Il 9 maggio inizia il 'Chocabeck world tour 2011' del bluesman emiliano, che suonerà in Europa, Stati Uniti e Canada. “Voglio sentire i suoni della domenica, sentire certe vibrazioni, le cose buone, le cose genuine”. L'INTERVISTA
Non un semplice concerto, ma una grande "festa di paese", ispirata a quel "suono della domenica" che si dipana dal primo all'ultimo brano del suo 'Chocabeck': così Zucchero prova a descrivere l'atmosfera che si respirerà nel suo 'Chocabeck world tour 2011', che parte il prossimo 9 maggio da Zurigo e ha il suo clou italiano all'Arena di Verona, con cinque date a giugno (2, 3, 4, 6 e 7) e due a settembre (24 e 25).
A maggio il bluesman emiliano suonerà in mezz'Europa, compresa la Royal Albert Hall di Londra, mentre in Italia, dopo i concerti di Verona, tra luglio e agosto terrà nove date, dal Summer festival di Lucca allo Stadio Olimpico di Roma.
In autunno sarà negli Stati Uniti e in Canada, dove tra maggio e settembre uscirà per Decca la versione in inglese del multiplatino 'Chocabeck', con alcuni testi curati da Bono degli U2 e Iggy Pop.
D'inverno poi il tour farà di nuovo ritorno in Italia, al coperto dei palasport, per passare poi nel 2012 sulla West Coast americana e in Australia e terminare, probabilmente, con una coda italiana tutta nei teatri.
Per molte date europee i biglietti sono già esauriti: "Sono un contadino e ho seminato senza sapere quando avrei raccolto - commenta soddisfatto Zucchero di fronte a un piatto di pasta in bianco, base della sua dieta per affrontare il lunghissimo tour - ci ho messo tanto ad essere accettato in Italia e all'estero e ora, a 55 anni, finalmente raccolgo".
Il soulman ricorda: "Quando ho debuttato con Eric Clapton in Europa, nel 1999, lo vedevo suonare nelle arene, di fronte a 10mila persone, e pensavo 'non ci arriverò mai', ma lo volevo e ci sono arrivato, anche se ho scelto una strada tortuosa perché faccio una musica che loro hanno già, ma ho sempre investito tanto nelle tournee, tanto che ho cambiato cinque manager perché - scherza - con i miei concerti non guadagnavano niente, se non andiamo a perdere poco ci manca...".
Per il nuovo tour, Zucchero ha arruolato 11 musicisti, tra cui tre fiati e tre archi, che si uniscono alla band che lo accompagna dal vivo da qualche tempo. Sul palco ci saranno il corno francese, il basso tuba e tutti gli strumenti usati per 'Chocabeck', ma soprattutto ci sarà l'atmosfera dell'ultimo e ispirato album del bluesman emiliano, quel "suono della domenica" che si dipana dal primo successo 'E' un peccato morir' al nuovo singolo 'Un soffio caldo' scritto con Francesco Guccini. Anche grandi successi come 'Diamante' o 'Donne' saranno riarrangiate in chiave 'Chocabeck' perché "ora non saprei quale altro suono inventarmi, come testa e come spirito sono completamente dentro quest'album".
Un lavoro che ha preso totalmente Zucchero, tanto che pensa di proporlo per intero, dal vivo. Sarà perché è l'album più ispirato alle sue origini: "Ora sono così - dice - ho ritrovato più Adelmo che Zucchero".
Questo nuovo Adelmo si riconosce nel suo passato quando confessa di non avere fede nella politica: "Non so più a chi dar retta, come quando da bambino facevo il chierichetto e andavo alla cooperativa e non credevo né al prete né a quello della cooperativa, che poi era del Partito comunista, e ancora oggi non ho trovato persone che mi arrivino in modo trasparente. Non mi arriva nulla - sottolinea - da politici, preti, Vaticano".
Se bisogna avere fede, per lui è meglio averla nella gente comune "come il contadino": "voglio viaggiare a questi livelli terra-terra e non - sottolinea - per qualunquismo". Salvo poi ricordare che il suo ex contadino gli faceva credere che le sue galline non facessero piu' uova, mentre poi le vendeva al mercato con la dicitura 'Uova di Zucchero'.
A maggio il bluesman emiliano suonerà in mezz'Europa, compresa la Royal Albert Hall di Londra, mentre in Italia, dopo i concerti di Verona, tra luglio e agosto terrà nove date, dal Summer festival di Lucca allo Stadio Olimpico di Roma.
In autunno sarà negli Stati Uniti e in Canada, dove tra maggio e settembre uscirà per Decca la versione in inglese del multiplatino 'Chocabeck', con alcuni testi curati da Bono degli U2 e Iggy Pop.
D'inverno poi il tour farà di nuovo ritorno in Italia, al coperto dei palasport, per passare poi nel 2012 sulla West Coast americana e in Australia e terminare, probabilmente, con una coda italiana tutta nei teatri.
Per molte date europee i biglietti sono già esauriti: "Sono un contadino e ho seminato senza sapere quando avrei raccolto - commenta soddisfatto Zucchero di fronte a un piatto di pasta in bianco, base della sua dieta per affrontare il lunghissimo tour - ci ho messo tanto ad essere accettato in Italia e all'estero e ora, a 55 anni, finalmente raccolgo".
Il soulman ricorda: "Quando ho debuttato con Eric Clapton in Europa, nel 1999, lo vedevo suonare nelle arene, di fronte a 10mila persone, e pensavo 'non ci arriverò mai', ma lo volevo e ci sono arrivato, anche se ho scelto una strada tortuosa perché faccio una musica che loro hanno già, ma ho sempre investito tanto nelle tournee, tanto che ho cambiato cinque manager perché - scherza - con i miei concerti non guadagnavano niente, se non andiamo a perdere poco ci manca...".
Per il nuovo tour, Zucchero ha arruolato 11 musicisti, tra cui tre fiati e tre archi, che si uniscono alla band che lo accompagna dal vivo da qualche tempo. Sul palco ci saranno il corno francese, il basso tuba e tutti gli strumenti usati per 'Chocabeck', ma soprattutto ci sarà l'atmosfera dell'ultimo e ispirato album del bluesman emiliano, quel "suono della domenica" che si dipana dal primo successo 'E' un peccato morir' al nuovo singolo 'Un soffio caldo' scritto con Francesco Guccini. Anche grandi successi come 'Diamante' o 'Donne' saranno riarrangiate in chiave 'Chocabeck' perché "ora non saprei quale altro suono inventarmi, come testa e come spirito sono completamente dentro quest'album".
Un lavoro che ha preso totalmente Zucchero, tanto che pensa di proporlo per intero, dal vivo. Sarà perché è l'album più ispirato alle sue origini: "Ora sono così - dice - ho ritrovato più Adelmo che Zucchero".
Questo nuovo Adelmo si riconosce nel suo passato quando confessa di non avere fede nella politica: "Non so più a chi dar retta, come quando da bambino facevo il chierichetto e andavo alla cooperativa e non credevo né al prete né a quello della cooperativa, che poi era del Partito comunista, e ancora oggi non ho trovato persone che mi arrivino in modo trasparente. Non mi arriva nulla - sottolinea - da politici, preti, Vaticano".
Se bisogna avere fede, per lui è meglio averla nella gente comune "come il contadino": "voglio viaggiare a questi livelli terra-terra e non - sottolinea - per qualunquismo". Salvo poi ricordare che il suo ex contadino gli faceva credere che le sue galline non facessero piu' uova, mentre poi le vendeva al mercato con la dicitura 'Uova di Zucchero'.