Vita su Marte, nuovi indizi ottenuti dai batteri di un lago antartico

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Uno studio a guida italiana ha rivelato la presenza di organismi in grado di sopravvivere nelle brine di un lago perennemente ghiacciato. Per i ricercatori potrebbero essere i “principali candidati per la vita extra-terrestre" 

Le chance di riuscire a trovare forme di vita su Marte passano anche dalle zone più remote della Terra: le brine di un lago antartico perennemente ghiacciato ospitano batteri capaci di sopravvivere in condizioni estreme, suggerendo quindi che anche gli ambienti marziani potrebbero ospitare organismi simili. La scoperta, avvenuta nel bacino di Tarn Flat, è stata realizzata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isp), che ha collaborato con le università di Messina, dell’Insubria e di Rio de Janeiro. I ricercatori hanno analizzato alcuni campioni estratti dal lago ghiacciato e studiato le tecniche che permettono ai batteri di resistere in un ambiente inospitale per la maggior parte degli esseri viventi.

Perché i batteri antartici potrebbero sopravvivere su Marte

I depositi di ghiaccio del lago di Tarn Flat, nella Terra Vittoria, sono colonizzati da batteri che secondo i risultati ottenuti dal Cnr “sono i principali candidati per la vita extra-terrestre nel sottosuolo di Marte”, spiega Maurizio Azzaro, coautore dello studio pubblicato su Microorganism. Questi organismi riescono infatti a sopravvivere anche in assenza di luce e a temperature estremamente basse, ricavando l’energia di cui hanno bisogno grazie all’ossidazione di composti dello zolfo e dell’azoto, oltre a trasformare il carbonio presente per produrre metano. La scoperta è un punto di partenza importante per “la ricerca di possibili forme di vita in altri mondi ghiacciati per verificare l’ipotesi della loro presenza in crioambienti analoghi presenti nel nostro Sistema Solare e, in generale, nell’universo”, afferma Azzaro.

La ricerca di forme vita adatte a ambienti estremi

Cnr-Isp è impegnato ormai da diversi anni a condurre studi su questa tematica e proseguirà nella ricerca di brine in altri laghi perennemente ghiacciati della Terra Vittoria. Soltanto da pochi giorni, infatti, è iniziata una nuova missione che vedrà i ricercatori impegnati per circa 40 giorni nel tentativo di analizzare i crioecosistemi potenzialmente presenti nelle brine saline in forma liquida dell’area di Boulder Bay, che potrebbero aumentare le conoscenze degli scienziati riguardanti questi organismi. 

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