I delfini "sorridono" per interagire tra di loro mentre giocano: lo studio scientifico
ScienzeSecondo un nuovo studio condotto da un team di ricercatori, i delfini tursiopidi “sorridono” quando giocano tra loro o quando vogliono “evitare incomprensioni” con i propri simili. Gli scienziati hanno notato che questi mammiferi, quando entrando in contatto tra loro, socchiudono la bocca in un'espressione paragonabile a quella di un “sorriso”
“È più facile ottenere quello che vuoi con un sorriso che con la punta della spada”, diceva William Shakespeare. E i delfini, probabilmente, lo sanno. Secondo un nuovo studio condotto da un team di ricercatori e pubblicato sulla rivista iScience, i delfini tursiopidi “sorridono” quando giocano tra loro o quando vogliono “evitare incomprensioni” con i propri simili. Gli scienziati hanno rilevato che questi mammiferi, quando entrando in contatto tra loro, socchiudono la bocca in un'espressione paragonabile a quella di un “sorriso”.
La ricerca
Come riporta lo studio, questa particolare espressione rappresenterebbe una forma di comunicazione: secondo gli esperti, attraverso il "sorriso", i delfini assicurerebbero la pace, facendo in modo che il gioco non degeneri in una lotta a causa di un qualche tipo di incomprensione. Il team di scienziati, composto da Veronica Maglieri, Federica Vantaggio, Cristina Pilenga, Albano Lemasson, Livio Favaro ed Elisabetta Palagi, ha inoltre evidenziato che l'espressione “sorridente” di questi animali si registrava sempre nel momento in cui giocavano tra loro. "Dovremmo davvero interpretare questa espressione come uno scambio comunicativo tra due individui che dicono 'Ehi, siamo sulla stessa lunghezza d'onda'", ha dichiarato alla Cnn Heather Hill, esperta di comunicazione dei delfini e docente alla St. Mary's University in Texas. "Significa necessariamente che, poiché è un gioco, è piacevole e quindi ci si sorride a vicenda come farebbe un essere umano o uno scimpanzé". Hill ha poi sottolineato che la ricerca è stata condotta su esemplari che vivono in cattività: per questo, resterebbe l'incognita sul comportamento reale delle specie selvatiche. “Il passo successivo sarebbe quello di utilizzare la stessa metodologia e osservare le specie selvatiche”, ha aggiunto l'esperta, citata dal quotidiano statunitense.