Il coronavirus sta creando disagi anche all’Agenzia Spaziale Americana. L'aumento dei focolai nei pressi dei principali centri tecnici, tra Louisiana e Mississippi, ha indotto la sospensione di alcune attività legate a futuri progetti nello spazio
Stop alle operazioni per la realizzazione di missili e capsule destinate alle missioni dirette verso la Luna. E’ questa una delle decisioni che la Nasa è stata costretta a prendere per l’emergenza coronavirus, con l’aumento di focolai rilevati nei pressi di alcuni tra i principali centri tecnici americani, tra Louisiana e Mississippi. E questi provvedimenti, adesso, potrebbero mettere a rischio alcune delle missioni che erano previste per i prossimi anni.
La salute è la priorità
Tra queste, anche la missione sulla Luna che l'amministrazione Trump aveva stabilito per il 2024, come obiettivo per la prima missione con equipaggio diretta verso il satellite naturale della Terra, dopo 50 anni di mancati appuntamenti. Oggi, a causa del diffondersi della pandemia anche negli Stati Uniti, quella data che già sembrava, potrebbe rivelarsi impossibile da rispettarsi, costringendo a rimandare ancora. In questo senso, la Nasa, constatata la positività al Covid-19 di uno dei membri dello staff, ha deciso gioco forza di sospendere i collaudi per il razzo Space Launch System e per la capsula Orion. "Ci stiamo muovendo per mettere in sicurezza le sedi. Sappiamo che questo arresto avrà delle conseguenze sulle prossime missioni, ma la priorità assoluta in questo momento è la salute e la sicurezza della nostra preziosa forza lavoro", ha affermato Jim Bridenstine, amministratore delegato dell'agenzia spaziale americana.
Altri progetti in forse
Lo stesso numero uno della Nasa, ha spiegato cosa si è fermato nella macchina organizzativa. "Il primo stadio del razzo sarebbe dovuto giungere in Louisiana per effettuare alcuni test, per poi essere trasferito al Kennedy Space Center in Florida per un volo di prova senza equipaggio. La missione, Artemis 1, sarebbe stata poi seguita da Artemis 3, che avrebbe portato un equipaggio sulla Luna nel 2024", ha raccontato Bridenstine. Certo, anche l’Agenzia Spaziale Americana ha avviato le procedure per lo smart working, coinvolgendo i propri ingegneri, che sono però impegnati anche in altri progetti, come la messa a punto del rover Perseverance, diretto su Marte e il cui lancio sarebbe previsto per la prossima estate. "Questa è invece una scadenza piuttosto rigida, dato che le sonde possono partire solo quando Terra e Marte sono allineate favorevolmente: se dovessimo mancare questa finestra, dovremo attendere il 2022", ha spiegato. Tra l’altro, dicono ancora dalla Nasa, anche la missione europea Rosalind Franklin diretta su Marte è stata già rimandata di 26 mesi: i motivi sono sia tecnici, legate a complicazioni sopraggiunte nel programma di sviluppo, sia sanitari per le difficoltà insorte a causa delle misure adottate per limitare la diffusione della pandemia.