La Nasa tornerà presto sulla Luna: “Questa volta ci rimarremo”

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

L’agenzia spaziale degli Stati Uniti desidera riportare l’uomo sul suolo lunare entro il 2030. Sul satellite, gli astronauti si prepareranno alle future missioni su Marte

Sono passati 50 anni dall’ allunaggio e la voglia dell’uomo di mettere di nuovo piede sul suolo lunare è più forte che mai. La Nasa mira a portare i propri astronauti sul satellite naturale della Terra entro il 2030 ed è per questa ragione che Jim Bridenstine, l’amministratore dell’agenzia spaziale americana, ha sollecitato i privati a sviluppare delle tecnologie idonee per la missione e a testare le prime capsule destinate a posarsi sulla Luna entro il 2024. I partner dell’agenzia potranno presentare le proprie offerte fino al prossimo 25 marzo.

Il ritorno sulla Luna

A differenza di quanto avvenuto 50 anni fa, stavolta la Nasa progetta per i propri astronauti una lunga permanenza sulla Luna, durante la quale dovranno testare delle nuove tecnologie utili per le future missioni che porteranno l’uomo su Marte. “Quando andremo sulla Luna, vi resteremo”, ha dichiarato Bridenstine. Ha poi aggiunto che, grazie alle tecnologie e ai sistemi innovati sviluppati negli ultimi anni, i cosmonauti potranno raggiungere parti del suolo lunare finora inesplorate. La Nasa è consapevole che per tagliare questi importanti traguardi sarà necessaria una forte collaborazione internazionale. "Espanderemo le nostre partnership con l'industria e altre nazioni per esplorare la Luna e andare anche verso destinazioni più lontane come Marte", afferma Bridenstine.

La stazione spaziale Gateway

Oltre a tornare sul suolo lunare entro il prossimo decennio, la Nasa ha anche intenzione di creare una nuova stazione internazionale che in futuro orbiterà vicino alla Luna. Si chiamerà Lunar Orbital Platform-Gateway (Lop-G) e, nelle intenzioni dell’agenzia spaziale, aiuterà gli astronauti a prepararsi alle future missioni che avranno come meta Marte. David Parker, direttore Esa dei voli abitati e dell’esplorazione robotica, ha spiegato che l’avamposto ospiterà di volta in volta vari gruppi di astronauti, i quali impareranno a sopravvivere nello spazio profondo e a gestire problemi come le radiazioni e i meteoriti. Il progetto Gateway dovrebbe coinvolgere gli stessi partner dell’attuale Stazione Spaziale Internazionale, ossia le agenzie spaziali di Stati Uniti (Nasa), Europa (Esa), Russia (Roscosmos), Giappone (Jaxa) e Canada (Csa). 

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