Gilda Gelati: io prima ballerina sui passi di Sylvie Guillem

Spettacolo
Al centro la prima ballerina Gilda Gelati ed Eris Nezha in Manon. Archivio fotografico Fondazione Teatro alla Scala
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La stella del Teatro alla Scala si alterna con la più grande danzatrice del secolo in Manon, il balletto di Mac Millian. E ricorda dieci anni fa, quando “Sylvie mi scelse per la sua Giselle. Un ruolo con cui ottenni la promozione”. L’INTERVISTA

di Chiara Ribichini

Dopo Sylvie Guillem entra in scena Gilda Gelati. Sarà lei, prima ballerina del Teatro alla Scala, la protagonista de L’histoire de Manon, il balletto di Kenneth Mac Millian che racconta la tragica storia d’amore tra Manon e Des Grieux creata dall’abate Prévost. Nelle repliche dello spettacolo, che ha preso il via con le étoile Sylvie Guillem e Massimo Murru e che sarà in scena al Piermarini fino all’11 febbraio, si alterneranno infatti diverse stelle della danza italiana e internazionale*. Tra queste Gilda Gelati ed Eris Nezha nelle recite di domenica 30 gennaio e mercoledì 2 febbraio (pomeridiana). “In scena porti te stessa. Ognuno indossa il personaggio sul proprio corpo e sul proprio modo di vivere i sentimenti. Io sarò una Manon più fragile e più vittima rispetto a quella di Sylvie Guillem che dà al personaggio maggiore forza e risolutezza” spiega Gilda Gelati che è stata nominata prima ballerina proprio con un ruolo affidatole da Sylvie Guillem. Da quel giorno sono passati dieci anni.

Che ruolo ha avuto Sylvie Guillem nella tua carriera?
Fondamentale. Nel 2001 stavo attraversando un momento molto difficile della mia vita. Per la prima volta ero stata persino sfiorata dall’idea di lasciare la danza. Mi sentii lusingata ed onorata di esser stata scelta da lei per interpretare il ruolo principale della sua versione di Giselle (Sylvie Guillem è una coreografa, ndr). Riacquistai fiducia in me stessa.

E grazie a quel ruolo sei stata nominata prima ballerina…
Sì, da quel momento la mia carriera ha davvero preso il volo.

Oggi che rapporto c’è tra voi?
Provo ammirazione e affetto. E c’è sempre in me un pizzico di soggezione. Lei, a diciannove anni promossa étoile dell'Opera di Parigi da Rudolf Nureyev in persona, è la ballerina più importante del secolo. Ha stravolto i canoni della danza. E’ una sorta di spartiacque: nella storia della danza c’è un prima e un dopo Sylvie Guillem.

Cosa ha cambiato?
Prima di lei ad una ballerina non erano richieste grandi doti fisiche. Serviva certamente una predisposizione corporea, ma non c’era il culto del collo del piede o delle gambe alte. Poi è arrivata Sylvie: alta, bellissima, con un’elasticità rarissima da trovare. E’ diventata subito lo stereotipo della ballerina. Da quel momento anche l’altezza, che fino ad allora poteva compromettere la carriera di una danzatrice, è diventato un valore aggiunto.

In questi giorni ti alternerai con Sylvie Guillem nel ruolo principale del balletto di Mac Millian: una donna libera e trasgressiva, capace di fare qualunque cosa pur di avere gioielli e abiti. Che Manon sarai?
Fragile, femminile, vittima delle circostanze e delle persone che girano intorno a lei. Sylvie è una Manon più risoluta, ha in mano la situazione, è sempre vincente. Ognuno indossa il ruolo sul proprio corpo e sul proprio modo di vivere i sentimenti. E’ questa la bellezza del nostro lavoro.

Quali doti deve avere una ballerina per essere Manon?
Deve essere una grande interprete. E' un balletto che richiede una grande drammaticità. Ed è uno dei rari casi in cui la danza e la storia si muovono insieme, passo dopo passo, confondendosi l’una con l’altra.

Hai danzato i ruoli più importanti del repertorio classico, hai lavorato con i grandi coreografi contemporanei, hai ballato sui palchi più importanti del mondo: resta ancora un sogno nel cassetto?
Più che un sogno è un rimpianto. Mi sarebbe piaciuto lavorare con Pina Bausch (la grande coreografa tedesca che ha fondato il teatrodanza, scomparsa il 30 giugno del 2009, ndr). Purtroppo non ne ho mai avuto l'occasione.

*Nel ruolo di Des Grieux e Manon si alterneranno: Roberto Bolle e Olesia Novikova (6, 8 e 11 sera febbraio - guarda il video delle prove), Gabriele Corrado e Marta Romagna (4 febbraio), Marco Agostino ed Emanuela Montanari (11 febbraio). Accanto ai protagonisti, nei vari casti interpreteranno il personaggio di Lescaut: Thiago Soares, Antonino Sutera, Mick Zeni, Alessandro Grillo, Massimo Garon.

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