Un happening musicale al Parco della Musica della capitale. E' questa la reazione dell'Accademia di Santa Cecilia contro il decreto che riforma le fondazioni sinfoniche e liriche. E il ministro per i Beni Culturali pronto a incontrare i sindacati
Non accenna a scemare la protesta contro il decreto Bondi, che riforma le fondazioni lirico-sinfoniche. Dopo la firma del Presidente della Repubblica che, il 28 aprile aveva rimandato il testo del dl al ministro con richiesta di chiarimento, la prima reazione è stata quella d'una raffica di scioperi immediati o annunciati, i cui promotori sono stati bollati dal ministro per i Beni Culturali come "irresponsabili". Da La Scala a La Fenice, dall'Opera al San Carlo i maggiori teatri sono sul piede di guerra per dire no a un decreto che "è un segno della scarsa cultura nei confronti della musica italiana". Il dl, che si compone di nove articoli, prevede, tra l'altro, ballerini in pensione a 45 anni, drastici ridimensionamenti per le future assunzioni, blocco del turn over, senza contare la razionalizzazione del sistema di finanziamento statale per lo spettacolo dal vivo.
Blocco totale anche dei lavoratori dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il 2 maggio i professori d'orchestra, gli artisti del coro, il personale tecnico-amministrativo hanno dato luogo ad happening musicali nei foyer dell'Auditorium Parco della Musica di Roma informando, contestualmente, il pubblico sulle ragioni della protesta. Annullati, contemporaneamente, fino a data da destinarsi prove, concerti e lezioni.
Cresce intanto l'attesa per l'incontro del ministro Bondi con le organizzazioni sindacali di settore, fissato per il 6 maggio.
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