Esce nelle sale italiane il film che racconta la deportazione degli ebrei parigini. Una pagina oscura della storia francese, in cui le prime vittime furono i migliaia di bambini scomparsi nei campi. GUARDA IL TRAILER
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In occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio, esce nelle sale italiane Vento di Primavera, film francese diretto da Roselyn Bosch. Ambientato a Parigi il film affronta anche il tema, considerato ancora tabù oltralpe, delle numerose responsabilità francesi rispetto alla deportazione di migliaia di ebrei verso i campi. Vento di Primavera parte dalla retata (La Raffle, il titolo originale) di Montmartre del 16 luglio 1942, quando oltre 13mila ebrei parigini vennero rinchiusi nel velodromo d'Hiver in attesa di venire smistati versi i campi di sterminio. Il bisogno di raccontare questo episodio della storia francese è partito da Ilan Goldman, produttore del film e originario proprio della comunità di Montmartre "Il Vel’ d’Hiv è stata la retata più massiccia di tutti tempi e nessuno ci ha mai girato un film!" spiega il produttore - "Ho visto quasi tutti i film sulla Seconda Guerra Mondiale, ma non ne ho mai visto nessuno che avesse come tema centrale la deportazione degli ebrei francesi. La retata del Vel d’Hiv ne è la manifestazione più eloquente e la più terribile. E’ un evento accaduto 67 anni fa e il cinema non lo aveva mai affrontato."
Nel film si cerca di affrontare anche la controversa questione del collaborazionismo francese. Spiega sempre Goldman: "Vorrei che una volta per tutte si dicesse quello che Vichy ha fatto subire agli ebrei. Quello che Laval, Bousquet, Pétain e il collaborazionismo hanno inflitto a un intero popolo. E allo stesso tempo vorrei rendere omaggio al popolo francese. E’ un fatto poco noto, ma i due terzi della comunità ebraica francese sono sopravvissuti alla guerra. E’ la percentuale più alta tra tutti i paesi occupati dalla Germania Nazista e questo non certo grazie alle nostre autorità! Questo è l’argomento che mi interessava. Contrariamente a quanto si possa immaginare, il popolo francese non deve sentirsi in colpa."
Per la regista, Roselyn Bosch, centrale è invece la questione dei bambini. Per la regista la cosa più atroce della seconda guerra mondiale è che per "la prima volta che degli adulti si sono interessati espressamente ai bambini, allo scopo di annientarli. E’ un fatto unico nella storia del mondo in simili proporzioni: un milione e mezzo di bambini sono stati sterminati. Infatti è una delle ragioni che mi hanno spinta a realizzare questo film e a girarlo dal punto di vista dei bambini."
Nel cast anche Jean Reno, che interpreta il dottor Weisman, realmente esistito, un dottore ebreo che si ostina a fare il medico anche nelle condizioni impossibili del campo. L'attore francese racconta il suo stupore quando gli è stato offerta la parte: "Non è il genere di soggetto, né di personaggio, che di solito mi richiedono. E questo mi ha toccato molto. Mi è venuto a trovare, ancora non aveva la sceneggiatura, aveva soltanto il desiderio di testimoniare, di raccontare quell’evento terribile, mi ha parlato di Joseph Weismann, che avevano appena ritrovato… Io sono rimasto sorpreso e lusingato di poter partecipare a un film che tratta un tema così importante".
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