Dopo le mostre romane, che hanno attirato migliaia di visitatori, il pittore lombardo arriva addirittura sulle scene come protagionista dello spettacolo di Richard Vetere. Intanto è ancora giallo sulla presunta attribuzione del "Martirio di san Lorenzo"
Non solo mostre per celebrare Caravaggio nel quarto centenario della morte. E' made in Usa, infatti, uno spettacolo teatrale, che ricostruisce le fasi più drammatiche dell'avventurosa vita del genio lombardo. Intitolato Caravaggio, l'esilio di un uomo alla ricerca di Dio, lo spettacolo è stato scritto dall'americano Richard Vetere, candidato al Premio Pulitzer nel 2002. Il debutto è avvenuto a Roma il 26 luglio nel cortile del Palazzo dei Conservatori ai Musei Capitolini. Lo spettacolo sarà poi in tour nei luoghi simbolo della vita del pittore da Milano, dove nacque, a Porto Ercole, dove morì. Applaudito a Chicago e New York, lo spettacolo è stato tradotto da Andrea Piedimonte Bodini e adattato in collaborazione con Stefano Veneruso, che ne firma la regia.
Nel frattempo continua il giallo sull'attribuzione del "Martirio di San Lorenzo", attualmente esposto nella chiesa del Gesù a Roma. L'olio su tela rappresenta la scena della morte del diacono romano, avvenuta, secondo la passione leggendaria, su una graticola rovente. San Lorenzo è raffigurato in posizione prona, mentre uno dei carnefici cerca di rigirarlo usando una picca. Un secondo carnefice è chino, per alimentare il fuoco con dei carboni che versa da una cesta. Infine un terzo personaggio, in secondo piano, guarda la scena turandosi il naso con la mano destra.
E' proprio questo dettaglio eccessivamente realistico, che induce gli esperti a dubitare della paternità caravaggesca. E poi la luce, che in questo dipinto promana da una fonte posta in alto, non ha nulla a che vedere con l'inimitabile e sorprendente luce dei quadri del Merisi. Per Rossella Vodret, sovrintendente al polo museale dell'Urbe, si tratterebbe d'un seguace del pittore lombardo forse d'area napoletana. A scendere in campo contro l'attribuzione caravaggesca è stato ultimamente anche Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, secondo il quale l'autore va ancora scoperto.
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E' proprio questo dettaglio eccessivamente realistico, che induce gli esperti a dubitare della paternità caravaggesca. E poi la luce, che in questo dipinto promana da una fonte posta in alto, non ha nulla a che vedere con l'inimitabile e sorprendente luce dei quadri del Merisi. Per Rossella Vodret, sovrintendente al polo museale dell'Urbe, si tratterebbe d'un seguace del pittore lombardo forse d'area napoletana. A scendere in campo contro l'attribuzione caravaggesca è stato ultimamente anche Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, secondo il quale l'autore va ancora scoperto.
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