Corte Usa respinge richiesta di archiviazione per Polanski

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Una corte d'appello della California ha respinto la richiesta della vittima del regista Roman Polanski di sospendere la procedura giudiziaria contro il cineasta accusato di averla violentata nel 1977 quando aveva tredici anni

Samantha Geimer, violentata dal regista polacco, Roman Polanski, nel lontano 1977 ha chiesto la sospensione della procedura perché è costretta a “rivivere ogni giorno” la sua odissea personale.
   
Ma la corte d'appello ha stabilito che i crimini di cui è accusato il regista sono troppo gravi per tenere in conto i motivi personali della vittima.
   
Polanski era fuggito dagli Usa durante il processo e non ha più rimesso piede negli Stati Uniti. Arrestato nel settembre scorso in Svizzera, il regista sta combattendo contro una richiesta di estradizione negli Usa

Intanto la Svizzera ha annunciato che non si pronuncerà sull'eventuale estradizione del regista Roman Polanski negli Stati Uniti prima di aver ricevuto un'informazione ufficiale sulla decisione della Corte di appello di California, che stanotte ha respinto il ricorso del regista di essere giudicato in contumacia per l'accusa di "rapporti sessuali illegali".

"Prima di pronunciarci aspettiamo di essere informati ufficialmente e di esaminare la decisione", ha detto oggi a all'Ansa il portavoce dell'Ufficio federale di giustizia a Berna, Folco Galli. Il portavoce non ha fornito indicazioni sui tempi della decisione svizzera, Polanski è attualmente  agli arresti domiciliari nel suo chalet di Gstaad in Svizzera. Su richiesta della magistratura americana era stato arrestato nel settembre scorso al suo arrivo a Zurigo dove si era recato per ricevere un premio.

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