non è solo Facebook il veicolo della sollevazione degli utenti: su Twitter il trending topic (i termini più usati sulla piattaforma di microblogging) del 3 ottobre è il già visto #vascomerda, che arriva presto anche sul podio delle tendenze mondiali. Potere di reazione della Rete, pronta a scagliarsi contro chi – soprattutto personaggi pubblici – si rende protagonista di azioni o dichiarazioni contrarie al web o alla libertà di espressione. E' il cosiddetto 'effetto Streisand', che restituisce una inaspettata popolarità proprio per quel che si è cercato di censurare, anche in piccola parte, sul web.
Le prime repliche dell'entourage di Vasco Rossi poi non hanno fatto altro che gettare benzina sul fuoco. Inizialmente è stata sospesa la possibilità di pubblicare post sulla bacheca del cantautore, il che ha acuito l'insoddisfazione degli utenti che hanno corretto il tiro occupando l'unico spazio rimasto a disposizione: i commenti ai post del Blasco. “Non si indignano Barack Obama, la Chiesa e il Papa, Fabrizio de Andrè (tanto per citare un VERO musicista), l' ONU e si indigna lei sign. Rossi?” scrive Chiara Marcelli, “Sei diventato l'ombra di quello che eri una volta” secondo Simone Finch Motta e Fabio e Prisco ironicamente lo ringrazia “per averci fatto capire quanto (poco) vali! Anche la risposta ufficiale a firma della portavoce di Rossi e le precisazioni del suo avvocato non hanno ottenuto l'effetto desiderato, ovvero placare la protesta. In poche ore più di ventimila commenti arrivati, la maggior parte dei quali contro l'autore di Alba Chiara, e la nascita di pagine dedicate alla causa di Nonciclopedia. Una volta che si alza l'onda dell'effetto Streisand, è difficile riuscire a contenerla.
Su Twitter le critiche Vasco Rossi per la vicenda sono state moltissime. Per ore l'hashtag più digitato è stato #vascomerda, che poi è stato sospeso dalla classifica per motivi al momento non ufficiali. Gli arrabbiati però l'hanno prontamente sostituito con il meno scurrile #noncivasco, che in poche ore ha scalato la top ten restando dietro solo a Nonciclopedia. Secondo Clao571 il cantante è l'esempio di “come non usare internet”, altri ironizzano “C'è chi dice no-nciclopedia” più d'uno – dopo l'esclusione di #vascomerda dai trending topic – si chiede se dopo nonciclopedia “gli avvocati di ora vasco faranno chiudere anche twitter?”. Microsatira gioca con le parole dei testi del Blasco “Vasco Rossi e la satira: liberi liberi siamo noi di dire solo ciò che piace a lui”. Profais lo paragona a un mostro sacro del rock “Keith Richards non farebbe mai una cosa del genere! Comportamento puerile, non certo da rockstar” e qualcuno inizia a diffondere l'indirizzo degli Internet Archive che hanno conservato la pagina di Nonciclopedia accusata di diffamazione. Insomma sta accadendo quanto era successo a Barbra Streisand nel 2003, quando chiese la rimozione di una foto aerea della sua tenuta di Malibù dal web (la foto era apparsa in uno studio sull'erosione delle coste californiane) ottenendo in cambio una indesiderata pubblicità alla foto. Altri personaggi celebri ci sono cascati, ultimo della lista il calciatore gallese Ryan Giggs, che il maggio scorso aveva fatto causa a Twitter per la pubblicazione di alcuni dettagli di una sua relazione con la starlette Imogen Thomas: il Guardian pubblicò nei giorni seguenti l'occorrenza dei riferimenti a Giggs apparsi su Twitter, evidenziando che si era verificato un vistoso picco in coincidenza con la causa legale intentata dal gallese. Ma oltre ai VIP ci sono anche altri casi interessanti dello Streisand Effect, come quello occorso alla prestigiosa istituzione della rete, l'Internet Watch Foundation, che incluse la pagine di Wikipedia dedicata all'album degli Scorpions Virgin Killer tra le pagine etichettate di pedopornografia (a causa della copertina del disco che ritraeva una ragazzina nuda): la foto subito venne ripubblicata su molti siti e blog e l'IWF decise che era opportuno escludere la voce dalla lista nera.
La chiusura di Nonciclopedia è “a tempo indeterminato”, e la decisione di tirare giù la saracinesca sta pagando molto in termini di popolarità sul web per l'enciclopedia satirica. Non sembra che Rossi abbia intenzione di mollare il colpo e digerire l'umorismo, a volte molto greve, della piattaforma. Ma le conseguenze sono quelle indesiderate di aver fatto molta pubblicità a chi si voleva accusare, essersi attirati le ire della rete e aver fatto parlare di sé per qualcosa a cui non si voleva dare così tanta risonanza. Il termine Nonciclopedia compare ora migliaia di volte sul profilo Facebook del rocker, che diventa così un involontario ma potente strumento di pubblicità dei suoi nemici. All'effetto Streisand non si scappa.