Il regista romano porta nelle sale il sequel di "Maschi contro femmine", che un anno fa ha incassato 14 milioni di euro. Claudio Bisio: "Le donne non si accontentano mai". Guarda il video con le interviste a tutti i protagonisti
Gli uomini sono quelli che giocano e le donne quelle che ostinatamente li vogliono cambiare. Ma i due mondi restano non troppo comunicanti.
Anche perché "le donne non capiscono gli uomini perché non c'è niente da capire". Questa una delle frasi chiave di "Femmine contro maschi" di Fausto Brizzi, specchio rovesciato e sequel di "Maschi contro femmine" che ha incassato un anno f poco meno di 14 milioni di euro.
Il film che sarà nelle sale dal 4 febbraio distribuito da Medusa in 600 copie (il primo era distribuito da 01) questa volta mette in campo la perfidia delle donne contro l'infantilità imperdonabile degli uomini con tre storie.
Nella prima, c'è l'androloga Anna (Luciana Littizzetto) che, nella sofisticata Torino, è sposata con il benzinaio terrone Piero (Emilio Solfrizzi). Un uomo ignorante, traditore e supertifoso.
Così quando un provvidenziale incidente fa perdere a Piero la memoria, Anna ha la possibilità di resettarlo secondo il suo ideale di uomo. Così il rozzo Solfrizzi si trasforma nell'uomo perfetto. Cucina e fa i piatti, prepara il bagno alla moglie con la quale ha rapporti sessuali giornalieri. Insomma, alla fine, un vero miracolo di noia, anche per la stessa Anna.
Nella seconda storia, il bidello Rocco e l'impiegato Michele (Ficarra e Picone) suonano in una cover band dei Beatles. Rocco è osteggiato in questa sua passione compulsiva dalla compagna Valeria (Francesca Inaudi), maestra nella stessa scuola, mentre Michele riesce miracolosamente a tenere all'oscuro sua moglie (Serena Autieri) di questa insana passione per i Beatles.
Nella terza storia, scendono in campo il chirurgo plastico Marcello (Claudio Bisio) e l'impiegata Paola (Nancy Brilli) una coppia divorziata da anni che finge di essere una famiglia felice solo di fronte alla mamma di lui (una straordinaria Wilma De Angelis al debutto cinematografico) ottantenne e malata di cuore.
Quando all'anziana donna vengono diagnosticati pochi giorni di vita e chiede di poter vivere insieme a figlio, nuora e nipoti non possono dire no a questa richiesta sul letto di morte.
Anche perché "le donne non capiscono gli uomini perché non c'è niente da capire". Questa una delle frasi chiave di "Femmine contro maschi" di Fausto Brizzi, specchio rovesciato e sequel di "Maschi contro femmine" che ha incassato un anno f poco meno di 14 milioni di euro.
Il film che sarà nelle sale dal 4 febbraio distribuito da Medusa in 600 copie (il primo era distribuito da 01) questa volta mette in campo la perfidia delle donne contro l'infantilità imperdonabile degli uomini con tre storie.
Nella prima, c'è l'androloga Anna (Luciana Littizzetto) che, nella sofisticata Torino, è sposata con il benzinaio terrone Piero (Emilio Solfrizzi). Un uomo ignorante, traditore e supertifoso.
Così quando un provvidenziale incidente fa perdere a Piero la memoria, Anna ha la possibilità di resettarlo secondo il suo ideale di uomo. Così il rozzo Solfrizzi si trasforma nell'uomo perfetto. Cucina e fa i piatti, prepara il bagno alla moglie con la quale ha rapporti sessuali giornalieri. Insomma, alla fine, un vero miracolo di noia, anche per la stessa Anna.
Nella seconda storia, il bidello Rocco e l'impiegato Michele (Ficarra e Picone) suonano in una cover band dei Beatles. Rocco è osteggiato in questa sua passione compulsiva dalla compagna Valeria (Francesca Inaudi), maestra nella stessa scuola, mentre Michele riesce miracolosamente a tenere all'oscuro sua moglie (Serena Autieri) di questa insana passione per i Beatles.
Nella terza storia, scendono in campo il chirurgo plastico Marcello (Claudio Bisio) e l'impiegata Paola (Nancy Brilli) una coppia divorziata da anni che finge di essere una famiglia felice solo di fronte alla mamma di lui (una straordinaria Wilma De Angelis al debutto cinematografico) ottantenne e malata di cuore.
Quando all'anziana donna vengono diagnosticati pochi giorni di vita e chiede di poter vivere insieme a figlio, nuora e nipoti non possono dire no a questa richiesta sul letto di morte.