L’ultima fatica dell’eclettica Sabina Guzzanti riscuote grande successo al Festival nella cittadina della Costa Azzurra. Concordi tutti i critici nel definirlo "un grande momento di politica-realtà”. Più severi Le Monde e Le Figaro
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Un documento che "fa drizzare i capelli in testa", "molto di più che un pamphlet alla Michael Moore", "una requisitoria implacabile contro Berlusconi", "un grande momento di politica-realtà”. Sono concordi, i critici francesi, nell'apprezzare il significato di Draquila, proiettato ieri a Cannes fuori concorso, anche se Le Monde e Le Figaro si rammaricano della mancanza di rigore e di precisione.
Per Le Monde, Draquila è "l'equivalente del libello in letteratura", con un dossier "sulla strumentalizzazione politica del terremoto dell'Aquila che fa drizzare i capelli in testa". Ma il film "sacrifica tutto a cominciare dalla forma all'efficacia lapidaria della sua dimostrazione. Il rovescio del cinema-pugno nello stomaco della Guzzanti è che manca spesso di precisione e rigore, si lascia prendere dalla febbre con il rischio che le approssimazioni gli si ritorcano contro".
Per Le Figaro, se Draquila "dipinge una terribile realtà, rivelando macchinazioni finanziarie da pelle d'oca e le deficienze di democrazia, purtroppo questa denuncia delle malefatte berlusconiane è così abbozzata che ci si annoia. Con la sua regia vulcanica, la narrazione in forma di colata di lava antiberlusconiana annega la limpidezza dell'intento del film".
Per Liberation invece, Sabina Guzzanti "è riuscita più che bene nell'esercizio acrobatico di usare l'umorismo senza passare accanto all'aspetto tragico della situazione. Anche se deve ricorrere ad effetti drammatici un po' pesanti o rievocare le storie di sesso del Cavaliere per ricordare che l'Italia è in mano ad una banda di imbroglioni".