Buco nero super vorace, dalla Nasa una scoperta sorprendente

Scienze

Il corpo celeste, situato a 250 milioni di anni luce dalla Terra, consuma grandi quantità di materiale per alimentarsi. E lo fa più volte al giorno e ad intervalli regolari 

Il particolare comportamento di un buco nero che consuma più volte al giorno grandi quantità di energia è stato scoperto da un team di astronomi della Nasa che hanno potuto così capire di più sulle abitudini di questi corpi celesti.

Esplosioni regolari di raggi X

In particolare gli esperti, così come comunica l’Agenzia spaziale americana sul proprio sito, hanno scoperto che, in una galassia chiamata GSN 069, importanti quantità di esplosioni di raggi X si ripetono ogni nove ore circa. Questi dati, ottenuti grazie all’osservatorio Chandra della Nasa e all'XMM-Newton dell'Agenzia Spaziale Europea, indicano che il buco nero supermassiccio situato in quella zona sta consumando grandi quantità di energia in maniera del tutto regolare. La particolarità della scoperta consiste nel fatto che tale comportamento non è mai stato rilevato da un buco nero supermassiccio fino ad ora, mentre gli scienziati avevano precedentemente trovato due buchi neri di ‘massa stellare’ (cioè che pesano circa 10 volte la massa del Sole) che erano sottoposti ad esplosioni, ma solo in casi sporadici e senza regolarità.

Gli step della scoperta

Il buco nero al centro della galassia GSN 069, situato a 250 milioni di anni luce dalla Terra, contiene circa 400.000 volte la massa del Sole. I ricercatori stimano che il buco nero stia consumando circa quattro lune di materiale circa tre volte al giorno: questo, dicono gli specialisti della Nasa, è come se equivalesse a quasi un milione di miliardi di libbre che il buco nero consuma per alimentarsi. "Questo buco nero ha un comportamento che non abbiamo mai visto prima", ha detto Giovanni Miniutti del Centro di Astrobiologia dell'ESA in Spagna, primo autore di un documento pubblicato sulla rivista Nature che descrive i risultati di questa scoperta. "Questo comportamento è così senza precedenti che abbiamo dovuto coniare una nuova espressione per descriverlo, cioè ‘x-ray quasi-periodic eruptions’”. L'XMM-Newton dell'ESA era stato il primo ad osservare questo fenomeno nella galassia GSN 069 con il rilevamento di due esplosioni il 24 dicembre 2018. Miniutti e i suoi colleghi hanno poi seguito altre osservazioni, nello specifico il 16 e 17 gennaio 2019 e hanno scoperto cinque esplosioni . Le osservazioni effettuate con Chandra meno di un mese dopo, il 14 febbraio, hanno rivelato ulteriori tre esplosioni. "Combinando i dati di questi due osservatori di raggi X, abbiamo seguito queste esplosioni periodiche per almeno 54 giorni", ha affermato Richard Saxton del Centro europeo di astronomia spaziale di Madrid, in Spagna, co-autore della scoperta. "Questo ci offre un'opportunità unica nell’assistere al flusso di materia che si verifica in un buco nero supermassiccio che accelera e rallenta ripetutamente".

I dati scientifici rilevati

Gli esperti hanno rilevato che durante le esplosioni, l'emissione di raggi X diventa circa 20 volte più luminosa rispetto ai periodi di quiete. Anche la temperatura del gas che scende verso il buco nero sale, da circa un milione di gradi fahrenheit durante i periodi di quiete a circa 2,5 milioni di gradi fahrenheit durante gli scoppi. La temperatura di quest'ultimo è simile a quella del gas presente nei buchi neri supermassicci a crescita più attiva. L'origine di questo gas caldo è un mistero di vecchia data perché sembra essere troppo caldo per essere associato al disco di materia in caduta che circonda i buchi neri. Sebbene la sua origine sia un mistero su GSN 069, la capacità di studiare un buco nero supermassiccio in cui il gas caldo si forma ripetutamente e poi scompare può fornire importanti indizi sulla natura dei corpi celesti.

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