Una rivista indipendente ha provato a selezionare i fenomeni più discussi e condivisi online: da quelli mediatici (Wikileaks) alla musica (Arcade Fire), passando per i videogiochi (Angry Birds) e l'Ipad
di Carola Frediani
Quali sono stati i fenomeni o le tendenze che hanno spopolato in Rete nel 2010? Ogni dicembre, all’approssimarsi del nuovo anno, sbucano classifiche e riassunti di come siamo stati nei 12 mesi appena trascorsi. Anche la rivista Contagious, che si occupa di marketing non convenzionale, ha deciso di fare la sua parte, individuando le storie “virali” più eclatanti, ovvero quelle più condivise e chiacchierate sul Web. A passarli in rassegna emerge un anno molto movimentato, controverso e non privo di leggerezza.
Studiando il rapporto redatto dalla rivista si deve necessariamente partire dall’attualità, ovvero dal caso Wikileaks, punta dell’iceberg di un crescente assalto all’agenda mediatica. E' appunto il caso del sito delle soffiate diretto dall'australiano Julian Assange e del conseguente Cablegate, che ha offerto la possibilità a milioni di internauti di leggere direttamente le carte nascoste della diplomazia internazionale e di intervenire in favore della libertà di informazione, sostenendo Wikileaks o creando dei siti "specchio" (mirror).
E sempre per restare nei territori della Rete, un altro fenomeno virale è stato Facebook, poiché si può dire che il 2010 è stato l’anno in cui si sono iscritti anche i genitori (degli utenti che Facebook l'avevano scoperto prima del 2010). E del resto non è mancata la celebrazione di Hollywood con il film, uscito da poco nelle sale, The Social Network.
Collegata alla piattaforma di Marc Zuckerberg c’è stata l’esplosione dei casual-game, dei giochi online, molti dei quali hanno proliferato proprio in simbiosi con Facebook. FarmVille ha aperto la strada a una pletora di altri passatempi online, l’ultimo dei quali è stato Playboy Party, che sostituisce all’agricoltore virtuale le conigliette di Hugh Hefner. E chissà quanti altri ancora ne verranno.
E sempre per restare in tema di divertimenti, non si può non segnalare un gioco per iPhone o iPad che ha spopolato anche tra i politici britannici: stiamo parlando di Angry Birds, che consiste nell’usare le dita sullo schermo touch per catapultare degli uccellini arrabbiati contro dei maiali che hanno rubato le loro uova. Sì, suona stupido (e in parte lo è), ma è stato un successo anche a grazie a meccanismi studiati apposta per coinvolgere il giocatore in brevi spazi di tempo.
E poi ci sono state le sperimentazioni tra musica e tecnologia, come quella della band canadese Arcade Fire, che grazie a Street View di Google e all’Html 5, un avanzato linguaggio di programmazione web, ha inventato un videoclip interattivo e personalizzato, dove gli utenti possono provare esperienze diverse: per esempio, basta inserire sul sito l'indirizzo della casa d'infanzia e le proprie memorie diventano protagoniste del video.
Il 2010 è stato poi l'anno dell’Internet mobile. E’ vero che è una frase ricorrente ormai da qualche lustro; questa volta però, l’esplosione di apparecchi e piattaforme c’è davvero stata. E poi, è stato l’anno dell’iPad e delle apps da scaricare sul proprio smartphone, iPhone o Android che fosse. Anche se rimangono delle ombre: pare infatti che gran parte delle applicazioni rimangano inutilizzate dopo qualche settimana.
Quali sono stati i fenomeni o le tendenze che hanno spopolato in Rete nel 2010? Ogni dicembre, all’approssimarsi del nuovo anno, sbucano classifiche e riassunti di come siamo stati nei 12 mesi appena trascorsi. Anche la rivista Contagious, che si occupa di marketing non convenzionale, ha deciso di fare la sua parte, individuando le storie “virali” più eclatanti, ovvero quelle più condivise e chiacchierate sul Web. A passarli in rassegna emerge un anno molto movimentato, controverso e non privo di leggerezza.
Studiando il rapporto redatto dalla rivista si deve necessariamente partire dall’attualità, ovvero dal caso Wikileaks, punta dell’iceberg di un crescente assalto all’agenda mediatica. E' appunto il caso del sito delle soffiate diretto dall'australiano Julian Assange e del conseguente Cablegate, che ha offerto la possibilità a milioni di internauti di leggere direttamente le carte nascoste della diplomazia internazionale e di intervenire in favore della libertà di informazione, sostenendo Wikileaks o creando dei siti "specchio" (mirror).
E sempre per restare nei territori della Rete, un altro fenomeno virale è stato Facebook, poiché si può dire che il 2010 è stato l’anno in cui si sono iscritti anche i genitori (degli utenti che Facebook l'avevano scoperto prima del 2010). E del resto non è mancata la celebrazione di Hollywood con il film, uscito da poco nelle sale, The Social Network.
Collegata alla piattaforma di Marc Zuckerberg c’è stata l’esplosione dei casual-game, dei giochi online, molti dei quali hanno proliferato proprio in simbiosi con Facebook. FarmVille ha aperto la strada a una pletora di altri passatempi online, l’ultimo dei quali è stato Playboy Party, che sostituisce all’agricoltore virtuale le conigliette di Hugh Hefner. E chissà quanti altri ancora ne verranno.
E sempre per restare in tema di divertimenti, non si può non segnalare un gioco per iPhone o iPad che ha spopolato anche tra i politici britannici: stiamo parlando di Angry Birds, che consiste nell’usare le dita sullo schermo touch per catapultare degli uccellini arrabbiati contro dei maiali che hanno rubato le loro uova. Sì, suona stupido (e in parte lo è), ma è stato un successo anche a grazie a meccanismi studiati apposta per coinvolgere il giocatore in brevi spazi di tempo.
E poi ci sono state le sperimentazioni tra musica e tecnologia, come quella della band canadese Arcade Fire, che grazie a Street View di Google e all’Html 5, un avanzato linguaggio di programmazione web, ha inventato un videoclip interattivo e personalizzato, dove gli utenti possono provare esperienze diverse: per esempio, basta inserire sul sito l'indirizzo della casa d'infanzia e le proprie memorie diventano protagoniste del video.
Il 2010 è stato poi l'anno dell’Internet mobile. E’ vero che è una frase ricorrente ormai da qualche lustro; questa volta però, l’esplosione di apparecchi e piattaforme c’è davvero stata. E poi, è stato l’anno dell’iPad e delle apps da scaricare sul proprio smartphone, iPhone o Android che fosse. Anche se rimangono delle ombre: pare infatti che gran parte delle applicazioni rimangano inutilizzate dopo qualche settimana.