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Lupo estinto ricreato in laboratorio? Perché non è corretto parlare di “de-estinzione”

Scienze
I lupi geneticamente modificati creati in laboratorio
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I lupi geneticamente modificati creati in laboratorio
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La società americana di ingegneria genetica Colossal Biosciences ha annunciato di aver riportato in vita il dire wolf, reso celebre dalla serie Game of Thrones. In realtà, i cuccioli nati in laboratorio non sono veri metalupi, ma lupi grigi modificati geneticamente per somigliarvi. Un’operazione sicuramente all’avanguardia, ma lontana da una vera e propria "de-estinzione"

Una società americana di ingegneria genetica, la Colossal Biosciences, sostiene di aver raggiunto un traguardo finora impensabile: la “de-estinzione” del dire wolf, in italiano noto come “metalupo”, una specie estinta oltre 10mila anni fa. Le immagini diffuse mostrano due cuccioli — chiamati Romulus e Remus — con un aspetto che ricorda un lupo preistorico, proprio come quello reso famoso dalla serie Game of Thrones. Secondo l’azienda, i piccoli sarebbero il risultato di un ambizioso progetto di ingegneria genetica che avrebbe “riportato in vita” la specie. Ma è davvero così? E soprattutto: ha senso parlare di "de-estinzione"?

 

L’esperimento di Colossal nel dettaglio

 

Per ottenere i cuccioli, gli scienziati di Colossal hanno prima isolato e analizzato il Dna estratto da due fossili di dire wolf: un dente risalente a circa 13mila anni fa e un osso di un teschio di metalupo datato 72mila anni. Dopo aver ricostruito buona parte del genoma del metalupo, lo hanno confrontato con quello del lupo grigio, la specie più vicina ancora esistente, per individuare i geni responsabili delle caratteristiche distintive del dire wolf, come la forma della testa, la struttura del cranio, il tipo di pelo e le vocalizzazioni. Grazie a  avanzate tecniche di ingegneria genetica (come CRISPR/Cas9), hanno quindi modificato alcune cellule di lupo grigio per introdurre o alterare tratti specifici riconducibili al dire wolf. In totale sono state apportate 20 modifiche in 14 geni: 15 basate direttamente sul Dna recuperato dei fossili e le restanti ottenute attraverso interventi mirati sul Dna del lupo moderno. Le cellule modificate geneticamente sono poi state usate per fecondare madri surrogate (cani domestici). Dei diversi tentativi effettuati, solo quattro hanno avuto successo: sono nati così Romulus e Remus (oggi hanno sei mesi), Khaleesi (di due mesi), e un quarto cucciolo morto dopo circa dieci giorni.

 

Perché parlare di de-estinzione non è corretto

 

I cuccioli nati da questo esperimento presentano caratteristiche fisiche simili a quelle del dire wolf, ma il loro patrimonio genetico è in larga parte quello del lupo grigio. Non si tratta quindi di veri esemplari della specie estinta, ma di animali geneticamente modificati per assomigliare al metalupo, senza però condividerne il genoma completo. In alcuni casi, come per il colore chiaro della pelliccia, i ricercatori non hanno nemmeno inserito geni del dire wolf, ma hanno semplicemente disattivato quelli già presenti nel lupo grigio per ottenere lo stesso effetto. Questo approccio, simile a quello che Colossal sta portando avanti con il progetto del “mammut lanoso”, si basa sulla selezione o modifica di varianti genetiche esistenti. È una ricostruzione estetica e parziale, non una resurrezione. Si tratta, dunque, di una ricostruzione estetica e parziale, non di una vera “de-estinzione”.