Elio Germano: "Torno al cinema con un film su Terzani"

Spettacolo
L'attore Elio Germano
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L'attore, Palma d'oro a Cannes 2010, sarà di nuovo nelle sale con una pellicola dedicata al grande viaggiatore che uscirà la prossima settimana. E sulla candidatura de "La prima cosa bella" all'Oscar dice: "Sono molto contento"

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L'imbarbarimento della politica, la depressione leggendo i giornali al mattino, la soddisfazione per la candidatura all'Oscar di Paolo Virzì, il suo nuovo film su Terzani in uscita.
Elio Germano, l'attore Palma d'oro a Cannes con La nostra vita di Daniele Luchetti che in questi giorni è tornato nel suo Molise per recitare nel minuscolo teatro del Loto di Ferrazzano (il paese d'origine di Robert De Niro) lo spettacolo "Thom Pain (basato sul niente)", parla di cinema, ma anche di altro.

Intanto il ritorno al cinema nei panni del figlio di Tiziano Terzani nel film tratto dal libro-testamento La fine è il mio inizio (Longanesi) del grande giornalista-viaggiatore-scrittore.
"E' un film tedesco - spiega - con un regista tedesco, Jo Baier dove appunto Terzani è interpretato da Bruno Ganz e io faccio il figlio, Folco. E' il libro reso al cinema, un dialogo tra padre e figlio mentre il padre si avvicina alla morte e decide di viverla con leggerezza convincendo tutti che non c'è niente di drammatico. E' un percorso che fanno insieme, il padre racconta la sua vita".

Il film esce la settimana prossima (il 5 ottobre) in Germania. "Poi arriverà in Italia - precisa l'attore - ma non so ancora quando lo vedremo, comunque sarà distribuito dalla Fandango".
Elio Germano preferisce pensare al teatro piuttosto che alla politica di questi giorni, una politica che definisce "disarmante".
"Sembra un mondo veramente assurdo - dice - ed è molto difficile da interpretare. Sinceramente ci sono del cose che uno non riesce a stigmatizzare, a spiegare in qualche modo. Delle volte si entra in depressione di prima mattina non appena compri il giornale, ma l'imbarbarimento più che di linguaggio, per quanto mi riguarda, è di morale".

L'attore romano, originario di Duronia, un piccolo paese della provincia di Campobasso, parla di cinema. Innanzi tutto per felicitarsi della candidatura italiana all'Oscar del film di Paolo Virzì "La prima cosa bella", che ha avuto la meglio su una rosa di 10 autocandidature, tra cui La nostra vita di Daniele Luchetti.
"Sono molto contento - afferma - è un film che mi ha molto emozionato e sicuramente rappresenta al meglio la capacità degli italiani di fare del cinema di qualità".
Quanto al monologo di Will Eno, Thom Pain, "ho avuto grosse difficoltà a fare questo testo in altre parti - racconta ancora - perché nasce proprio per uno spazio piccolo e quindi finora il Loto è il posto più adatto dove l'ho messo in scena. E' un teatro fatto apposta per questo tipo di testo, un testo che lavora con il pubblico, dove c'è un rapporto osmotico con il pubblico che cambia anche lo stesso testo. In un teatro c'è un personaggio che parla con la gente, si è abbattuta qualsiasi forma di convenzione teatrale, è un rapporto vero e non di persone che osservano un oggetto come capita con la televisione e con il cinema, anche se poi lì è uno scambio emotivo".

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