Festival di Cannes, applausi e lacrime per Nanni Moretti

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La proiezione ufficiale di “Habemus Papam”, primo dei due film italiani in concorso, è stata un successo. E quando gli spettatori del Grand Theatre Lumiere si sono alzati in piedi, il regista non è riuscito a trattenere l’emozione

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Applausi che sembravano non finire mai, durati quasi 10 minuti, ritmati, convinti. La proiezione ufficiale di “Habemus Papam”, primo dei due film italiani in concorso al Festival del Cinema di Cannes (venerdì prossimo sarà la volta di "This Must Be The Place" di Paolo Sorrentino), è stata un grande successo. Mentre scorrevano i titoli di coda e partivano i primi battimani, Nanni Moretti ha cercato di trattenersi ma l'emozione del Grand Theatre Lumiere, con gli spettatori tutti in piedi in platea e in galleria, è stata così forte che è scoppiato a piangere abbracciando i suoi attori. Il francese Michel Piccoli, protagonista del film, giocava evidentemente in casa, ma l'ovazione di Cannes è stata grande per lui, per Margherita Buy, per Jerzy Stuhr, Renato Scarpa e tutti gli altri. È rimasto seduto, quasi intimidito, Pietro, il figlio che Nanni ha voluto portare a Cannes. Dopo il film tutti a festeggiare, con amici e ospiti di riguardo, in un ristorante sulla spiaggia della Croisette.

Nella giornata Moretti aveva presentato il film alla stampa internazionale e nel pomeriggio aveva incontrato i giornalisti italiani. Inutili i tentativi di porre domande sull'attualità, Moretti ha resistito tenacemente. Piccoli, invece, non si è tirato indietro: "Comprendo perché Nanni Moretti non voglia parlare di politica. Immagino che la presenza continua di Berlusconi sia per lui un dolore, come è un dolore per molti italiani e per quei francesi che sanno chi è”. “Moretti – ha proseguito l'attore classe 1925 – è stato un regista politico e un cittadino politico che ha fatto anche molto per le sue idee. Ha il diritto di essere ormai sfiancato. Come al solito tiene duro e non si espone più di tanto quando le domande cercano di entrare nell'attualità".

Il regista, dopo aver ribadito che sia “La messa è finita” sia appunto “Habemus Papam" (guarda le foto del backstage) sono “due film scritti e diretti da un ateo”, ha aggiunto: "Dunque mi meraviglio ancora di chi mi accusa che in questi lavori non ci sia la fede". Si è lasciato andare poi a una considerazione che riguarda Vaticano e politica italiana e mondiale. "Le alte gerarchie ecclesiastiche – ha detto rispondendo a un giornalista inglese – sono sempre intervenute nella vita politica italiana. Solo, va detto, che ora la politica recepisce con più agitazione queste indicazioni di quello che accadeva solo pochi anni fa”. A una giornalista della Radio Svizzera ha replicato: "Certo, chi si aspettava un film di denuncia sarà rimasto deluso. Mentre lo giravamo si era parlato dello scandalo dei preti pedofili e soprattutto della copertura che avevano avuto dal Vaticano. Lo stesso attore polacco Jerzy Stuhr (che in “Habemus Papam” interpreta il dinamico portavoce del Vaticano) nei suoi viaggi in Polonia aveva capito che il clima verso la Chiesa era cambiato per questi scandali e mi aveva suggerito di ritoccare la sceneggiatura, ma io non l'ho fatto. Non volevo che l'attualità entrasse in questo film". Infine, sulle critiche del Vaticano: "No – si è arrabbiato Moretti – quelle che sono venute al film sono isolatissime e non rappresentative. Non ne ho approfittato per fare la vittima. È un ruolo che non mi piace interpretare".

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